Black Knight (택배기사)

Quando un solo uomo fa la differenza

di Donatella Perullo

Black Knight (택배기사)

Genere: Distopico, Azione, SciFi

Regia e Sceneggiatura: Cho Ui Seok

Paese di Produzione: Corea del sud

Numero episodi: 6

durata per episodio: 42 minuti

Anno di messa in onda: 2023

Dove vederlo: in streaming su Netflix

Main Cast:

Kim Woo-bin (Kmight 5-8)

Kang Yoo Seok (Sa Wol)

Song Seung-heon (Ryu Seok)

Esom (Seol Ah

Siamo nel  2071. L’inquinamento ha reso l’aria irrespirabile. Per sopravvivere all’aperto i pochi esseri umani rimasti, appena l’un percento della popolazione, devono utilizzare maschere a gas. Chi appartiene alla categoria privilegiata alimenta la propria casa con aria pura, venduta in bombole dal gruppo Cheonmyeong che è ormai padrone del destino dell’umanità. In questo contesto, si muovono i corrieri della Cheonmyeong, specializzati nella consegna di ossigeno e beni di prima necessità. Tra questi c’è il leggendario Knight 5-8  (Kim Woo-bin) che, come si scoprirà con il proseguire della storia, è solo in apparenza un semplice corriere.

Il giovane Sa Wol (Kang Yoo-seok)  appartiene alla classe più disagiata, quella dei  rifugiati. Il ragazzo considera Knight 5-8 un idolo da emulare e vuole a tutti i costi divenire a sua volta un corriere. L’occasione  si presenta quando il gruppo Cheonmyeong, il cui erede è il perfido Ryu Seok (Song Seung-heon), indice una selezione per assumere un nuovo Corriere. Per essere addestrato al meglio così da riuscire a primeggiare nella sanguinosa competizione, Sa Wol chiede aiuto al suo idolo Knight 5-8. Quando Knight 5-8 accetta di addestrare Sa Wol il racconto prende una svolta inaspettata.

“Non riesco a immaginare quanto possa essere immenso il dolore che hai nel cuore. Ma ti assicuro che domani diventerà un po’ più piccolo e il giorno seguente si ridurrà un po’ di più. Così, giorno dopo giorno, mentre continuerai a vivere con il dolore che diventa sempre più piccolo, esso si trasformerà in un desiderio, come il mio. Viviamo tutti così, trasformando il nostro dolore in desiderio – (Il Nonno)

Non dico altri dettagli della trama per non rivelare particolari che credo sia più giusto scopriate durante la visione. Apprezzo da sempre il genere distopico e temevo che in Black Knight difficilmente avrei potuto trovare qualcosa di mai raccontato. In parte è stato così. Eppure, ammetto che in più di un momento alcune svolte della trama, lo stile narrativo e la caratterizzazione dei protagonisti, hanno fatto la differenza.

Sono stata colpita dall’ambientazione post apocalittica di Black Knight e non mi ha sorpresa scoprire che gli effetti visivi sono stati curati da VFX Studio, il miglior team specializzato della Corea del Sud. Per Intenderci VFX Studio ha curato gli effetti speciali anche di drama come Sweet Home, Squid Game e All Of Us Are Dead. Drama questi ultimi tutti visibili su Netflix. L’area desertica in cui si ambientano molte scene di Black Knight è stata ricostruita in un cantiere di oltre 165.000 metri quadrati. Qui è stata portata la sabbia necessaria a ricostruire la zona desertica e realizzata la strada che la attraversa, lunga oltre un chilometro. Molti esterni sono stati girati in Mongolia, nel deserto del Gobi.

Il racconto è duro, cupo, a tratti efferato ma è anche coinvolgente e privo di momenti di stanca. Come dicevo poc’anzi, il punto di forza della storia sono stati i personaggi, anche quelli secondari. Kang Yoo-seok è bravissimo, il suo Sa Wol è travolgente. La bravissima Esom  che interpreta un capitano dell’esercito solo in apparenza algido, ha confermato la sua bravura che tanto avevo apprezzato in altri suoi lavori.  Con lei vi consiglio di vedere, ad esempio, il Drama Because this is my first life. Stessa cosa per Song Seung-heon che avevo molto apprezzato in Black e che qui è riuscito a rendere Ryu Seok inquietante, subdolo e feroce, lasciandone però trasparire la frustrazione. Entrambi sono comprimari di tutto rispetto che contribuiscono a rendere Black Knight un ottimo lavoro.

Di Kim Woo-bin non credo che sia necessario spiegarvi quanto mi sia piaciuto in questo drama. Knight 5-8 è un uomo cupo, d’azione, deciso, che emana forza e sicurezza con il solo sguardo e lui lo rende in maniera egregia. Quando entra in scena, sembra risucchiare l’aria tanto è possente e la sua sola presenza fa percepire la certezza che tutto andrà bene. Kim Woo-bin ha fatto di lui un eroe memorabile.

Dopo essere stato lontano dal set per tre anni per un serissimo problema di salute, Kim Woo-bin è, dunque, finalmente più in forma che mai.  Nel 2022, il suo ritorno è stato rappresentato dal film Sci-Fi Alienoid e dal drama corale Our Blues. Eppure nell’ideale di chi ama quest’attore,  il ruolo del possente Knight 5-8 raffigura la vittoria sul male più oscuro e la fine di un incubo.

Tornando a Black Knight, ho letto i primi cinque episodi  del webtoon Delivery Driver (택배기사) di Lee Yoon-gyun da cui è tratto e ho appurato che è solo liberamente ispirato ad esso. Nella comic novel, infatti, Sewol è una ragazza con  gli occhi eterocromi e non un ragazzo ‘rifuggiato’. Questo, insieme a diversi  altri dettagli e alla vena splatter, non è la sola differenze che ho notato con il drama.  Non so ancora come procede il webtoon, ma alcune spiegazioni mancanti nel Drama e qualche scena della puntata finale mi fanno supporre che Black Knight potrebbe avere un sequel.

