La Danzatrice di Seoul (리진)

Una storia di fantasia che, attraverso gli occhi della protagonista, narra di un’epoca e di personaggi reali

di Donatella Perullo

Titolo: La Danzatrice di Seoul

Categoria: Narrativa

Genere: Fiction storica

Autore: Kyung-sook  Shin (신경숙)

Titolo originale: 리진  – edito nel 2007

Editore: Piemme

Collana:

Anno: 2019

Copertina: Cartonato con sovraccoperta  

Numero di pagine: 422

ISBN: 978885666949

È il 1869 quando nel villaggio di Banchon, in Corea, nasce Jin. La piccola vive con sua madre in una casa all’ombra di alberi di pero che in primavera esplodono di candidi fiori. Purtroppo cinque anni dopo, alla fine di un duro inverno di malattia, la mamma di Jin muore, lasciandola sola al mondo. Da quel momento, è donna Suh a prendersi cura di lei. Donna Suh vive sola da quando ha abbandonato il tetto coniugale per non essere riuscita ad avere figli. È un’abile sarta e sua sorella minore, dama di corte, le porta lavoro dalla sala ricami del Palazzo di Sungkyunkwan. Mossa da un forte e incompiuto istinto materno, Donna Suh è felice di riversare tutto il suo amore sulla piccola orfana. Oltre a essere molto bella, la bambina è intelligente e capace di imparare con estrema facilità qualsiasi cosa le sia insegnata.

“Sospirò. Che vita attendeva una bambina coreana tanto intelligente?”

Un giorno la sorella di donna Suh, si offre di introdurre Jin al palazzo. Ciò, a suo dire, le permetterebbe di avere un’educazione e una vita dignitose. Suh accetta a malincuore e questa decisione cambierà il destino della bambina. Jin non tarderà, infatti, a conquistare il cuore della regina Min, donna forte e destinata a contrastare l’influenza giapponese in Corea. La regina non ha figli e inizia a richiedere sempre più spesso la presenza della bimba al suo fianco.

Tutte le sere Jin torna a casa da donna Suh che per arrotondare è solita fittare una stanza ai viaggiatori. Un giorno ospita il missionario francese padre Blanc e Yeon, il piccolo orfano di cui questi si occupa. Yeon è poco più grande di Jin, non parla ma sa suonare alla perfezione qualsiasi strumento. Tra i due bambini nasce un affetto indissolubile. È qui che la storia ha un salto temporale.

Immagine tratta dal Drama “The Tale of Nokdu” (2019)

Jin è divenuta una giovane donna, dama di corte nonché la danzatrice più brava di Corea, capace di incantare chiunque con la sua arte. Un giorno giunge a Palazzo Victor del Plancy, diplomatico francese. L’uomo è folgorato da lei al primo fugace incontro, ma è quando la vede ballare la danza dell’Oriolo a primavera, che cuore e mente ne sono stregati. Se ne innamora al punto da desiderare di portarla con sé in Francia.

“Era stato solo un istante, ma gli occhi scuri della damigella di corte gli stringevano il cuore in una morsa. Era stato come ritrovare un orologio perduto da tempo immemore.”

Immagine tratta dal drama  “Love in the Moonlight” (2016)

Così la vita di Jin subisce una nuova svolta irreversibile. Victor de Plancy riesce a ottenere dal re il permesso di condurre la ragazza in Francia. Qui lei scoprirà una nazione dalle convenienze meno rigide della Corea e una cultura del tutto diversa dalla sua. A Parigi sarà ammirata, ma mai realmente accettata e considerata. Questo, lentamente, la cambierà. Fino a non essere più la fanciulla partita dalla Corea, portando con sé, come fossero amuleti, i regali dell’amica Soa. Lontana dai suoi affetti più cari, dagli abbracci di Suh e dal tormentato amore di Yeon, le basterà la presenza di Victor? L’uomo si dimostrerà attento e affezionato così com’era stato a Seoul? E quando, qualche anno dopo, nel 1985, Jin farà ritorno in una Corea che affronta la dolorosa fine dell’epoca Joseon, quale sarà il suo destino?

“Ma il cuore umano quando ha uno stagno desidera un ruscello, e quando ha un ruscello desidera un fiume, e quando ha un fiume desidera l’oceano.”

Immagine tratta dal drama  “Love in the Moonlight” (2016)

Con La danzatrice di Seoul Shin ci regala un romanzo poetico, leggiadro e doloroso allo stesso tempo. L’autrice dipinge l’affresco nitido di una Corea che vive la fine di un’epoca, tormentata dall’essere contesa da Giappone e Cina. Lo fa, per quanto fatti storici narrati siano liberamente interpretati, con una dovizia di dettagli tale che al lettore sembrerà di essere al fianco della danzatrice, di vivere con lei ogni momento e condividerne le sensazioni.

Attraverso gli occhi intelligenti di Jin, Kyung-sook Shin ci descrive colori, paesaggi, natura, usanze e cultura di un Paese antico. Le sue descrizioni precise e minuziose accompagnano le vicende, adeguandosi al loro ritmo e consentendoci di vivere un racconto tridimensionale.

Danzatrici – Immagine tratta dal libro En Corèe

Il periodo trascorso a Parigi dalla protagonista ci parla di una Francia che vive al motto dell’uguaglianza, ma che nonostante ciò fa sentire Jin sradicata dalla propria natura e mai realmente integrata. La danzatrice di Seoul è dunque anche il racconto di un’epoca, l’ottocento, visto dal punto di vista di due nazioni distanti fisicamente quanto culturalmente. La prosa evocativa dell’autrice è al contempo lieve e sapiente ma capace di divenire impetuosa quando gli avvenimenti narrati lo chiedono. Leggendo La danzatrice di Seoul si viaggia nello spazio e nel tempo, ma soprattutto negli animi dei suoi personaggi. Alcuni dei quali resteranno indelebili, come il ricordo di persone care.

Per creare la storia della leggiadra e triste danzatrice Jin, l’autrice ha dichiarato di essersi ispirata alla protagonista di un breve racconto pubblicato a Parigi e risalente al 1905. Lo scritto di appena una pagina e mezza, si trova all’interno del volume En Corée scritto da Hippolyte de Frandin, diplomatico francese e fotografo. Leggendo della danzatrice coreana Lin Jin, come persona realmente esistita, Kyung-sook Shin si è sentita travolta dalle sue vicende. La personalità di quella giovane l’ha colpita tanto da farle sentire il desiderio di ridarle vita attraverso la sua scrittura. Nella nota riportata al termine del libro, l’autrice narra con trasporto la genesi del romanzo e soprattutto del suo immenso affetto per la danzatrice. A suo dire Lin Jin le è entrata nel cuore al punto da desiderare di “salvare la donna intrappolata in quella pagina e mezza”.

Hippolyte de Frandin – autore foto sconosciuto

Ha iniziato così a fare studi approfonditi su di lei e sul periodo storico nel quale ha poi ambientato La danzatrice di Seoul. Si è anche recata più volte a Parigi per consultare documenti e vivere quei luoghi, prima di condurci noi. Un lavoro certosino di ricerca che le ha permesso di donarci un racconto sì di fantasia, ma ricco di dettagli storici e personaggi realmente esistiti. Così, ad esempio, padre Blanc è stato realmente il vescovo dell’arcidiocesi di Seoul dal 1884 al 1890 e Victor Collin de Plancy un diplomatico francese. Quest’ultimo ha trascorso gran parte della sua vita lavorativa in Corea dal 1884. Egli era anche un grande collezionista di opere d’arte e antichità. La sua collezione privata di arte dell’Estremo Oriente fa parte della collezione coreana al Musée Guimet di Parigi.

Victor del Plancy  – Fonte foto (1)

Eppure Kyung-sook Shin ha chiarito che La danzatrice di Seoul non è un romanzo storico, ma una storia che parla di persone ed è questo, in effetti, il suo punto di forza.

Non si sa se la danzatrice Lin Jin che Kyung-sook Shin ha scoperto attraverso il racconto di Frandin sia realmente esistita. Se così non fosse, però, grazie a lei è divenuta viva, reale e destinata a restare nei nostri cuori.

L’autrice Kyung-sook Shin

Kyung-sook Shin è stata la prima autrice sudcoreana a vincere nel 2012 il Man Asian Literary Prize con il romanzo Prenditi cura di Lei. È tradotta in quarantasei Paesi ed è considerata una delle autrici più importanti di Corea. Nata nel 1963 in un villaggio nel sud della nazione, a sedici anni si è trasferita a Seoul con il fratello maggiore. Il suo debutto letterario è avvenuto nel 1985 con il romanzo Winter’s Fable, dopo il diploma al Seoul Institute of the Arts in scrittura creativa. Con Winter Fables  ha vinto il Munye Joongang New Author Prize, solo il primo di una lunga serie di riconoscimenti.

La mia valutazione
8/10
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You are my Spring (너는 나의 봄)

Un racconto di anime, di crescita e difficoltà interiori nel quale un triste mistero unisce i protagonisti

di Donatella Perullo

Titolo: You are my Spring

Genere: Dramma psicologico, romance, thriller

Dove vederlo: in streaming su Netflix

Sceneggiatura: Lee Mi-na  

Paese di produzione: Corea del Sud

Numero episodi: 16 Durata per episodio: 60 minuti circa

Anno di trasmissione in patria: 2021

Main Cast:

Kim Dong-wook  (Joo Young-do)

Seo Hyun-jin (Kang Da-jung)


Yoon Park
(Chae Jun / Choi JungDoctor Ian Norman Chase)

Nam Gyu-ri (Ahn Ga-young)

Jung Seo-yeon (Baek Eun-ha, figlia di Hyun-soo e Ji-won)

Kang Da-Jung è la manager in un prestigioso Hotel. Grazie alla sua professionalità e all’impegno, è riuscita a ottenere una posizione di prestigio. Decide così di traslocare in un nuova casa, più vicina al lavoro. L’appartamento è un attico, sito in un palazzo ristrutturato da poco, nel quale si trova anche la caffetteria della sua migliore amica, Park Eun-ha. Da-Jung si trasferisce pur sapendo che qualche tempo prima in quello stabile è avvenuto un efferato delitto. Nell’appartamento sotto quello di Da-Jung c’è una clinica psichiatrica il cui titolare è il dottor Joo Young-do, un uomo incredibilmente empatico che instaura subito un ottimo rapporto con la nuova vicina. Young-do ha un passato difficile, eppure la sua priorità continua a essere il benessere delle altre persone. Il giovane medico è pacato, riesce a leggere nell’animo del prossimo e capisce subito che anche Da-jung ha bisogno di aiuto, nonostante cerchi di nasconderlo.

A causa di un padre violento e alcolista, la donna ha subito grossi traumi nell’infanzia. Ferite interiori che la inducono a scegliere compagni di vita sbagliati e a trascorrere poi lunghi periodi in solitudine. Spinta dalla sua migliore amica, Da-Jung inizia a frequentare Park Chae-jun, un uomo affascinante che sembra molto preso da lei. Ben presto però la situazione si rivela inquietante e intricata e la donna sarà costretta ad affrontare pericoli e inaspettati fantasmi del passato. Al suo fianco avrà sempre sua madre, donna forte e pratica, che ora vive vicina al mare e gestisce una pizzeria. Soprattutto, però, non l’abbandonerà mai il dottor Joo Young-do. Lui non solo conquisterà il suo cuore, ma le insegnerà a superare il passato o, come lei stessa dice: “a togliersi il coltello dalla gola”.

“Nella vita non si può solo lavorare, dormire e fare la cacca”- Moon Mi Ran (mamma di Da-jung)

Per la sua abilità professionale, ma anche per riconoscenza, Joo Young-do unisce al suo lavoro di medico quello di consulente della polizia. Si troverà così ad indagare su un inquietante caso di omicidi nel quale sembra implicato anche il cupo dottor Ian Norman Chase. Chase è il gemello di Park Chae-jun. Separato dal fratello da bambino, l’uomo è stato adottato negli Stati Uniti ed è tornato in Corea del Sud per motivi di lavoro. Nello svolgersi delle intricate vicende che fanno da contorno a una delicata storia d’amore, Kang Da-Jung, Joo Young-do e Ian Norman Chase saranno coinvolti in una storia che si rivelerà aver cambiato in modi diversi il percorso delle loro vite. 

Riassumere la trama di You are my spring non è semplice perché il drama racconta principalmente una storia di anime, del loro vissuto e della loro crescita. È una serie che può rischiare di confondere un po’ lo spettatore perché all’inizio sembra essere solo un thriller. Con il procedere delle puntate, però, muta in un racconto di quotidianità e difficoltà interiori nel quale la tensione provocata dal mistero da svelare resta in sottofondo. È un drama a tratti lento che però non ho trovato mai noioso e che mi ha fatto spesso sorridere. Mi sono emozionata grazie soprattutto a Kim Dong-wook (Joo Young-do) che non conoscevo e che è riuscito a dare vita a un personaggio profondo, sensibile e innamorato della vita e del prossimo. Un uomo capace di curare gli animi con le parole e con la profonda comprensione anche a costo di mettere se stesso in secondo piano.

Il racconto non lascia in ombra i personaggi di supporto, che ruotano come satelliti intorno ai protagonisti, diventandolo a loro volta. Come,  ad esempio, Ahn Ga-yeong (Nam Gyu-ri), l’ex moglie del dottor Joo Young-do, un’attrice un po’ stramba e solo in apparenza superficiale. Una donna che nasconde un cuore ferito e finirà con il divenire la migliore amica di  Da-Jung. O Seo Ha-neul  (Ji Seung-hyun)  il veterinario dal cuore d’oro che ama in segreto Eun-ha. In You are my spring ogni personaggio è, insomma, un tassello indispensabile. Ognuno di loro ha una storia, anche piccola ma intensa, da raccontare. La narrazione ne segue l’evoluzione e accompagna lo spettatore nel loro mondo interiore mentre, nel contempo, si dipana una vicenda di morte e sangue che lega i protagonisti, presi dalle loro vicissitudini interiori.

Tutto il cast e i personaggi raccontati mi hanno piacevolmente colpita. Yoon Park che avevo visto nei panni di un giovane tirocinante medico in Good Doctor, è credibile nel doppio ruolo di due gemelli dall’animo opposto. Oh Hyun-jyung che impersona la pragmatica madre della protagonista riserva belle sorprese. Mentre Ji Seung-hyun e Kim Seo-kyung nelle vesti dei migliori amici del protagonista danno vita a piacevoli siparietti.

Un cenno è dovuto anche alla colonna sonora di You are my Spring. Era da molto che una OST non mi colpiva. Qui è i caso di “Dear My Spring” (다정한 봄에게) scritta dalla stessa sceneggiatrice Lee Min-ha.

Una curiosità: La pizzeria della mamma della protagonista ha il nome italiano Pizza ALVOLO, nome che senz’altro salterà agli occhi degli spettatori del nostro Paese. Ebbene, non è frutto della fantasia della sceneggiatrice, ma è il nome di una catena di pizzerie, principalmente da asporto, realmente esistente in Corea del Sud. Uno sponsor della produzione, dunque. Sul sito ufficiale, il marchio vanta la produzione di pizze il cui impasto è fatto con farina di riso nero naturale. Pizze i cui condimenti hanno ben poco in comune con quelle alle quali siamo abituati. Devo dire però che, sarà la bravura del regista,  sarei curiosa di assaggiarle.

A chi consiglio You are my Spring? A chi ama riflettere e a chi apprezza le storie che lasciano qualcosa.

La mia valutazione
8.5/10
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Start-Up (스타트업)

Amore, amicizia e riscatto tra innovazione tecnologica, progetti e sogni.

di Donatella Perullo

Titolo: Start-Up (스타트업)

Genere: romance/office

Dove vederlo: in streaming su Netflix

Sceneggiatura: Park Hye-ryun

Regia: Oh Choong-Hwang

Paese di produzione: Corea del Sud

Numero episodi: 16

Durata per episodio: 85 minuti circa

Anno di trasmissione in patria: 2020

Main Cast:

Bae Suzy (Seo Dal-mi)

Nam Joo-hyuk (Nam Do-san)

Kim Seon-ho (Han Ji-pyeong

Kang Han-na (Seo In-jae, sorella di Seo Dal-mi)

Kim Hae-sook (Choi Won-deok, nonna di Seo Dal-mi)

Yoo Su-bin (Lee Chul-san)

Kim So-wan (Kim Yong-san)

Stephanie Lee (Jeong Sa-ha)

Kim Won-hae (Padre di Nam Do-San)

Seo Dal-mi (Heo Jung-eun) e Seo In-jae (Lee Re) sono sorelle. Vivono con dolore la fine del matrimonio dei loro genitori e anche se non vorrebbero, quando questo accade le loro strade si separano. In-jae che è la maggiore decide di seguire la madre in una nuova vita agiata e farsi adottare dal nuovo marito di lei. Dal-mi che è affezionatissima al papà, resta invece con lui nella loro modesta dimora. Padre e figlia condividono il medesimo spirito puro ed entusiasta. L’uomo sogna di aprire un’azienda informatica che dia la possibilità a giovani imprenditori delle Start-up di avviare le proprie aziende senza correre rischi.

Dopo anni di sacrifici le cose sembrano finalmente andare bene per lui, ma sta per ottenere un importante finanziamento quando perde la vita. Così, l’adolescente Seo Dal-mi resta sola con Choi Won-deok (Kim Hae-sook), la nonna paterna. La donna gestisce un ristorante di corn dog e fa il possibile per dare sostegno alla nipote.

Choi Won-deok è una donna molto generosa. Un giorno incontra il giovane Han Ji-pyeong (Nam Da-reum) che è appena uscito dall’orfanotrofio e non ha un posto dove andare. La donna gli offre ospitalità e in cambio lui che ha una mente brillante, la aiuta nella gestione delle finanze. Choi Won-deok è preoccupata per la nipotina che dopo la morte del padre si è isolata e non ha amici. Chiede perciò a Ji-pyeong di scrivere per lei delle lettere alla ragazzina, fingendosi un suo ammiratore. Il ragazzo accetta, sebbene controvoglia, di aiutare la sua benefattrice.

“C’è chi dice che le bugie a fin di bene siano innocue, ma non è vero. Nessuna bugia lo è . Finiscono tutte per fare del male a qualcuno”

(Choi Won-deok)

Per restare incognito, si firma Nam Do-san, un ragazzino che in quei giorni appare sui quotidiani per aver vinto le Olimpiadi della matematica. La corrispondenza tra i due si protrarrà per diverso tempo e darà a Dal-mi e, inaspettatamente, a Ji-pyeong la motivazione per tornare a sorridere. Pur non incontrandosi mai, per entrambi è il primo amore. Un giorno, però, Ji-Pyeong decide di dire addio alla sua amica di penna e andare via per iscriversi all’università. Il distacco dall’anziana è doloroso, ma il giovane che tende a chiudersi e a nascondere i propri sentimenti, non si lascia convincere e parte.

Il racconto riprende ben quindici anni dopo. Seo Dal-mi (Bae Suzy) è diventata una giovane donna dall’innato spirito imprenditoriale. Vive ancora con la nonna e non si è mai fidanzata poiché il suo cuore è sempre occupato dall’amore idealizzato per Nam Do-san. Sua sorella Seo In-jae (Kang Han-na) ha il cognome del patrigno, un grosso imprenditore informatico, e lavora come dirigente nella sua azienda. Han Ji-pyeong (Kim Seon-ho) è diventato un dirigente della Sand-Box, la Silicon Valley coreana. È ricco, molto considerato, ma sempre attento a non aprirsi e ancora solo.