Nelle prime due settimane di programmazione sulla piattaforma di streaming Netflix, Black Knight è stato primo nella classifica delle serie non in lingua inglese. La cosa, non mi sorprende perché, lo avrete capito, è avvincente e molto ben fatto.  Perciò, se amate le emozioni forti, l’azione, il genere distopico e gli eroi senza macchia e senza paura, vi consiglio di non perdere questo drama.

Una curiosità: Molti fan che conoscono i problemi di salute che ha dovuto affrontare Kim Woo-bin si sono preoccupati nel vedere Knight 5-8 fumare. In un’intervista, è stato lo stesso attore a tranquillizzare tutti, spiegando di aver solo finto di fumare e che l’effetto visivo è frutto di un’accurata computer grafica.

La mia valutazione
8/10
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I taxi (택시)  e le Biciclette (자전거)     

di Stefania Frioni

I taxi a Seoul sono tanti e sfrecciano per le strade della città a tutte le ore del giorno e della notte.

Il metodo più veloce è chiamarli direttamente stando in strada e alzando una mano, se se ne vede uno libero. Altrimenti è possibile prenotarli tramite diverse App.

Alcune di queste danno anche la possibilità, comunicando la propria posizione e la destinazione, di conoscere in anticipo il costo della corsa. Al momento della prenotazione si può, inoltre, scegliere la tipologia di auto che si desidera e la sua capienza.  Altro vantaggio è che il tassista quando arriverà da voi sarà già al corrente della destinazione, nel caso aveste problemi nell’esprimervi in Coreano.

Tutti i taxi a Seoul accettano pagamenti con carte di credito o, se ne siete in possesso, con la Tmoney.

Come vi ho raccontanto parlando dei bus, nell’articolo che potete leggere QUI, a Seoul anche i taxi esistono di diversi colori: arancione, grigio, bianco o nero.

I più comuni sono gli Ilban taxi (일반 택시), arancioni per la maggior parte, ma possono essere anche grigi o bianchi. Questi sono quelli di proprietà di un’azienda della quale gli autisti sono dipendenti. Se quest’azienda è Kakao, sul fianco della vettura sono presenti due bande gialle e il disegno di uno dei personaggi di Kakao Friends.

Ci sono poi i Deluxe Taxi (모범택시), generalmente neri, che hanno sul tetto della vettura la scritta 모범 (mobeom). Un po’ come i taxi privati che ci sono in Italia, anche i Deluxe Taxi offrono un servizio più di classe con, di conseguenza, un costo maggiorato rispetto a quello dei taxi standard.

Tra l’altro una curiosità è che questo tipo di taxi non è disponibile in tutte le città coreane.

Esistono, inoltre, anche gli International Taxi. Questi in genere sono arancioni e hanno una scritta evidente che riporta la lingua o le lingue – Inglese, Cinese o Giapponese – parlate dall’autista. Gli International Taxi si trovano spesso all’uscita dell’aeroporto, ma si possono anche prenotare on-line.

La tariffa dei taxi il cui autista parla anche altre lingue oltre il coreano, è di solito maggiore rispetto a quella delle altre vetture. Gli autisti multilingue sono, infatti, considerati un servizio ulteriore offerto dall’azienda.

Le biciclette (자전거)     

Se non si ha una biciclette e si vuole raggiungere una meta o godere di qualche ora all’aria aperta lungo le piste ciclabili, niente paura. A Seoul è possibile, prenotandola tramite un’App molto semplice, utilizzare una bicicletta disponibile in una delle tante stazioni di bike renting della città. Il costo per due ore di utilizzo è di mille Won  – poco meno di 0,75 € –  e la medesima cifra quello di ogni mezz’ora aggiuntiva. Al termine dell’utilizzo, la bici si dovrà poi lasciare alla stazione di bike renting più vicina alla propria destinazione.

Leggi anche: Muoversi in città

Come in Italia, nell’ultimo periodo anche in Corea Del Sud c’è la possibilità di affittare i monopattini, ma se ne vedono ancora pochi. Credo che sia perché molti Coreani, passando tante ore seduti alla scrivania, preferiscano camminare o sgranchirsi le gambe.

INFINE…

Una Curiosità: ai grandi incroci i semafori sono posizionati anche al suolo e questa cosa è utilissima per chi ha perennemente gli occhi puntati sul cellulare.

Spesso, le attese per attraversare durano alcuni minuti per questo nelle prossimità dei semafori ci sono enormi ombrelloni che riparano panchine così che se  c’è molto sole, ci si possa riparare o, se si è stanchi o anziani, aspettare seduti.

Questo è quanto avevo da raccontarvi sul muoversi nella grande, modernissima Seoul e nella verde Corea del Sud: un incastro perfetto di tecnologia e tradizione che permette ai coreani di vivere nelle comodità. La mia sensazione è che quella sudcoreana sia una società all’avanguardia, pur mantenendo il rispetto dei valori e  delle abitudini antiche del suo popolo.              

Camminare però favorisce il languorino, vero? 😊 Continuate a seguirmi, allora, e vi condurrò ad assaporare la cucina coreana, facendo tappa nei diversi tipi di ristoranti, locali e non solo.