Un giorno Seo Dal-mi riceve l’invito per un evento esclusivo al quale sa che incontrerà la madre e la sorella. Desiderosa di celare che a quasi trent’anni non ha raggiunto nessuno dei suoi obiettivi, decide di mentire alle due. Poiché ha sempre parlato loro di Nam Do-san, dice alla nonna che vuole ritrovarlo e presentarlo come suo fidanzato. Preoccupata, la donna chiama Ji-pyeong e lo prega di aiutarla a trovare l’ignaro Do-san prima di sua nipote, così che il loro castello di bugie non sia rivelato.

Nam Do-san è un genio dell’informatica, titolare con due amici, Lee Chul-san e Kim Yong-san, della Samsan Tech una piccola start-up che però non riesce a decollare. È un idealista, sognatore e ingenuo che accetterà di aiutare lo sconosciuto Ji-Pyeong solo dopo aver letto le lettere scritte anni prima da So Dal-mi.

Inizierà così una commedia romantica degli equivoci ambientata nella Sand Box, che nella realtà non esiste, ma che è così ben descritta da sembrare reale. La storia parte con l’intento di essere un racconto sulle vicissitudini, le ambizioni e le sfide di giovani imprenditori delle Start-up. Ben presto diventa, però, soprattutto una storia d’amore.   

Novello Cyrano de Bergerac quello di Han Ji-pyeong, anche grazie all’interpretazione di Kim Seon-ho, è un personaggio che non si può non amare. Desideroso di affetto ma testardo nel non volerlo ammettere, l’uomo aiuterà Nam Do-san ad avvicinarsi a So Dal-mi, nonostante provi qualcosa per lei. Dal canto suo Do-san è un genio incompreso. Spiccherà il volo grazie al sostegno e alle capacità imprenditoriali di Dal- mi, della quale s’innamorerà a prima vista, anzi, ancora prima di vederla.

“Chi dice che io debba sognare soldi o successo? E se il mio sogno fosse una persona?” 

(Nam Do-san)

All’inizio Nam Do-san è oltremodo ingenuo, un nerd non avvezzo ai rapporti umani. Ha poca autostima e trova il coraggio di avvicinare la donna che ama, solo fingendosi il Do-san delle lettere. Grazie anche alla volontà di restare accanto a Dal-mi, riuscirà, però, a trovare la forza di farsi valere e dimostrare il suo valore. Nam Joo-hyuk lo interpreta alla perfezione e riesce a coinvolgere così bene nelle emozioni del personaggio, da commuovere più volte. Della sua interpretazione mi ha colpito la palese immedesimazione in Nam Do-san. La sua espressività e l’ottima capacità di esternare coinvolgimento emotivo, sono inconfutabili indizi delle sue ottime capacità recitative.

Seo Dal-mi è testarda e ambiziosa. Entra nella Sandbox per dimostrare alla sorella e alla madre di poter arrivare ai vertici di un’azienda, anche senza l’appoggio di una famiglia ricca. È generosa e non ha paura di esprimere i propri sentimenti. Nasconde le fragilità interiori e dimostra grinta e attitudini da leader. Grazie alla forte motivazione sarà in grado di fare scelte lavorative difficili. Senza saperlo, amerà due Do-san. Quello delle lettere, dietro il quale si nasconde Ji-pyeong, e il Do-san reale, insicuro eppure coraggioso nell’esternare i propri sentimenti. Bae Suzy è ormai un’attrice d’esperienza, la amiamo in tanti e non ha bisogno di presentazioni. Voglio egualmente, però, riconoscerle il merito dell’essere riuscita a ben rappresentare l’essenza di Dal-mi, il suo orgoglio, la generosità e l’audacia dei propri sentimenti.

Han Ji-pyeong è, tra i protagonisti, quello al quale ci si affeziona di più. Lo conosciamo quando ha appena lasciato l’orfanotrofio e con pochi spiccioli in tasca è alla ricerca di un alloggio. A quest’età è interpretato da Nam Da-reum, un giovane talento che vi consiglio di tenere d’occhio. Ha iniziato a recitare quando aveva appena sette anni e per me è sempre una gioia ritrovarlo in un drama. Mi aveva già stregato in While you were Sleeping, in Just Between lovers e in tante altre serie nelle quali ha interpretato i protagonisti da giovani. In Start-Up non è da meno. Di recente è stato protagonista del web drama The Great Shaman Ga Doo-shim e gli auguro una carriera splendida. Tornando a Han Ji-pyeong, lui non è abituato a esternare i propri sentimenti e tende a chiudersi in se stesso per non mostrare debolezze.

Così facendo penalizza la propria sfera emotiva. È un uomo di successo, eppure la sua unica compagnia è un’assistente vocale, lo si abbraccerebbe dall’inizio alla fine. Vien voglia più volte di gridargli che sta sbagliando, che rischia di perdere tutto se non trova il coraggio di ammettere a se stesso che ha bisogno degli altri. L’affetto che mostra per l’anziana Won-deok è tangibile e toccante, nonostante cerchi di mascherarlo. Lei è stata la prima a capirlo e sarà per lui la famiglia che non ha mai avuto. Kim Seon-ho è perfetto nel ruolo e come sempre eccezionale. Lo ammiro da quando lo vidi nei panni del magistrato Jung Jae-yoon in 100 Days My Prince (백일의 낭군님). È un attore di grande talento ed è stato eccelso nel trasmettere i tormenti e le contraddizioni interiori del suo personaggio. Il valore di Ji-pyeong nella storia è soprattutto merito suo.

Un plauso speciale va a Kim Hae-sook, attrice di grande esperienza, che riesce a dare vita a una nonna forte e al contempo tenera. Sarà che ho un debole per i nonni, ma il suo personaggio mi è rimasto nel cuore. La sceneggiatrice, Park Hye-ryun, che abbiamo amato per altri suoi lavori come I can hear your voice (2013), Pinocchio (2014) e While you were sleeping (2017), in Start-up pur partendo da un’ottima idea, commette diverse ingenuità che fanno perdere punti al prodotto finale. Alcune scelte lavorative fatte dai personaggi sono, poco credibili e utilizzate per creare imprevisti e intoppi che fanno storcere il naso. Alcuni comportamenti dei protagonisti sono discutibili così come le diverse sottotrame che, non sempre ben sviluppare, rappresentano una pecca del drama.

In sostanza, però, grazie all’interpretazione del cast e alla storia d’amore coinvolgente, molto si perdona. Basta mettere in secondo piano l’aspetto office della storia e concentrarsi sul triangolo amoroso e sull’umanità dei personaggi per apprezzare fino in fondo Start-up.  Il drama è arricchito da OST coinvolgenti che reggono bene il ritmo del racconto. In particolare ho amato Running dell’insuperabile Gaho,  Future cantata dalle Red Velvet e la più melodica Day & Night, interpretata da Jung Seun-hwan. Consiglio Start-Up a chi ama il romanticismo, le storie di riscatto e crescita interiore.

La mia valutazione
8.4/10
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Moon Lovers 2 (Alla conquista della Felicità) – Capitolo 11

di Donatella Perullo

Attenzione 

Il racconto contiene spoiler per coloro che non hanno visto il Drama Moon Lovers: Scarlet Ryeo.

Capitolo 11

Quando Kim Sun-hyun sollevò le palpebre, era di nuovo in un letto d’ospedale. Un vocio sommesso gli fece capire che non era solo. Richiuse gli occhi, nella speranza che nessuno si fosse accorto che era cosciente e si concentrò sulle voci, sperando di distinguere quella di Ha-jin. Riconobbe sua madre e suo fratello Joo-hyuk che parlavano con un uomo, probabilmente un medico. Di tanto in tanto le loro voci si facevano più sommesse, nel tentativo di non fargli capire cosa stessero dicendo. D’un tratto passi affrettati gli fecero acuire i sensi e una voce femminile si aggiunse alle altre. Era quella concitata di Choi Eun-ae la sua fidanzata.

Sun-hyun s’irrigidì, l’unica voce che avrebbe voluto sentire era quella di Ha-jin. Cercò di controllare il respiro per non farsi notare, poi sentì il Samjogo divenire gelido.

Allora spalancò gli occhi e si portò una mano al collo per assicurarsi che fosse nascosto. Era di nuovo azzurro e il colore scorreva come fluido opalescente lungo il disegno cesellato. Non se ne meravigliò. Joo-hyuk, loro madre e persino Eun-ae erano identici al passato. Avrebbe capito che erano reincarnazioni anche senza la reazione del monile. Per un istante gli sembrò di essere tornato nel Goryeo. Non fece in tempo a completare il pensiero che il viso di sua madre gli si parò dinanzi e sull’altra sponda del letto lo raggiunse Cho Eun-ae che gli prese una mano fra le sue.

Kim Sun-hyun avrebbe voluto liberarsi dalla presa, ma era cosciente che sarebbe stato sbagliato. Guardò sua madre, poi la fidanzata e chiese:

«Perché mi avete riportato in ospedale?»

«Tesoro» piagnucolò la mamma, accarezzandogli il volto «ti abbiamo trovato privo di sensi. Perché sei fuggito, cosa ti è venuto in mente?»

Il volto di Kim Joo-hyuk si affiancò a quella di loro madre e lo fissò cupo, come se cercasse di leggergli dentro. Sun-hyun ricambiò lo sguardo del fratello maggiore con la medesima intensità, quasi a sfidarlo, e gli chiese: «Che hai da guardare così, hyeong?»

«Ricordi chi sono? Hai riacquistato la memoria?»

“La memoria, già, la mia memoria”, pensò agitato Sun-hyun. “È stato il Samjogo? È merito suo se ora ricordo tutto? Le mie due vite sembrano essere divenute una. Sono Wang So eppure anche Sun-Yun. È così che si sente Ha-jin che ricorda tutto dei suoi giorni da Hae Soo e della sua vita in questo tempo?” Una fitta gli attraversò le tempie. Strinse gli occhi e il viso gli si distorse in un’espressione di dolore.

«Yeobo! Esclamò preoccupata Eun-ae «Ti senti male?»

Sun-Yun  scosse il capo: «Ho mal di testa, lasciatemi riposare vi prego.» e liberò la mano da quella della fidanzata, poi chiuse gli occhi e si girò su un fianco per voltarle le spalle.