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You are my Spring (너는 나의 봄)

Un racconto di anime, di crescita e difficoltà interiori nel quale un triste mistero unisce i protagonisti

di Donatella Perullo

Titolo: You are my Spring

Genere: Dramma psicologico, romance, thriller

Dove vederlo: in streaming su Netflix

Sceneggiatura: Lee Mi-na  

Paese di produzione: Corea del Sud

Numero episodi: 16 Durata per episodio: 60 minuti circa

Anno di trasmissione in patria: 2021

Main Cast:

Kim Dong-wook  (Joo Young-do)

Seo Hyun-jin (Kang Da-jung)


Yoon Park
(Chae Jun / Choi JungDoctor Ian Norman Chase)

Nam Gyu-ri (Ahn Ga-young)

Jung Seo-yeon (Baek Eun-ha, figlia di Hyun-soo e Ji-won)

Kang Da-Jung è la manager in un prestigioso Hotel. Grazie alla sua professionalità e all’impegno, è riuscita a ottenere una posizione di prestigio. Decide così di traslocare in un nuova casa, più vicina al lavoro. L’appartamento è un attico, sito in un palazzo ristrutturato da poco, nel quale si trova anche la caffetteria della sua migliore amica, Park Eun-ha. Da-Jung si trasferisce pur sapendo che qualche tempo prima in quello stabile è avvenuto un efferato delitto. Nell’appartamento sotto quello di Da-Jung c’è una clinica psichiatrica il cui titolare è il dottor Joo Young-do, un uomo incredibilmente empatico che instaura subito un ottimo rapporto con la nuova vicina. Young-do ha un passato difficile, eppure la sua priorità continua a essere il benessere delle altre persone. Il giovane medico è pacato, riesce a leggere nell’animo del prossimo e capisce subito che anche Da-jung ha bisogno di aiuto, nonostante cerchi di nasconderlo.

A causa di un padre violento e alcolista, la donna ha subito grossi traumi nell’infanzia. Ferite interiori che la inducono a scegliere compagni di vita sbagliati e a trascorrere poi lunghi periodi in solitudine. Spinta dalla sua migliore amica, Da-Jung inizia a frequentare Park Chae-jun, un uomo affascinante che sembra molto preso da lei. Ben presto però la situazione si rivela inquietante e intricata e la donna sarà costretta ad affrontare pericoli e inaspettati fantasmi del passato. Al suo fianco avrà sempre sua madre, donna forte e pratica, che ora vive vicina al mare e gestisce una pizzeria. Soprattutto, però, non l’abbandonerà mai il dottor Joo Young-do. Lui non solo conquisterà il suo cuore, ma le insegnerà a superare il passato o, come lei stessa dice: “a togliersi il coltello dalla gola”.

“Nella vita non si può solo lavorare, dormire e fare la cacca”- Moon Mi Ran (mamma di Da-jung)

Per la sua abilità professionale, ma anche per riconoscenza, Joo Young-do unisce al suo lavoro di medico quello di consulente della polizia. Si troverà così ad indagare su un inquietante caso di omicidi nel quale sembra implicato anche il cupo dottor Ian Norman Chase. Chase è il gemello di Park Chae-jun. Separato dal fratello da bambino, l’uomo è stato adottato negli Stati Uniti ed è tornato in Corea del Sud per motivi di lavoro. Nello svolgersi delle intricate vicende che fanno da contorno a una delicata storia d’amore, Kang Da-Jung, Joo Young-do e Ian Norman Chase saranno coinvolti in una storia che si rivelerà aver cambiato in modi diversi il percorso delle loro vite. 

Riassumere la trama di You are my spring non è semplice perché il drama racconta principalmente una storia di anime, del loro vissuto e della loro crescita. È una serie che può rischiare di confondere un po’ lo spettatore perché all’inizio sembra essere solo un thriller. Con il procedere delle puntate, però, muta in un racconto di quotidianità e difficoltà interiori nel quale la tensione provocata dal mistero da svelare resta in sottofondo. È un drama a tratti lento che però non ho trovato mai noioso e che mi ha fatto spesso sorridere. Mi sono emozionata grazie soprattutto a Kim Dong-wook (Joo Young-do) che non conoscevo e che è riuscito a dare vita a un personaggio profondo, sensibile e innamorato della vita e del prossimo. Un uomo capace di curare gli animi con le parole e con la profonda comprensione anche a costo di mettere se stesso in secondo piano.

Il racconto non lascia in ombra i personaggi di supporto, che ruotano come satelliti intorno ai protagonisti, diventandolo a loro volta. Come,  ad esempio, Ahn Ga-yeong (Nam Gyu-ri), l’ex moglie del dottor Joo Young-do, un’attrice un po’ stramba e solo in apparenza superficiale. Una donna che nasconde un cuore ferito e finirà con il divenire la migliore amica di  Da-Jung. O Seo Ha-neul  (Ji Seung-hyun)  il veterinario dal cuore d’oro che ama in segreto Eun-ha. In You are my spring ogni personaggio è, insomma, un tassello indispensabile. Ognuno di loro ha una storia, anche piccola ma intensa, da raccontare. La narrazione ne segue l’evoluzione e accompagna lo spettatore nel loro mondo interiore mentre, nel contempo, si dipana una vicenda di morte e sangue che lega i protagonisti, presi dalle loro vicissitudini interiori.

Tutto il cast e i personaggi raccontati mi hanno piacevolmente colpita. Yoon Park che avevo visto nei panni di un giovane tirocinante medico in Good Doctor, è credibile nel doppio ruolo di due gemelli dall’animo opposto. Oh Hyun-jyung che impersona la pragmatica madre della protagonista riserva belle sorprese. Mentre Ji Seung-hyun e Kim Seo-kyung nelle vesti dei migliori amici del protagonista danno vita a piacevoli siparietti.

Un cenno è dovuto anche alla colonna sonora di You are my Spring. Era da molto che una OST non mi colpiva. Qui è i caso di “Dear My Spring” (다정한 봄에게) scritta dalla stessa sceneggiatrice Lee Min-ha.

Una curiosità: La pizzeria della mamma della protagonista ha il nome italiano Pizza ALVOLO, nome che senz’altro salterà agli occhi degli spettatori del nostro Paese. Ebbene, non è frutto della fantasia della sceneggiatrice, ma è il nome di una catena di pizzerie, principalmente da asporto, realmente esistente in Corea del Sud. Uno sponsor della produzione, dunque. Sul sito ufficiale, il marchio vanta la produzione di pizze il cui impasto è fatto con farina di riso nero naturale. Pizze i cui condimenti hanno ben poco in comune con quelle alle quali siamo abituati. Devo dire però che, sarà la bravura del regista,  sarei curiosa di assaggiarle.

A chi consiglio You are my Spring? A chi ama riflettere e a chi apprezza le storie che lasciano qualcosa.

La mia valutazione
8.5/10
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Flower of Evil (악의 꽃)

“E se mio marito fosse un serial killer senza sentimenti né lacrime?”
Una storia potente, un intreccio thriller dall’ingranaggio perfetto.

di Donatella Perullo

Titolo: Flower of Evil (악의 꽃)

Genere: Thriller

Dove vederlo: in streaming su Viki

Sceneggiatura: Yoo Jung-hee

Paese di produzione: Corea del Sud

Numero episodi: 16

Durata per episodio: 60 minuti circa

Anno di trasmissione in patria: 2020

Main Cast:

Lee Joon-gi (Baek Hee-sung/ Do Hyun-soo)

Moon Chae Won (Cha Ji-won)

Jang Hee-jin (Do Hae-soo)

Seo Hyun-woo (il giornalista Kim Moo-jin)

Jung Seo-yeon (Baek Eun-ha, figlia di Hyun-soo e Ji-won)

Kim Ji-hoon (allievo di Do Min-seok)

Choi Byung-mo (Do Min-seok)

Baek Hee-sung (Lee Joon-gi) e Cha Ji-won (Moon Chae-won) sono sposati e hanno una bellissima bambina che li adora. L’uomo è un artigiano del metallo e ha il suo laboratorio al piano terra della loro abitazione, mentre Ji-won è una detective della polizia. Sono una coppia affiatata e molto innamorata, in apparenza normalissima e serena. All’inizio della storia la famiglia è pronta a festeggiare il trentanovesimo compleanno dell’uomo, con i genitori di lui. Qui s’intravedono le prime ombre. I due, infatti, non sembrano accettare la famiglia del figlio. Da subito si capisce, quindi, che non tutto è come sembra. Quando non è alla presenza della moglie o della figlioletta, Baek Hee-sung appare freddo e cupo. È un uomo duro nei confronti della madre e i dialoghi tra loro fanno intendere che celano qualcosa. È così, in effetti.

Baek Hee-sung nasconde alla moglie un terribile segreto. Un passato orribile che l’ha indotto ad avere un’identità segreta. In realtà l’uomo è infatti Do Hyun-soo, figlio di Do Min Seok, (Choi Byung Mo), un serial killer suicidatosi prima di essere catturato dalla polizia.  All’epoca dei terribili omicidi, il giovane Hyun-soo viveva con il padre e la sorella maggiore, Hae Su, in un villaggio. Alla morte del padre, il giovane perché chiuso e anaffettivo, era stato preso di mira dai concittadini. Convinti che il ragazzo fosse complice del genitore, avevano perpetrato su di lui esorcismi e torture. Per questo, dopo la misteriosa uccisione del capo villaggio, Hae-su, era fuggita con il fratello e per non essere rintracciati, i due si erano separati.

“Vorrei che potessimo scambiarci corpo per un giorno, così che tu possa sentire quanto ti amo” (Cha Ji-won)

A distanza di diversi anni Do Hyun-soo vive dunque ormai come Baek Hee-sung. Ha una vita in apparenza serena, ma è tormentato dai fantasmi del passato e terrorizzato dal timore di essere davvero come suo padre. Si sforza di restare in equilibrio tra la sua vecchia vita e quella che si è creato, ma è vittima di dolorosi disturbi emotivi. Disturbi che lo spingono a sforzarsi di mostrare sentimenti che è convinto di non riuscire realmente a provare. Tutti questi equilibri da lui faticosamente costruiti, sono destinati, però,  a crollare.

A sua moglie sono affidate, infatti, le indagini su alcuni omicidi seriali che ricordano quelli messi in atto anni prima da Do Min Seok. Questo manda in crisi Hyun-soo ma, soprattutto, porta Cha Ji-won a scoprire verità inaspettate sul marito. Riuscirà il suo amore a resistere a tutto quello che verrà alla luce? Soprattutto, quanto di suo padre c’è in Do Hyun-soo e quanto c’è di vero in ciò che l’uomo crede di provare?

“Se nemmeno tu mi credi, come farà chiunque altro a credere a ciò che dico?” (Do Hyun-soo)

Raccontare la trama di Flower of Evil è un’impresa difficile se non si vuole rivelare troppo e rovinare la visione. Questo drama ha una storia potente, complessa e magnificamente sviluppata. È un intreccio thriller disseminato di indizi mai casuali, che si sviluppa suscitando sorpresa ed emozioni forti. Gli appassionati del genere, che hanno letto romanzi e visto tante serie tv e film, sono abituati a certi meccanismi tipici e ormai, aimè, prevedibili. Lo so bene perché sono tra questi ed è da tempo che trovo con difficoltà storie capaci di sorprendermi e avvincermi. È per questo che Flower of Evil è stata per me una salutare sferzata di energia. Questo drama è un ingranaggio perfetto che lascia soddisfatto anche lo spettatore più difficile, come me. Nel rappresentarvi la storia ho dovuto per forza di cosa evitare di parlare di personaggi e fatti fondamentali, perché mi avrebbero fatto rischiare spoiler imperdonabili.

Non è solo l’intreccio poliziesco, però, a rendere speciale Flower of Evil. Ciò che lo rende, per me, un Drama di classe superiore, è la costruzione umana dei personaggi. Per primo Do Hyun-soo con i suoi tormenti, il suo disagio psicologico e il suo chiudersi al mondo con la certezza di non essere in grado di empatizzare con il prossimo né amare nessuno. È un personaggio magnificamente umano, che Lee Joon-gi ha reso suo, rappresentandolo come solo un grande professionista è capace di fare. Attraverso i suoi occhi, l’attore ci mostra l’inferno interiore di Do Hyun-soo e ci fa desiderare di salvarlo, anche senza sapere se lo meriti oppure no.