«Dottore…» chiamò la madre in cerca di conforto sulle condizioni del figlio. Il medico gli si avvicinò e con voce profonda e rassicurante disse: «Come le spiegavo poco fa, presidentessa Kim, suo figlio ha subito un forte trauma a causa dell’incidente. Per fortuna pare lo stia superando bene, ma ha bisogno di riposo e tranquillità. Pressarlo potrebbe essere controproducente per il suo recupero.»

«Cosa intende dire, che lo sto disturbando?» la voce della presidentessa era divenuta improvvisamente aspra e il tono di sfida. «Lei sa chi è il proprietario di quest’ospedale, vero dottore?»

“Ecco la madre che conosco” pensò Sun-hyun.

«Õmŏni!» intervenne Joo-hyuk, imbarazzato dall’atteggiamento aggressivo della mamma «Il dottore cerca solo di fare il bene di Sun-hyun. Dovremmo dargli ascolto se vogliamo che torni presto a casa e che stia bene.» poi rivolto al medico, accennò un segno di contrizione e si scusò in vece della donna. Seguì qualche istante di silenzio imbarazzato, poi lei si schiarì la voce e tornando melliflua disse: «Mio figlio ha ragione. Dottore spero possa comprendere, sono una donna angustiata dalla preoccupazione.»

«Certo presidentessa. Suo figlio tornerà presto a casa e mi assicurerò che non lasci l‘ospedale se non quando sarà dimesso.»

«Le conviene che sia così, se non vuole perdere il lavoro.» Puntualizzò secca Eun-ae.

«Tranquilla mia cara» affermò la presidentessa «Il dottore ha capito come stanno le cose. Inoltre la stanza sarà sempre controllata da uno dei miei dipendenti. Il nostro Sun-hyun è al sicuro.»

“Le mie due vite sembrano essere divenute una. Sono Wang So eppure anche Sun-Yun. ”

«Mamma ora andiamo, ti prego.» insisté Joo-hyuk «Sun-hyun è in buone mani e ha bisogno di serenità. Ti riporterò qui domattina, promesso.»

La donna fissò il volto del figlio maggiore poi guardò l’altro, ancora raggomitolato su un fianco, con gli occhi caparbiamente chiusi. Sospirò e si arrese: «Andiamo Eun-ae cara, torneremo domattina.»

Sun-hyun sentì i tacchi della madre e della fidanzata allontanarsi, poi percepì l’odore del dopobarba di suo fratello e capì che si era avvicinato. Il fiato di Joo-hyuk gli lambì l’orecchio mentre sussurrava: «Le porto via, fratellino. Mi devi un favore.»

Sun- hyun non rispose. Aspettò prima di riaprire gli occhi e quando si accorse di essere finalmente solo, si mise a sedere. Guardò il medaglione tornare lentamente al suo colore naturale e ringraziò che nessuno si fosse accorto che lo indossava.

Ora che ricordava tutto, aveva capito che Joo-hyuk era la reincarnazione dell’ottavo principe, Wang Wook. Sarebbe stato impossibile non riconoscerlo, era pressoché identico all’uomo che era stato nel Goryeo. Così come aveva riconosciuto sua madre che ora, al contrario che nella vita passata, sembrava amarlo follemente. Ed Eun-ae? Lei era così simile a Lady Hae Myung-hee, la defunta moglie di Wang Wook. Per non parlare di Wang Eun, il decimo principe, che ora era il segretario Lee Baek-hyuk. Mille domande lo assalirono. La storia si sarebbe ripetuta? Joo-hyuk aveva mantenuto l’amore per la letteratura e l’arte che lo avevano distinto come ottavo principe. Conservava anche la sete di potere e l’indole che lo caratterizzavano nella vita passata? Se avesse incontrato Ha-jin avrebbe di nuovo provato a portargliela via? Eun-ae, Lee Baek-hyuk, Joo-hyuk e sua madre, erano parte della sua vita da sempre.

Ora gli sembrava di non averli mai conosciuti e nello stesso tempo, sapere di loro più di loro stessi. Strinse il lenzuolo tra le dita e imprecò. Chi altri di chi lo circondava era la reincarnazione di un membro della sua famiglia? Di chi avrebbe dovuto guardarsi e chi era colui di cui gli aveva parlato l’astronomo? Certo, il Samjogo lo avrebbe aiutato a riconoscere chi ora aveva un aspetto diverso, anche se ancora non sapeva come utilizzarlo. Ora, però, una sola cosa lo metteva davvero in agitazione, il non sapere dove fosse Ha-jin.  La porta si aprì e il medico tornò nella stanza. Sun-hyun gli indirizzò uno sguardo di sconforto e rassegnazione. L’uomo controllò la flèbo, poi gli puntò una piccola luce prima in un occhio, poi in un altro.

«Sembra che lei stia recuperando bene. Ha rischiato molto, lasciando l’ospedale prima del dovuto. Per fortuna non ci sono state grosse conseguenze. Più tardi la sottoporremo a una visita neurologica e domani mattina le farò ripetere la risonanza magnetica. Voglio assicurarmi che il piccolo ematoma intracranico conseguente il trauma si stia riassorbendo. Se posso fare qualcosa per lei, la prego di dirmelo. È lei il mio paziente, se vedere i suoi familiari la disturba ho l’autorità per non consentire visite.»

Sun-hyun gli sorrise grato: «La ringrazio dottor Park. Lei mi conosce da otto anni ormai. Quando mi dimetteranno avrò diverse situazioni da risolvere, anche con la mia famiglia. Poter avere ancora un po’ di tranquillità mi aiuterebbe. Le farò avere i nomi di chi può autorizzare a farmi visita, gli altri sono certo che saprà come tenerli alla larga.»

«Può contare su di me.» assicurò il medico.

«Per ora vorrei vedere Lee Baek-hyuk, il mio segretario, senza che la mia famiglia venga a saperlo. Crede di poterlo rintracciare per me?»

«Certo, signor Kim.» lo rassicurò il medico «Ora però cerchi di riposare. Verrà un’infermiera per medicarla e cambiarle la flebo. Vuole che le dia qualcosa che la aiuti a dormire?»

Sun-hyun scosse il capo: «No grazie. Ho bisogno di pensare e poi mi sento così stanco che non credo avrò difficoltà ad addormentarmi.»

Il dottor Park annuì pensieroso: «Come preferisce.» disse poi, andando via.

Trascorsero solo pochi minuti prima che due infermiere entrassero nella stanza per prendersi cura di lui. Indossavano mascherine chirurgiche e avevano i capelli nascosti dalle cuffie della divisa

Preso dai suoi pensieri, Sun Hyun non le guardò. Lasciò che una gli sostituisse la flebo e poi iniziasse a medicargli la ferita che, nell’incidente d’auto, si era procurato sulla spalla.» L’altra ragazza rimase ferma accanto alla collega, in silenzio. Sun-hyun non fece caso a lei fin quando l’infermiera non ebbe finito il suo lavoro e le disse: «Posso concederti solo qualche minuto. Ti aspetto fuori, ti prego non mettermi nei guai.» La giovane accennò un inchino di gratitudine e guardò l’amica chiudersi la porta alle spalle. In quel momento, incuriosito dalla strana situazione, Sun-hyun guardò l’infermiera e il suo cuore ebbe un sobbalzo: «Ha-jin!»

Lei abbassò la mascherina e si chinò verso di lui, per accarezzargli il viso: «Come stai, amore mio? Ho creduto di impazzire quando Ji-mong mi ha portata via.»

«Sto bene, ora che ti vedo.»

«Oh, Wang So, devo dirti alcune cose importantissime.» era agitata e parlava a fatica. Lui la prese per un polso e con delicatezza la indusse a sedergli accanto. La guardò incantato, poi le prese il viso tra le mani e sussurrò: «Mi dirai ogni cosa, Yeobo, ma dopo. Ora voglio solo baciarti, ne ho bisogno più dell’aria.» poi impresse il suo appassionato sigillo d’amore.

Fine secondo capitolo undicesimo

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Moon Lovers 2 (Alla ricerca della Felicità) – Fanfiction

Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved

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Titolo: Moon Lovers 2 (Alla conquista della Felicità) – Capitolo 10

di Donatella Perullo

Attenzione 

Il racconto contiene spoiler per coloro che non hanno visto il Drama Moon Lovers: Scarlet Ryeo.

Capitolo 10

Wang So aveva mal di testa. Le tempie gli battevano tanto forte da non riuscire a ragionare. Aveva ascoltato il racconto dell’astronomo e ora si sentiva confuso e stordito da rabbia e preoccupazione. Prese la mano di Ha-jin e la strinse piano, per trasmetterle una sicurezza che neanche lui purtroppo aveva. Ji-mong capì il suo stato d’animo e, posandogli le mani sulle spalle, disse:

«I tuoi fratelli, mio re, sono qui anche loro. Hanno vissuto altre vite e alcuni hanno ritrovato la pace che permette di avere un’esistenza serena, ma non tutti. Tra loro c’è qualcuno che si porta dietro il dolore e la rabbia di quanto accadde in quegli anni. Uno, in particolare, a causa di questa sofferenza, è rimasto preda del male e ne è diventato adepto. È lui che dovete salvare, il suo destino che dovrete cambiare per impedire che l’equilibrio che sorregge quest’epoca non vada perduto.»

«Come possiamo cambiare il destino di qualcuno e soprattutto, come troveremo i principi? Potrebbero essere ovunque.» chiese  Hae Soo ansiosa.

«Proprio tu non dovresti farmi questa domanda. Nessuno più di te sa come cambiare in meglio il destino di qualcuno. Negli anni vissuti al Palazzo con la tua grazia, la generosità e l’affetto sei riuscita a risvegliare le coscienze anche di chi sembrava non averne.»

«Sono stata solo me stessa.»

«Ed è quello che dovrai fare anche ora. Dovrete restare uniti ed essere voi stessi. Insieme scoprirete chi è in balìa del male e lo riporterete verso luce. Solo in questo modo l’anomalia che ha dato origine a tutto ciò sarà annullata e chi l’ha provocata, sconfitto.»