Hyun-soo che si paragona al dio Efesto, il meno bello del monte Olimpo, odiato da tutti per il suo carattere, sente di non meritare nulla. Non ama, ma protegge la sua bambina e sua moglie. Non ha scrupoli a mantenere segreta la sua vera identità, ma non esita a perdonare chi in passato ha tradito lui e sua sorella. Sente di non aver nulla da perdere, eppure protegge ciò che ha, a costo della vita. Questo personaggio, credetemi, vi resterà tatuato sul cuore e lascerà segno che difficilmente svanirà.

Così sarà anche per Cha Ji-woon, una poliziotta innamorata del proprio mestiere. Lei ha sempre saputo cosa voleva dalla vita e ha conquistato ogni suo traguardo. Per amore del marito farà scelte imprevedibili e coraggiose. Prenderà decisioni giuste, a volte difficili e soprattutto non vacillerà, se non per qualche breve istante. Perderà l’equilibrio solo per poco e quando lo avrà recuperato, resterà salda sulla propria strada, a qualsiasi costo e contro tutto e tutti.

“È il padre di mio figlio, è la mia famiglia, è la mia persona e ha una moglie che starà al suo fianco qualunque cosa accada.” (Cha Ji Won)

Intorno a loro due, una miriade di satelliti, ognuno con le sue peculiarità, con le sue luci e ombre e tutti sublimi. Dalla squadra di colleghi detective di Cha Ji-woon, ai genitori adottivi di Do Hyun-soo. Fino ad arrivare allo spietato padre killer che continua a tormentare i ricordi di Hyun-soo.  Senza bisogno di troppe parole, ma con il suo sguardo nero come la notte più buia, Do Min Seok (Choi Byung Mo) riesce a inquietare anche gli spettatori più coriacei. C’è poi il giornalista Kim Moo-jin (Seo Hyun-woo) con il suo struggente amore mai dimenticato per la tormentata Do Hae-su. Una nota speciale è dovuta anche alla piccola Jung Seo-yeon, che interpreta da attrice consumata Baek Eun-ha la figlioletta di Hyun-soo e Ji-woon. Ricordate questo nome, perché sono certa che diventerà una star.

Ultimo ma non ultimo Kim Ji-hoon, un attore che ho scoperto in questo drama e del quale vorrei parlare tanto. Non posso, però, perché del suo personaggio credetemi non oso riferire neanche il nome per non rovinare sfumature importanti del racconto. Vi basti sapere che dopo aver visto Flower of Evil non lo dimenticherete facilmente.

Per quanto riguarda la colonna sonora, a costo di sembrare ripetitiva, devo dire che è perfetta per la storia alla quale fa da contrappunto. Due brani in particolare sono entrati di diritto nella mia playlist e non credo ne usciranno mai: Feel You, cantata da Shin Yong-jae  e In my Heart, cantata da Lim Yeon. 

In conclusione, Flower of Evil è inaspettatamente salito in cima alla mia classifica dei drama. È di certo il più avvincente e toccante che ho visto quest’anno e vorrei davvero che lo vedeste perché lo ritengo imperdibile, come è stato per pochi finora. Nonostante la messa in onda sia terminata da poco, Lee Joon-gi ha vinto per la sua interpretazione già due premi  al 5 ° Asia Artist Awards, come Asian Celebrity e come Best Artist. Sono certa che non saranno solo i primi riconoscimenti per la sua eccellente performance e che ne arriveranno altri anche per gli altri professionisti che hanno contribuito alla realizzazione di questo eccellente lavoro.

La mia valutazione
10/10
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Your Honor – 친애하는 판사님께

Un legal thriller ricco di intrighi, colpi di scena e spunti di riflessione.

di Donatella Perullo

Titolo: Your Honor 친애하는 판사님께

Genere: Legal Drama

Sceneggiatura: Cheon Sung-il

Paese di produzione: Corea del Sud

Numero episodi: 32 da 35 minuti

Anno di produzione: 2018 

Dove vederlo: in streaming su Viki

Main Cast:

Yoon Shi-Yoon   (Han Kang-Ho e Han Soo-Ho)

Song So Eun (Lee Yoo-Young)

Park Byung-Eun (Oh Sang-Cheol)

Kwon Nara (Joo Eun)

“Cervello straordinario, aspetto splendido. Ci sono fratelli che condividono tutti i geni allo stesso modo, ma vivono vite completamente diverse.”

È così che il sito ufficiale di Your Honor apre la presentazione di questo drama.

La storia ci mostra come due persone con pari qualità intellettive possano ricevere dalla vita, opportunità opposte a causa del pregiudizio.

Han Kang-ho e Han Soo-ho (Yoon Shi-Yoon) sono due gemelli omozigoti, identici nel fisico ma opposti nell’animo. Viziato e ben considerato dalla madre, Soo-ho ha la possibilità di studiare e diventa giudice. Trattato invece in modo impari, Kang-ho diviene un piccolo delinquente e finisce più volte in prigione.

Una notte, mentre getta l’immondizia e non ci sono testimoni, qualcuno rapisce il magistrato Soo-ho. Lo scapestrato Kang-ho, in fuga dalle forze dell’ordine, si reca a casa del fratello in cerca di aiuto e per una serie di coincidenze, si ritrova a prenderne il posto. Per non essere smascherato è costretto a sostituirlo anche in tribunale. Qui, supportato dall’ignara Song So-eun (Lee Yoo-young), una competente e sensibile tirocinante, inizierà a svolgere le mansioni di giudice. Con sua stessa sorpresa, si appassionerà ai casi che gli saranno sottoposti. Si rivelerà essere giusto, coscienzioso e umano, molto più del fratello e di tanti altri magistrati, avvocati e procuratori nei quali s’imbatterà.

«Non che io ne sappia molto, ma un attore rende felice gli altri, penso. Li fa piangere e ridere, si arrabbia per conto loro e si vendica per conto loro…» (Han Kang-ho)

Per uno strano gioco del destino quindi, il malvivente Kang-ho si troverà invischiato in un dedalo d’insidiosi giochi di potere. Dovrà lottare contro la corruzione della casta e sarà costretto a combattere per la sua vita e per il proprio riscatto. Dovrà lottare soprattutto per l’amore di So-eun, del quale crede di non essere degno.