Wang so stringeva ancora il Samjogo e d’un tratto gli sembrò fosse divenuto più freddo, quasi di ghiaccio. Aprì il palmo e lo osservò, un azzurro pulsante aveva preso il posto dell’oro di cui era composto e il monile sembrava emanare uno strano scintillio.

«Ma cosa!?» sobbalzò il re.

«Non temere, è così che comunica con te. Lui è in grado di riconoscere i principi, anche se hanno un aspetto diverso. Ne vede gli animi e li sente quando sono vicini. Quando troverai colui che cerchi, la sua luce diverrà scura. Un viola tetro che non potrai non riconoscere.»

«Quando accadrà, cosa dobbiamo fare?» si preoccupò Ha-ji.

«Il Samjogo sarà la vostra guida, ma anche la vostra arma.»

«Si, ma ora perché è divenuto così?» Wang So non riusciva a capacitarsene.

«Uno dei tuoi fratelli è vicino. Probabilmente fa parte della tua famiglia attuale.  Ti hanno trovato e stanno venendo a prenderti per riportarti a casa. Kim Sun-hyun è molto amato, la sua famiglia è preoccupata.»

«Allora devo andare via, subito!» scattò Wang So.

«No!» Lo fermò Ji-mong «Devi andare con loro. Tu sei Kim Sun-hyun e devi tornare alla tua vita. È così che deve andare.»

«Io resto con Hae So e non vado in nessun posto senza di lei.» sentenziò Wang So a denti stretti, prendendola per mano.

Ji-mong scosse il capo: «Ascoltami mio re, perché ciò che sto per dire è di fondamentale importanza. Indossa il Samjogo, ti porterà ai tuoi fratelli, ti proteggerà e ti guiderà. Saprà come farlo e tu imparerai a seguire la strada che ti indicherà, ma quest’oggetto è molto più di questo. Ti renderà una fenice capace di risorgere dalle sue ceneri e ricomporrà il tuo animo frammentato. Inoltre ricorda, questo monile è anche una chiave. Quella che ti consentirà di chiudere per sempre la porta dietro la quale devi relegare l’Oscuro, quando questi si presenterà.»

Il ciondolo divenne ancora più luminoso.

«Sono vicini. Devo andare via.» si agitò l’astrologo «Usa il Samjogo se vuoi che qualcuno dei tuoi fratelli ricordi il passato. Ricorda, non esiste amuleto più potente!»

Qualcuno in lontananza gridò: «Eccolo, lo vedo! Sun-hyun, Kim Sun-hyun!»

«Ci hanno trovati!» esclamò Ha-jin con voce strozzata dall’ansia.

Wang So sentì il freddo del metallo diventare tiepido, poi pian piano sempre più caldo. Un istante dopo il monile sembrò farsi di fuoco, divenne rosso acceso e gli strappò un grido di dolore.

L’astronomo afferrò Wang So per un braccio e in un tono che non ammetteva repliche gli ingiunse: «Indossa il Samjogo, mio re. Ora! Se non vuoi che tutto sia stato inutile e che il vostro destino sia nefasto!»

La voce che gridava il nome di Kim Sun-hyun ora era più vicina.

Wang So cercò le labbra di Ha-jin e la baciò con trasporto disperato, poi senza bisogno di parole cercò da lei la risposta che cercava.

La giovane annuì, con gli occhi lucidi di lacrime a stento trattenute. Lui allora prese con entrambe le mani la catena del Samjogo e la indossò. Il ciondolo si fermò sulla pelle chiara, nello scollo della camicia appena sbottonata.

Wang So sentì il freddo del metallo diventare tiepido, poi pian piano sempre più caldo. Un istante dopo il monile sembrò farsi di fuoco, divenne rosso acceso e gli strappò un grido di dolore.

Ha-jin urlò disperata. Si avventò sul ciondolo per strapparlo via, ma l’astronomo la trattenne con forza.

«No! È così che deve andare. Non temere per lui!»

Ha-jin  vide Wang So irrigidirsi,  digrignare i denti e gettare il capo all’indietro, poi stramazzare al suolo scosso da convulsioni.

«No, no!» il suo grido disperato sembrò sovrastare persino le cascate variopinte della  Raimbow Fountain. Provò di nuovo a liberarsi della presa dell’astronomo per gettarsi su Wang So, ma le dita dell’uomo sembravano d’acciaio e non lasciarono le sue braccia.

Wang So si contorse ancora per qualche istante, poi la luce del Samjogo divenne più soffusa fino a spegnersi e il corpo del giovane si rilassò, per restare immobile sul selciato, privo di sensi.

«Andiamo via da qui.» ordinò Ji-momg «Stanno arrivando. Sapranno prendersi cura di lui.»

«Non voglio lasciarlo! Voglio essere certa che stia bene!»

«Sta bene, devi fidarti di me. Andiamo via. Ora!» e dicendo questo, la prese di forza e la portò lontana da Wang So.

Fine secondo capitolo decimo

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Moon Lovers 2 (Alla ricerca della Felicità) – Fanfiction

Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved

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Chilseok (칠석), la festa degli innamorati

Il San Valentino estivo in terra coreana

di Gabriele Discetti

Il Chilseok (칠석) è una festività coreana spesso associata al San Valentino occidentale. In realtà molte sono le differenze tra le due. In primis il Chilseok cade il settimo giorno del settimo mese del calendario lunisolare coreano. Pertanto non è una ricorrenza fissa, ma varia di anno in anno. Nel 2021, ad esempio, è stata festeggiata il 14 agosto, nel 2022 cadrà il 4 agosto.

Il Chilseok ha origine dal festival cinese Qixi. Il Qixi è lo stesso da cui deriva il Tanabata, festività giapponese chiamata anche Festa delle stelle o Festa delle stelle innamorate. La festa di Qixi (o Qiqiao) è detta festa del doppio sette, notte dei sette o giorno di San Valentino cinese. Il Chilseok ha mantenuto la tradizione di festeggiare il 7° giorno del 7° mese lunisolare come quella cinese.

Come ogni festività antica, anche il Chilseok trae origine da una leggenda molto suggestiva che sono contento di potervi raccontare.

Un re celeste aveva una figlia chiamata Jiknyeo, la quale era una tessitrice di grande talento. Un giorno la ragazza, mentre era intenta a tessere, vide un giovane pastore di nome Gyeonwu e se ne innamorò.  Il padre permise il matrimonio ma da sposati, presi dal loro amore, i due cominciarono a tralasciare i loro mestieri. Jiknyeo non tesseva più, Gyeonwu non si occupava più delle pecore. Il re infuriato obbligò la coppia a vivere lontani, separati dalla Via Lattea. Era permesso loro di vedersi soltanto un giorno all’anno, il settimo giorno del settimo mese. Solo in quell’occasione corvi e gazze avrebbero creato un ponte sulla Via Lattea per ricongiungere i due amanti.

Si dice dunque che corvi e gazze non abbiano piume sulla testa proprio perché calpestati dai piedi dei due sposi. Inoltre c’è la credenza secondo la quale se il giorno della ricorrenza piove, vuol dire che i due amanti sono felici di vedersi. Se invece piove il giorno seguente, allora vorrà dire che i due sono tristi perché dovranno aspettare un altro anno prima di rivedersi. Non è un caso che la festività cada il settimo giorno del settimo mese. In quel giorno, infatti, le due stelle Vega e Altair sono vicine nella volta celeste e una terza stella, Deneb, che forma un simbolico ponte tra le due.

Il Chilseok cade in un periodo in cui il caldo diminuisce e inizia la stagione delle piogge. Le abbondanti piogge favoriscono le coltivazioni di cetrioli, meloni e zucche, quest’ultime mangiate fritte durante la festività.

Altri cibi tipici di questo giorno di festa sono quelli a base di grano: spaghetti, torte e frittelle. Per i coreani è una delle ultime occasioni di gustare cibi derivati dal grano. Difatti venti freddi  che seguono tale periodo rovinano il grano fino all’anno successivo.

Jiknyeo rappresentata nell’opera “Bride of Wings”dell’artista Kate Adams- Credit Song Kang Art – © Kate Adams

Per i buddhisti il Chilseok è l’occasione per pregare e fare offerte nei templi. In occasione di questa festività, in passato si era soliti pregare per un buon raccolto. Inoltre le donne invocavano lo spirito di Vega, che simboleggia Jiknyeo, per migliorare la propria abilità nel ricamo.

Il Chilseok è l’occasione per gli innamorati di stare insieme, guardare le stelle e mangiare cibi tradizionali.

Fonti (1), (2), (3), (4)

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Moon Lovers 2 (Alla conquista della Felicità) – Capitolo 9

di Donatella Perullo

Attenzione 

Il racconto contiene spoiler per coloro che non hanno visto il Drama Moon Lovers: Scarlet Ryeo.

Capitolo 9

Wang So si frappose tra lo sconosciuto e Ha-jin. Il suo sguardo infuocato avrebbe indotto chiunque alla fuga, ma non costui.

«Non devi temermi Wang So.» Disse l’altro, scoprendosi il volto «Non è forse grazie a me che sei riuscito a giungere fin qui?»

«Ji-mong?!» si sorprese il re, nel riconoscere l’astronomo di corte.

Ha-jin fece capolino da una spalla dell’amato e il cuore le saltò in gola. Quell’uomo era il migliore amico di Wang So, uno dei pochi di cui lui si fidasse. Era anche, però, l’ultima persona con la quale aveva parlato prima di rischiare di affogare per ritrovarsi poi nell’epoca Goryeo. Perché era qui, ora?

«Ciao Ha-jin.» disse l’altro «Sono felice di vedere che stai bene e che finalmente hai riacquistato del tutto la memoria.»

Lei venne allo scoperto ma Wang So la trattenne e la indusse a rimanergli al fianco.

«Come hai fatto a trovarci?» domandò scettico.

«Dimentichi che sono stato io a condurvi qui?»

«Che cosa vuoi da noi?» chiese Ha-jin , tesa.