Your Honor è un legal thriller di ottimo livello, arricchito da una pennellata di romance, sviluppata così da donare ancor più spessore alla storia. La trama è ricca di colpi di scena che si susseguono fino all’ultimo fotogramma. Una narrazione che per intrighi e complessità, ma soprattutto per il crescendo di emozioni, mi ha ricordato a tratti i romanzi di John Grisham. I personaggi sono tutti credibili, anche i secondari.

Il racconto concede diversi spunti di riflessione e non solo per gli avvenimenti che coinvolgono i protagonisti e il loro passato. Anche i casi che Kang-ho affronta come giudice, hanno la capacità di sollecitare la coscienza dello spettatore e stimolarlo a riflettere su argomenti importanti.  

«Sei il mio centro gravitazionale. Non dovrei innamorarmi di te, ma continuo a farlo.» (Han Kang-ho)

La storia umana dei due protagonisti è molto ben sviluppata e coinvolge nel profondo, il tormento di Kang-ho più di tutto. Lui che si sente rifiutato dalla madre e tenta di conquistarne l’amore. È un giovane uomo convinto ormai di non essere abbastanza, per nessuno, tanto da finire con il perdersi. Le sue pene interiori fanno tremare il cuore e rodere di rabbia, inducendo lo spettatore a desiderare di risolvere per lui le ingiustizie che patisce. 

Anche il doloroso passato di So-eun, tocca l’animo. La giovane ha visto la propria famiglia distrutta da una violenza sessuale, subita dalla sorella e rimasta impunita. Un crimine che influisce sulla sua vita, sulle sue scelte e sul suo difficile rapportarsi con gli altri. Sarà questo stesso passato, però, a consentirle di riconoscere la purezza d’animo e il valore di Kang-ho. Incontro di animi che contribuirà al riscatto di entrambi.

Your Honor è, infatti, un drama che parla soprattutto di rinascita e riabilitazione. È la storia dell’evoluzione di chi, ambendo alla vita di un altro, riesce a rivalutare e riscattare la propria.  È il drama giusto per chi è in cerca di emozioni forti e di una storia diversa dal solito. Gli interpreti sono credibili e di grande spessore professionale. La vera scoperta per me, però, è stato Yoon Shi-yoon. Ammetto che nei primi episodi la sua interpretazione appare un po’ sopra le righe, ma poi diviene a dir poco magistrale. Nell’impersonare i due gemelli dall’animo così diverso, riesce a distinguersi nell’una e l’altra veste solo con cambi di sguardo e movenze. Grazie alla sua bravura, ci si ritrova ad amare Kang-ho e a odiare Shi-yoon, distinguendoli come avessero volti diversi.

Come la gran parte dei drama, Your Honor è impreziosito da OST molto belle che contribuiscono al coinvolgimento emotivo. La mia preferita è Comfort di Jung In, che ho ovviamente aggiunto alla mia play list.

Your Honor in patria è stato premiato con un discreto indice di ascolto. Ha ricevuto sette nomination ed entrambi i protagonisti hanno vinto premi di rilievo per le loro interpretazioni. Yoon Shi-yoon ha ricevuto, allo SBS Drama Awards, l’Exellence Award Actor, mentre come protagonista femminile, Lee Yoo-young è stata nominata miglior attrice.

Il video di 'Comfort'

La mia valutazione
9/10
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#ALIVE (#살아있다)

Un horror zombie inaspettato. Un racconto introspettivo che mostra anche l’aspetto umano di un’apocalisse.

di Donatella Perullo

Titolo: #ALIVE (#살아있다)

Genere: Horror/zombi

Dove vederlo: in streaming su Netflix

Sceneggiatura: Cho Il-hyung e Matt Naylor

Paese di produzione: Corea del Sud

durata: 1 ora e 38  minuti

Anno di trasmissione in patria: 2020

Main Cast:

Yoo Ah-in (Joon-woo)

Park Shin-hye (Kim Yoo-bin)

Supporting Cast

Lee Hyun-wook (vicino di casa)

Oh Hye-won (una poliziotta)

Jeon Bae-soo (soccorritore)

Una stanza immersa nella penombra. La luce di un giorno assolato filtra a malapena attraverso le tende. Un ragazzo dorme vestito, circondato da computer e apparecchiature elettroniche. Si è lasciato cadere sul letto a notte fonda, dopo ore trascorse dinanzi a un video. È un campione di giochi online, bravo con il joystick ma imbranato nelle attività pratiche e nella vita quotidiana. Il telefono suona e il giovane Joon-woo (Yoo Ah-in) si sveglia a stento. Sussulta nel rendersi conto che sono le dieci. Il suo primo pensiero è chiamare a gran voce la mamma, ma nessuno gli risponde. È solo. Circondato dal silenzio, si alza, si lava, cerca qualcosa da mangiare, beve, poi sul tavolo del soggiorno trova un messaggio di sua madre. “Avevamo fretta, quindi non c’è niente da mangiare” recita il biglietto “Compra qualcosa a tua sorella. Scusa, figliolo, ci vediamo dopo! Ti voglio bene, mamma.

Joon-woo sorride, ma ignora le parole della madre e riprende la partita online lasciata in sospeso la notte precedente. I compagni di gioco iniziano a interagire, finché uno di loro grida di correre a vedere la televisione perché sta succedendo qualcosa di strano.  Joon-woo va in salotto e mentre ascolta le notizie, dalla strada lo raggiungono grida e un angosciante frastuono. Si affaccia e dinanzi a lui si apre uno scenario apocalittico. Cosa sta accadendo? Perché c’è chi fugge e chi assale gli altri, tentando di morderli? Stordito e sorpreso, il ragazzo apre timidamente la porta di casa. Stravolto, un vicino (Lee Hyun-wook) ne approfitta per catapultarsi nell’appartamento e barricarsi con lui. Il ragazzo cerca di mandarlo via, ma quello lo scongiura di lasciarlo restare al sicuro. Joon-woo rifiuta, ma gli accorda il favore di fargli usare il bagno prima di andarsene. Grave errore.

Poco dopo, infatti, l’uomo ha una crisi, si muta in un famelico zombi e lo assale. Il giovane riesce a stento a liberarsene e poco dopo riceve un messaggio vocale da suo padre che gli dice disperato: “Devi sopravvivere!”. È proprio questa preghiera a divenire il fulcro dell’intero film.

 #ALIVE catapulta velocemente gli spettatori nell’epidemia zombi, senza dar tempo di porsi domande su cosa l’abbia originata. L’attenzione di chi guarda è rapita da altro e anche se non mancano i momenti adrenalinici, molto è affidato all’aspetto introspettivo della storia. Un racconto incredibilmente efficace che narra la lotta per la sopravvivenza di un ragazzo campione nei combattimenti virtuali, ma impreparato alla dura realtà tanto da apparire goffo. Novello Robinson Crusoe, Joon-woo è segregato nell’appartamento di un condominio alveare che diviene un’isola deserta, perduta in un mare di orrore e morte.

Il soggiorno, affacciato su un cortile che diviene il centro del mondo, appare come un palcoscenico. Un proscenio dal quale Yoo Ah-in mostra tutti i sentimenti che stravolgono il suo personaggio. Confinato tra quattro mura, senza più cibo, privo di qualsiasi possibilità di contattare il mondo esterno, ben presto il ragazzo inizia a essere terrorizzato dalla solitudine e dall’orribile destino che gli sembra sempre più ineluttabile. Così Joo-woo passa dalla voglia di lottare, alla disperazione, dalla rabbia incontenibile alla paura, dalla  imbambolata sorpresa all’audace reazione, dalla resa alla determinazione. Quando per lui la capitolazione appare la sola via d’uscita, ecco che entra in scena Kim Yoo-bin (Park Shin-hye). La misteriosa dirimpettaia determinata e armata di ascia, restituisce al ragazzo la forza di non arrendersi.

Di lei non sappiamo nulla se non che è stata un’alpinista, ma leggiamo la forza nel suo sguardo e l’algida determinazione. Rappresenta la speranza e la forza d’animo, questo personaggio. La luce che guida Joon-woo attraverso i meandri dell’inferno, verso la luce.

Pur non conoscendosi, i due giovani si scambieranno da subito gesti di umanità e altruismo. Generosità istintiva che rappresenta un faro nella tempesta della disperazione. I due si sosterranno a vicenda e condivideranno la lotta contro gli zombi bramosi della loro carne.

Privo quasi totalmente di cliché e forte di effetti speciali degni delle migliori pellicole di genere, Alive è un film che consiglio di non perdere. Valore aggiunto è senza dubbio la presenza di Yoo Ah-nin. Attore che ha già dimostrato grande talento nel film Burning–l’amore brucia e in drama imperdibili come Chicago Typewriter e Secret Love Affair.

Leggi anche: Chicago Typewriter

Non meno incisiva l’interpretazione di un’inedita Park Shin-hye. Molto amata da alcuni e detestata da altri, l’attrice è convincente e ben immedesimata nel ruolo della determinata survivor. Ammetto di averla apprezzata anche in The Heirs, accanto a Lee Min-ho, nonostante la sua recitazione fosse ancora immatura. Confesso di averla apprezzata di più in Memories Of The Alhambra, al fianco di Hiun Bin. Qualsiasi sia il parere che avete su di lei, in #Alive la troverete del tutto diversa dai ruoli precedenti e ben immedesimata nella parte.

La sceneggiatura di #Alive è la rivisitazione di quella di “Alone”, pellicola made in U.S.A. del 2019 dello sceneggiatore hollywoodiano Matt Naylor, film del quale potete vedere il trailer QUI. L’autore l’ha riadattata insieme al regista sudcoreano Cho Il-hyung che ha poi anche diretto #Alive. 

La mia valutazione
8.7/10
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Ji Chang-wook – 지창욱

Il sorriso che conquista i cuori

di Donatella Perullo

Nome: Ji Chang-wook – 지창욱

Professione: Attore

Luogo di nascita: Anyang – (Gyeonggi) – Corea del Sud

Data di nascita: 5 luglio 1987

Segno zodiacale: Cancro

Altezza: 1,78 cm (Fonte 1)

Gruppo sanguigno: AB

Religione: Buddismo

Agenzia: Glorious Entertainment

JI CHANG-WOOK  SOCIAL

La vita di Ji Chang-wook inizia come quella di qualunque altro bambino: una famiglia affettuosa e serena, la scuola, gli amici.  Il piccolo Chang-wook è irrequieto, ama giocare a calcio e a scuola si annoia, dice che trova tediosa e poco interessante la sua vita. Tranquilla monotonia che purtroppo, però, è stravolta quando suo padre si ammala di tumore e poco dopo muore. Ji Chang-wook ha dodici anni e resta solo con sua madre.

Nasce così il suo rapporto simbiotico con la mamma. Verso di lei Chang-wook inizia a provare un forte senso di responsabilità e protezione e per suo dire la considera una Hyoja. Hyoja Weonseong Jonghwa Hapcheon Myeongseong Taehwanghu fu fu regina di Joseon, moglie di Gojong di Corea. Lui stesso in un’intervista ha dichiarato: “Un giorno, quando ero bambino, camminavo con lei in un vicolo stretto e malandato e pensai: E se incontrassimo persone cattive in questa strada? Devo proteggere mia madre.”