«Piuttosto desidero qualcosa per voi. Auspico che il vostro destino finalmente si compia.» e dicendo questo l’uomo infilò una mano in tasca.

Temendo che fosse armato, Ha-Jin indietreggiò e indusse Wang So a fare lo stesso.

Ji-mong sorrise, mostrando un ciondolo dorato e circolare.

«Dovrete superare ancora delle prove e per farlo avrete bisogno di molta forza, determinazione e di questo.» Allungò la mano e porse il monile a Wang So.

«Il Samjogo!» si sorprese il giovane, riconoscendo il medaglione d’oro con intarsiata l’immagine mitologica dell’uccello a tre zampe.

«Esatto, mio re.  Il Samjogo Kari-sae, simbolo del potere, più poderoso del drago cinese e della fenice. Indossalo e non separartene mai. Grazie a lui potrai conquistare la pace che cerchi.»

Wang So allungò una mano verso il medaglione e sfiorò i contorni dell’animale mitologico, poi guardò di nuovo Ji-mong: «Perché hai detto che il mio tempo qui è limitato?»

«Siete entrambi vicini al compimento del vostro destino. Avete un compito da portare a termine e se non ci riuscirete, di te, mio re, resterà solo il ricordo.»

«Il ricordo?» impallidì Ha-jin.

Ji-mong annuì pensieroso e mosse la mano per spronare il sovrano a prendere il medaglione, poi sedette sulla panchina e sospirò affranto. Sembrava stanco e preoccupato e il suo viso era segnato da rughe che Wang So non ricordava.

«Ascoltatemi con attenzione perché non ho molto tempo. Wang So, tra poco chi ti cerca ti troverà.»

I due si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi lui spronò l’astronomo a parlare. L’altro allora annuì e iniziò il suo racconto:

«Le vostre anime sono destinate sin dalla notte dei tempi, ma un’alterazione aveva impedito loro di incontrarsi. Se non fossimo intervenuti, nulla del mondo di oggi sarebbe come lo conosciamo. Mio re, il trono era nel tuo fato, ma senza l’incontro con Hae So non saresti stato il sovrano saggio e innovatore che la storia ricorda. Saresti rimasto il sanguinario tiranno, ostaggio del buio che ne stava invadendo l’anima. Tu invece, piccola mia, saresti rimasta una sventurata, infelice per non essere riuscita a compiere il proprio destino. Quel giorno al lago Cheonjuho non fu facile per me trovarti e raggiungerti. Se non l’avessi fatto, avrei destinato voi due alla dannazione e il mondo intero a un destino nefasto.»

«Non capisco» ammise la ragazza «Cosa intendi per alterazione?»

Ji-mong annuì comprensivo: «Proverò a spiegarmi meglio. Ci fu un incidente, o per lo meno così credemmo all’epoca. Nel momento in cui la tua essenza stava per raggiungere il corpo di Hae So, qualcosa, anzi qualcuno, deviò il suo percorso. L’anima raggiunse così un’altra epoca, pervadendo il tuo corpo attuale, quello nel quale avresti dovuto reincarnarti secoli dopo. Fu un disastro al quale abbiamo rischiato di non poter rimediare. Scissa dal fisico al quale eri destinata e strappata al tuo destino, hai rischiato di smarrirti per sempre. Così come si sarebbe perso Wang So. Lui senza il tuo supporto, il tuo amore e la tua guida non sarebbe mai divenuto il sovrano che è stato. Con lui sarebbe andata perduta ogni sua innovazione, ogni suo gesto.»

“Nello scorrere del tempo le anime sono come granelli di sabbia. Per quanto infinitesimale, ogni granello è pari a una montagna in grado di deviare il corso della storia.”

Wang So prese Ha-jin per mano, confermando con il linguaggio del corpo le parole dell’astronomo reale. Ji-mong provò una stretta al cuore nel vederli così uniti e tacque per un istante, prima di riprendere il suo racconto: «Nello scorrere del tempo le anime sono come granelli di sabbia. Per quanto infinitesimale, ogni granello è pari a una montagna in grado di deviare il corso della storia. Un’anima non può soppiantarne un’altra all’interno di un corpo e credevamo che ormai nulla fosse recuperabile. Per fortuna l’essenza che era insediata in Hae Soo era destinata ad ascendere dopo appena sedici anni, così noi abbiamo potuto riportare le cose al proprio posto.»

Ha-jin sentì le gambe cedere e sedette accanto all’astronomo. Troppe emozioni per lei in un solo giorno, si sentiva confusa e sopraffatta dagli eventi. Passato e presente si affollavano nella mente e le spezzavano il respiro. Guardò Wang So e vide che pure lui era sconvolto, anche se cercava di mascherarlo e di mantenere il controllo.

«Se non ammettessi di essere confusa mentirei.» disse «Non so a chi ti riferisca quando dici la parola noi. Mi stai dicendo che avete potere sulle anime e sul tempo e che avete traslocato la mia da questo corpo a quello di Hae So, esistito oltre mille anni fa, perché era lì che sarei dovuta nascere?»

«Esatto.»

«E questo corpo, allora?»

«Come dicevo, anche questo corpo era destinato alla tua anima. Ti saresti dovuta reincarnare dopo aver vissuto la tua vita in Goryeo. Per questo quando lo hai lasciato per entrare in Hae So, quest’organismo è rimasto in coma fino al tuo ritorno. Senza la tua essenza, non potrebbe vivere.»

«Ed io, allora?» Domandò Wang So «Cosa è accaduto a me?»

L’astronomo rivolse lo sguardo alla Moonlight Rainbow Fountain che aveva ripreso a illuminare il ponte sul fiume Han e riprese a parlare:

«Il tuo destino avrebbe dovuto compiersi nel Gouryeo. Il tuo animo avrebbe concluso lì il suo primo ciclo per tornare incontaminato dai ricordi, nel corpo di Kim Sun-hyun in quest’epoca. Qui avresti potuto ricominciare e godere una vita agiata e serena con Ha-jin. Questo era il progetto originario, ma…». Ji-mong soppesò per un istante le parole, poi continuò: «Questa reincarnazione avrebbe dovuto essere il vostro premio per le difficoltà affrontate in precedenza. Se non ci fosse stata quella distorsione, oggi probabilmente l’unica difficoltà che avreste dovuto affrontare sarebbe stato il parere contrario di tua madre, a causa della classe sociale di Ha-jin.»

«Inizio a innervosirmi.» avvertì il re.

«Wang So dopo la morte di Hae So hai sofferto per tutta la vita, la sua mancanza. Hai provato in ogni modo a raggiungerla e alla fine sono stato costretto a indicarti la via. Così il 4 luglio dell’anno 975, al compimento del tuo cinquantesimo anno, hai terminato il tuo ciclo vitale nel Gouryeo e ti sei reincarnato in Sun-hyun. Non avevi ricordi di Hae So e del tuo vissuto come re. Anche se il tuo spirito era il medesimo e inconsciamente era in cerca di Hae So, non avresti dovuto ricordare di quei giorni passati. Oggi, nessuno dei due dovrebbe rammentare le vite precedenti. Sareste in grado di vivere con serenità. Avrebbe dovuto essere la vostra ricompensa, purtroppo non sarà così perché l’anomalia che deviò il percorso dell’essenza di Hae Soo non fu un incidente, come avevamo creduto all’inizio.»

«Cosa accadde, allora?» sgranò gli occhi Ha-jin.

«Fu conseguenza dell’azione di chi voleva distruggere la società come la conosciamo oggi. Un re sanguinario e feroce avrebbe dato inizio a un’era tetra. Oggi quella stessa entità sta pian piano riguadagnando terreno e cerca di portare l’oscurità a dominare il mondo. Dovete fermarla e avete solo tre pleniluni per riuscirci.» Ji-mong rivolse lo sguardo alla luna piena, poi sentenziò «Dopo sarà troppo tardi, tutto sarà perduto e con esso le vostre anime e l’amore che vi lega.»

Fine nono capitolo

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Moon Lovers 2 (Alla ricerca della Felicità) – Fanfiction

Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved

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Someday or One Day (想見你)

Una storia ispirata , un racconto d’amore che viaggia nel tempo e nel mistero e che resta nel cuore.

di Maria De Riggi

Titolo: Someday or One Day (想見你)

Genere: fantasy/mistery/romance

Sceneggiatura: Chien Chi-feng  e Lin Hsin-hui

Regia:  Huang Tien-jen

Paese di Produzione: Taiwan

Numero episodi: 13

durata per episodio: 1 ora e 12 minuti.

Anno di messa in onda: 2019

Dove vederlo: in streaming su Viki

Main Cast:

Alice Ko (Huang Yu-Hsuan/Chen Yun-Ru)

Greg Hsu (Wang Quan-Sheng/Li Zi-Wei)

Patrick Shih (Mo Jun-Jie)

Kenny Yen  (Xie Zong-Ru/Xie Zhi-Qi)

Huang Yu-Hsuan (Alice Ko) è una ragazza di ventisette anni che ha perso il suo fidanzato, Wang Quan-Sheng (Greg Hsu), in un incidente aereo. Distrutta dal dolore, vive nel ricordo degli anni trascorsi con il suo innamorato, nascondendo a tutti, dietro un apparente normale quotidianità, la sua immensa sofferenza. La ragazza continua a inviare dei messaggi sul cellulare di Wang Quan-Sheng, sperando che in qualche modo essi possano raggiungerlo. Una speranza pulsante e incontrollabile, una sorta di desiderio di comunicazione che le permette di continuare a vivere. Un giorno Huang Yu-Hsuan riceve uno strano pacco. Il plico contiene un vecchio walkman all’interno del quale c’è una musicassetta che contiene l’album “The End of Love” del cantautore Wu Bai.

Sull’autobus, mentre torna a casa, decide di ascoltare la cassetta. Sulle note di Last Dance di Wu Bai e Cina Blue, si addormenta. Incredibilmente si risveglia nel 1998 nel corpo della liceale Chen Yun-Ru, che si trova in ospedale dopo aver avuto un incidente. Accanto a lei c’è il suo innamorato o perlomeno un ragazzo che è identico a lui. Intrappolata in un tempo diverso, Huang Yu-Hsuan dovrà scoprire il mistero che si cela nel suo strano viaggio. Niente è come sembra e, senza conoscerne il meccanismo, inizierà a viaggiare avanti e indietro nel tempo, cercando di cambiare il destino.

“La tristezza è tristezza e non ha nulla a che fare con quanto tempo è passato”

La storia è suggestiva e coinvolgente. Abbraccia un arco temporale che va dal 1998 al 2019. Le molteplici linee del tempo si intervallano tra loro, incastrandosi come in un intricato puzzle. Alice Ko è riuscita a calarsi perfettamente nel ruolo di Chen perché da adolescente era introversa e si sentiva sempre fuori posto. Proprio la recitazione l’ha aiutata a esplorare la sua anima e ad aprirsi agli altri. Ha dichiarato di considerare Someday Or One Day uno dei progetti più difficili a cui abbia lavorato. Ammette che è stata talmente coinvolta dalla storia che durante la lavorazione del drama, la malinconia prendeva il sopravvento anche nella sua quotidianità. Spesso non riusciva a smettere di piangere mentre leggeva il copione per prepararsi per le sue scene. Si è immersa completamente nella sua parte, mettendoci cuore e anima, come capita quando ci si imbatte in un progetto che ha un potenziale particolare.

La storia è stata scritta dagli sceneggiatori Chien Chi-feng e Lin Hsin-hui. I due hanno lavorato spesso insieme, ricevendo le nomination come “Miglior sceneggiatura per una serie televisiva” ai Golden Bell Awards per le serie Ex-Boyfriend e Marry Me, or Not?. L’idea della trama è nata da un sogno di Chien che l’ha poi raccontato a Lin Hsin-hui. Qualche tempo dopo, i due hanno delineato e scritto la sceneggiatura. Un percorso che ha richiesto nel complesso circa quattro anni. Entrambi sono convinti di essere stati ispirati. Raccontano, infatti, che era come se “Dio avesse guidato la loro mente e le loro mani nella stesura del racconto”. Il titolo è cambiato varie volte. In origine “Voglio vederti” era il sottotitolo.

Dopo vari ripensamenti è diventato il titolo principale, in inglese invece si è trasformato in Some Day Or One Day, a indicare il rincontrarsi non solo in un certo giorno, ma in un giorno in cui il futuro è passato e il passato è futuro.

Sebbene Someday Or One Day parli di una storia d’amore, del viaggio nel tempo e di un misterioso assassino, l’argomento su cui si sofferma è soprattutto l’identità adolescenziale con tutte le difficoltà che l’accompagnano. I ragazzi di frequente devono affrontare problemi che troppo spesso gli adulti minimizzano, non comprendendo le reali difficoltà, che a loro sembrano insormontabili. Gli adolescenti, costretti a sopprimere la tristezza, in un clima di apparente indifferenza, crescono con problematiche che si porteranno avanti anche nell’età adulta.

“A volte sento di essere la stella più squallida dell’universo che risplende disperatamente. Desidero che qualcuno scopra la mia insignificante esistenza, ma l’unica cosa che mi aspetta alla fine è la caduta.”

Someday Or One Day è una storia meravigliosa, appassionante che affronta la tematica del viaggio in maniera originale con continui colpi di scena spiazzanti e inaspettati. È un storia che esplora il senso dell’esistenza, mostrando al contempo la forza del vero Amore.

Some Day Or One Day  ha ottenuto oltre un  miliardo di visualizzazioni. Non solo a Taiwan, ma anche nelle piattaforme cinesi iQiyi, Tencent e varie piattaforme OTT in tutto il mondo. In Corea, è andato in onda attraverso il canale via cavo WeLike e ha raggiunto la vetta delle classifiche asiatiche. Il successo è stato tale che a febbraio del 2021 Npio Entertainment e Lian Contents hanno annunciato di aver firmato un contratto per i diritti del remake. Hanno quindi reso noto che inizieranno la produzione della versione coreana del popolare drama taiwanese.

Una curiosità:

Sapevate che esiste un Finale bonus di Someday Or One Day? Purtroppo, a quanto pare, il drama è stato piratato a sole trentasei ore dalla sua uscita. Sconvolta e amareggiata dalla cosa, la produzione ha deciso di premiare il pubblico che li aveva supportati attraverso i canali legali. Così, diciotto ore dopo la scoperta del furto, ha ”preso una decisione audace e folle”. Ha deciso di aggiungere un altro giorno di riprese, il 115esimo, e implementare il drama con una scena extra. Un’aggiunta al finale che consiglio di guardare solo a chi ha già visto il drama. Non commento il video per non fare spoiler. Posso dire, però, che è splendido regalo per chi ha amato questa storia.

Se volete vedere la scena bonus potete farlo qui.

La mia valutazione
10/10
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Titolo: Moon Lovers 2 (Alla conquista della Felicità) – Capitolo 8

di Donatella Perullo

Attenzione 

Il racconto contiene spoiler per coloro che non hanno visto il Drama Moon Lovers: Scarlet Ryeo.

Capitolo 8

Quello non era il primo bacio. Nessun impaccio, nessuna remora rovinò quell’incontro di anime. Le loro labbra si riconobbero, assetate e avide. Tenerezza, passione e amore si fusero, creando un’alchimia così vicina all’estasi da rendere indefinita la percezione dei loro corpi. Si dice che quando due persone iniziano ad amarsi, i loro passi divengano sincronizzati. Era stato così anche per loro. Quelle prime timide passeggiate nei giardini del Palazzo, quando ancora non capivano i messaggi del cuore, erano poi diventate momenti di intima condivisione. Allora si erano ritrovati, passo dopo passo, a sfiorarsi le mani e il loro incedere era entrato in sintonia senza che loro ne avessero coscienza.

Si dice, però, che solo quando è vero amore, i cuori di due innamorati prendano a scandire il medesimo ritmo.

È una magia rara, un’alchimia antica quanto la vita, che quando accade rende due anime indissolubili. Due cuori divengono uno, come in un eterno abbraccio e prendono a rintoccare in sincrono senza poter più sopravvivere in assenza dell’altro.

Questa era l’incanto che aveva stregato loro due a Goryeo, quando i loro animi, legati dall’indissolubile filo rosso del destino, si erano riconosciuti. Ora, in corpi diversi e in un tempo lontano più di mille anni, a quegli spiriti era bastato un battito di ciglia per riafferrarsi.

Abbandonato il corpo di Hae Soo, Go Ha-jin era tornata alla sua dimensione, portando con sé una sofferenza che l’aveva consumata giorno dopo giorno. Wang So, intrappolato in un mondo senza di lei, si era straziato fino a fuggire dal suo corpo per risorgere in quello di Kim Sun-hyun.

Due anime capaci di ritrovarsi ovunque nel tempo e nello spazio, questa era la magia del filo rosso dell’amore. Ora in questo tempo, in questo spazio e in questi corpi, i loro due cuori erranti ritrovarono finalmente il sollievo agognato e tornarono a battere all’unisono.

Le loro labbra si allontanarono, solo per dare modo agli sguardi di incontrarsi. Con gli occhi lucidi, Ha-jin provò a sussurrare qualcosa, ma Wang So la attirò di nuovo a sé per stringerla in un abbraccio protettivo e le baciò i capelli: «Non dire nulla, amore mio. Non c’è bisogno, so tutto. Conosco il dolore che hai provato e non ti chiederò di perdonarmi per il male che ti ho fatto perché io stesso non potrò assolvermi. Ti giuro, però, che d’ora in poi mai e per nessun motivo ti deluderò né sarò causa del tuo dolore.»

Lei si rannicchiò contro il suo petto come un uccellino nel tepore del nido e sentì le lacrime bagnarle il viso. Era un pianto liberatorio, di rinascita e letizia, come quello che corona la fine di un viaggio. Era con Wang So, tra le sue braccia, respirava il suo profumo e percepiva il suo respiro caldo e rassicurante lambirle il volto. Per la prima volta dopo tanto, troppo tempo, si sentì felice. Senza sciogliersi dall’abbraccio, si allontanò quel tanto che le bastò a guardarlo il viso e gli portò una mano alla guancia.

Con i polpastrelli percorse delicata la linea invisibile dalla fronte fino alla mandibola, dove una volta lo sfregio lo deturpava e sorrise commossa, sfiorando la pelle perfetta.  «Mio re.» mormorò, mentre gli lambiva la nuca e lo attirava a sé: «Se questo è un sogno, non voglio più svegliarmi.» e l’ultima parola si perse sulla sua bocca, prendendo quelle labbra che per troppo tempo aveva desiderato.

Restarono così fino al tramonto, baciandosi, stringendosi e parlandosi di tutto ciò che avevano provato e sofferto nella separazione. Avevano bisogno di sapere, sentirsi partecipi del vissuto dell’altro come per esorcizzare il fatto di non aver condiviso quei momenti e colmare le lacune.

“Ora in questo tempo, in questo spazio e in questi corpi, i loro due cuori erranti ritrovarono finalmente il sollievo agognato e tornarono a battere all’unisono.”

Solo una cosa Ha-jin non ebbe la forza di chiedere. Non fece cenno alla loro bambina e pregò in cuor suo che neanche lui ne parlasse. Aveva troppa paura di conoscere il destino di quella bimba che non aveva potuto veder crescere.

La notte li sorprese ancora abbracciati, sulla panchina rivolta verso il fiume e lo sguardo diretto al cielo stellato.

«Ora vedrai qualcosa che ti sorprenderà.» Disse d’un tratto lei, indicandogli il Banpo Bridge. Sbirciò l’orologio e sorrise: «Manca poco.»

Lui la guardò incuriosito. Le piaceva vederla sorridere, lo rendeva felice e non riusciva a distogliere gli occhi da lei. Così Ha-jin lo costrinse con delicatezza a voltarsi verso il ponte. In quel momento la Moonlight Rainbow Fountain esplose in una miriade di getti d’acqua che, dalla sommità del ponte a due livelli, crearono archi variopinti. Un arcobaleno spettacolare e magico che strappò a Wang So un’esclamazione di sorpresa.

«Questo è il mio posto magico e ho sognato mille volte di poterlo condividere con te.» gli disse con voce rotta dall’emozione

Gli occhi di Wang So erano rapiti dallo spettacolo di luci e acqua. Sentiva dentro di sé uno strano miscuglio di sentimenti. Stupore e incredulità si andarono ad aggiungere alla felicità che gli colmava il cuore causando a una reazione inaspettata. D’improvviso fu assalito dalla paura che tutto questo potesse essere solo un’illusione. Uno dei tanti sogni che avevano tormentato le sue notti dopo la morte di Hae Soo. Il terrore che la felicità appena ritrovata potesse essergli strappata via, gli tolse il respiro e gli strinse il petto. Si portò una mano al cuore e iniziò ad affannare.

«Cos’hai?» Si agitò Hai-jin, vedendolo impallidire. Gli cinse le spalle con un braccio e iniziò a carezzargli il volto. «Stai sudando, sei pallido! Non farmi spaventare!»

«Sto bene, tra poco andrà meglio» strascicò lui, ma non era vero. La vista gli si annebbiò e respirare fu ancora più difficile.

«Forse devi tornare in ospedale. Chiamo i soccorsi.»

«No! Ti prego, non voglio che ci separino di nuovo! Ti ho detto che sto… abbracciami, ti prego!»

Hae-jin non se lo fece ripetere. Gli fece poggiare la testa sulla sua spalla e lo rassicurò con voce e carezze. Di tanto in tanto gli posava un bacio leggero sulla fronte o su una mano, poi tornava a parlargli per tenerlo con sé e impedirgli di lasciarsi andare. Pian piano il respiro di Wang So tornò regolare e il suo tremore diminuì.

«Non so cosa mi sia successo.» Disse Wang So e chiuse gli occhi, spostando leggermente il volto per affondare nel collo di lei.

L’arcobaleno d’acqua della Raimbow Fountain s’interruppe. La notte tornò a essere padrona della luce e lo scorrere dell’Han river divenne un sussurro più evidente, che sembrava cullarli.

Non si accorsero dell’uomo che li osservava. Non lo sentirono avvicinarsi e non lo videro fin quando non fu così vicino che avrebbe potuto toccarli. I due innamorati guardarono sorpresi la sagoma nera che si frapponeva tra loro e la luna e Wang So scattò in avanti per proteggere Hai-jin.

L’altro non si mosse. Restò rigido, con il volto affondato nell’ampio cappuccio di una felpa nera e sghignazzò compiaciuto prima di affermare con voce roca: «Benvenuto nel nuovo mondo, re Gwangjong di Goryeo. Sono felice di vedere che alla fine sei riuscito a fare un passo decisivo verso il compimento del tuo destino»

«Chi sei?» domandò l’altro, desiderando di avere in pugno la sua spada.

«Non mi riconosci? Potrei soffrirne.» e nel buio del cappuccio Ha-Jin credette di vedere un sorriso sbilenco.

Lo sconosciuto si avvicinò di un altro passo e disse: «Non è me che devi temere, mio re, ma lo scorrere del tempo perché quello che hai in questo mondo è limitato. Cento giorni, ne hai solo cento per raggiungere la tua meta o non potrai farlo mai più.»

Fine secondo capitolo ottavo

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Moon Lovers 2 (Alla ricerca della Felicità) – Fanfiction

Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved

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Cinderella and four kgniths (신데렐라와 네 명의 기사)

Una giovane volitiva e quattro cavalieri intraprendenti per una storia romantica e ricca di tenerezza.

di Donatella Perullo

Titolo: Cinderella and  four kgniths 

Genere: romance

Sceneggiatura: Min Ji-eun e WonYoung-sill

Regia:  Kwin Hyun-chan e Lee Min-woo

Paese di Produzione: Corea del sud

Numero episodi: 15

durata per episodio: 60 minuti circa.

Anno di messa in onda: 2016

Dove vederlo: in streaming su Viki

Main Cast:

Park So-dam (Run Ha-won)

Jung Il-woo (Hang Ji-woon)

Ahn Jae-hyun (Kang Hyun-min)

Lee Jung-shin (Kang Seo-woo)

Choi Min (Lee Yoo-sung)

Son Na-eun (Park Hye-ji)

Run Ha-won si è appena diplomata e sogna di poter andare all’università. Un desiderio semplice, ma che per lei sembra di difficile realizzazione. Il padre di Ha-won (Park So-dam) è spesso lontano per lavoro. La ragazza vive così, con la matrigna e la sorellastra che la maltrattano, costringendola addirittura a dormire nella veranda. Per sua fortuna Ha-won ha uno spirito indomito e positivo e lavora strenuamente per guadagnare i soldi necessari alla sua iscrizione universitaria. Il giorno dell’anniversario della morte della mamma, la ragazza scopre che suo padre non ha pagato la retta per il loculo della moglie e che l’urna con le sue ceneri è stata spostata in un deposito. Disperata, decide di rinunciare a tutti i suoi risparmi pur di dare ai resti di sua madre una dimora decorosa, ma ai soldi necessari le manca un milione di Won (circa 730 €).

Ha-won è disperata e disposta a tutto pur di proteggere sua madre. Accetta così una strana offerta di lavoro da Kang Hyun-min (Ahn Jae-hyun), giovane erede di una ricchissima famiglia. Per una cifra sufficiente a pagare il loculo per la mamma e la retta universitaria, dovrà accompagnarlo al matrimonio del nonno, fingendosi la sua fidanzata. Durante la cerimonia, la ragazza dimostra però la sua forza di carattere al cospetto dell’anziano milionario. Orgogliosa, tiene testa non solo a Kang Hyun-min, ma anche a suo cugino, il ribelle e scontroso Hang Ji-woon (Jung Il-woo).

L’anziano Chabeol è preoccupato per le intemperanze dei suoi tre nipoti e per gli screzi tra loro. Così, ben impressionato dal carattere volitivo e dai principi che mostra di avere la ragazza, le offre un lavoro.  

“Mi sei mancata da morire. Resta con me. Non posso vivere senza di te, perderti sarebbe come perdere tutto.” (Hang Ji-woon)

Il suo compito sarà quello di trasferirsi nella grande villa in cui abitano i tre giovani eredi e riuscire a renderli una famiglia. In cambio l’uomo le pagherà tutte le spese necessarie alla sua istruzione. Sarà così che la vita di Run Ha-won avrà una svolta. La ragazza si troverà a convivere con i tre giovani rampolli e il loro fascinoso segretario. Dovrà impegnarsi molto per riuscire a gestirne i caratteri diversi e a tentare di farli riavvicinare. Dovrà, però, soprattutto riuscire a gestire i propri sentimenti e ciò che inizia a provare per uno di loro.

Ha inizio così una storia brillante e romantica anche se non del tutto originale che trova il suo punto di forza nel main cast, ben assortito e di buon livello. Alcuni personaggi secondari, come la matrigna e la sorellastra di Hae-won, sono piuttosto inutili ai fini della trama e a mio parere molti loro siparietti hanno solo lo scopo di stizzire lo spettatore e allungare il racconto. In più devo ammettere che gran parte dei piagnistei di Son Na-eun (Park Hye-ji), la second lead, mi hanno tediata. Cinderella and four kgniths resta comunque un Drama godibile, ottimo per distendersi e divertirsi con una storia d’amore romantica e dolce.

Avevo visto Park So-dam in Parasite e scoprirla qui in un personaggio del tutto diverso, mi ha dato la conferma della sua bravura. Le espressioni di Jung Il-woo in questo drama sono tutte un programma. È un ottimo attore, il suo modo di trasporre il personaggio e il cambiamento di Hang Ji-woon mi è piaciuto molto. Non devo essere stata la sola a pensarlo dal momento che, per la sua recitazione in Cinderella and four kgniths,  è stato pluripremiato. Ha ricevuto, infatti, il  Global Star Award e il Top Eccellence avard actor al Korea Drama Awards. Gli è stato anche riconosciuto il premio come Best Actor al Macau International Television Festival.

Anche Ahn Jae-hyun è stato una bella scoperta. La sua recitazione è migliorata da You’re All Surrounded, Drama (molto carino) del 2014 che potete trovare su Viki.

Una nota di merito va anche a Lee Jung-shin, membro del gruppo K-pop CNBLUE, che interpreta il terzo cugino, Kang Seo-woo, quello più solare e adorabile.

Tornando al Drama, non aspettatevi un capolavoro assoluto, ma preparatevi al divertimento e godetevi i bellissimi baci e le scene tenere che per fortuna abbondano. Il romance tra i due protagonisti, infatti, è ricco di cliché, ma perfetto. Consiglio Cinderella and four kgniths a chi è in cerca di qualcosa di poco impegnativo e molto romantico.

La colona sonora è ideale per la storia e molti sarebbero i brani da evidenziare. I miei preferiti sono I Belive cantata da Younha e Only one interpretata da Zia. Su Youtube il video di quest’ultimo brano vanta oltre trentuno milioni di visualizzazioni.

Cinderella and four kgniths è basato sull’omonima Webnovel  nome del romanziere Baek Myo. All’epoca della messa in onda ci fu una polemica per la sovrapposizione delle apparizioni di Park So-dam. L’attrice  in quei giorni  era anche nel cast di  Beautiful Mind che un altro canale trasmetteva nello stesso periodo. Inoltre molti spettatori lamentarono diverse similitudini tra Cinderella and four kgniths e Boys Over Flower. Assonanze tra i due Drama alle quali alluse anche la campagna di marketing per la  promozione del Drama.  

Una curiosità: La Sky House, la fantasmagorica villa nella quale vivono i tre eredi e nella quale si svolge gran parte della storia, è in realtà la club house del lussuoso golf resort South Cape Owners Club sulla costa meridionale dell’isola di Changseon,.

La mia valutazione
7/10
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