Il desiderio di imparare a recitare e diventare un attore professionista gli viene quando è al liceo. L’attore Ryu Duk-hwan è compagno di classe di Ji Chang-wok alle scuole medie e poi superiori. I due ragazzi frequentano insieme la Shinsung Middle School e poi la Shinsung High School).  Duk-hwan sembra abbia avuto un ruolo decisivo nella sua carriera artistica. Ji Chang-wok aveva, infatti, intenzione di frequentare il dipartimento di Arte e Chimica dello spettacolo della Dankook Univertsity. Non stava facendo nulla, però, per prepararsi agli esami di ammissione. In quei giorni il suo amico stava frequentando un’accademia di recitazione per prepararsi al College e Ji Chang-wook lo accompagnò in bicicletta. Fu così che iniziò anche lui a frequentare quel corso. Si preparò per diversi mesi, riuscendo così ad accedere senza difficoltà alla Dankook dove si è poi laureato.

La madre di Ji Chang-wook che oggi è la sua più grande sostenitrice, all’inizio non era felice che il figlio volesse diventare attore. Ha combattuto perché cambiasse idea e non si iscrivesse a quella facoltà. Il giovane Chang-wook, però, sentiva forte il richiamo della recitazione e pensava che diventare attore fosse anche un modo per ripagarla degli enormi sacrifici che aveva fatto per allevarlo come madre single.

Essendo molto portato per il canto, l’esordio di Ji Chag-wook avviene nel 2006, a teatro, in un musical. Sempre nel 2006 ottiene un ruolo nel film Days e nel 2008 riceve un ruolo secondario nel drama  You Stole My Heart. Il suo debutto ufficiale avviene sempre nel 2008 come protagonista del film indipendente, Sleeping Beauty. L’anno seguente gli viene affidata la parte del protagonista nel drama My Too Perfect Sons, serie che ebbe un enorme successo ottenendo oltre il 40% di share. Subito dopo accetta di prendere parte con un ruolo di supporto al drama d’azione Hero.

Nel 2010, come ha rivelato in un’intervista di quell’anno, segue i consigli di sua madre: “Non eccitarti troppo, tieni la testa bassa e lavora sodo.” In quell’anno è protagonista del drama Smile, Dong Hae e di supporto nel film Death Bell 2: Bloody Camp, l’anno seguente dello storico Warrior Baek Dong-soo che regalano al giovane Ji Chang-wook il titolo di Must Watch Actor.

Una nota speciale, a questo punto, credo sia dovuta al musical Thrill me. Dal 13 maggio al 14 novembre 2010, infatti, Ji Chang-wook lo porta in scena, con Kang Ha-neul. La versione originale di Thrill me  è stata tradotta in dieci lingue e ha avuto oltre 150 produzioni in sedici paesi. Thrill Me: The Leopold & Loeb Story è un musical con musica e testi di Stephen Dolginoff. Si basa sulla vera storia, avvenuta a Chigago, di Nathan Leopold e Richard Loeb, i cosiddetti “killer del brivido”. I due universitari che nel 1924 uccisero un ragazzino di quattordici anni per provare a commettere “il crimine perfetto”. Il musical tocca argomenti delicati come l’omosessualità e il comportamento criminale. Nella versione coreana, Kang Ha-neul impersonava Nathan Leopold mentre Ji Chang-wook era Richard Loeb.

Durante le repliche teatrali di questo spettacolo i due attori si sono scambiati, a detta dello stesso Chang-wook, “baci appassionati alla francese”. Ovviamente baci di scena, ma molto controversi poiché in rete non c’è più traccia dei video che riprendevano quei momenti dell’opera teatrale. In ogni articolo che li proponeva, sono stati oscurati. Io sono riuscita a trovare un’unica fotografia che immortala uno di quei baci. Vista, però, l’evidente volontà dei protagonisti di non volerli mostrare, ho preferito non farlo. In ogni caso anche Thrill me è un enorme successo che, insieme ai molti altri riconoscimenti ottenuti, dona all’attore fiducia nel futuro.

Aspettative purtroppo disattese dai pessimi risultati del suo drama seguente. Bachelor’s Vegetable Store, infatti, ottiene meno dell’1% di ascolto e questa brutta esperienza demoralizza Ji Chang –wook enormemente. Per dare una svolta alla sua carriera, prova a mettersi in gioco accettando, nel 2012, il ruolo del protagonista negativo nel drama Five fingers. Il drama che va decisamente meglio del precedente, ma ciò non gli fa riacquistare serenità. Riguardo ai risultati di questi ultimi due drama, in un’intervista concessa nel luglio 2019 alla rivista Moazine Ji Chang-wook dichiarò:

“Era difficile credere a quanto fossero diversi i risultati pur avendo fatto del mio meglio così come i lavori precedenti. L’anno successivo, anche ‘Five Fingers’ stava lottando. Mi chiedevo se fosse giusto continuare a recitare. È stata per me una grande crisi come attore perché non ebbi offerte per un po’ di tempo dopo ‘Five Fingers’. Così ho iniziato a dubitare delle mie capacità, la mia autostima è precipitata ed ero preoccupato che la mia carriera di attore potesse finire così.”

È in questo periodo di arretramenti costanti che Ji Chang-wook torna al suo originario amore per il canto e il musical. Dal 2012 al 2013 si dedica di nuovo al teatro, come co-protagonista del musical The Days che riscuote un buon successo. The Days è la storia di due guardie del corpo  incaricate di proteggere il presidente della Casa Blu. Entrambi gli uomini si innamorano di un’interprete cinese e, a causa di una serie di eventi, per questo rischiano la loro vita. A proposito di questo spettacolo, nella stessa intervista Chang-wook dichiarò:

Volevo mostrare a mia madre che sarei stato un attore rispettabile e volevo renderla orgogliosa di me. Da quando avevo dodici anni, lei ha affrontato tante difficoltà per crescermi da sola, dopo la morte di mio padre. Non volevo arrendermi così facilmente perché recitare era un sogno che bruciava dentro di me. In qualche modo stavo prendendo una pausa mentre speravo di tornare agli occhi del pubblico e per fortuna ho incontrato il musical ‘The Days’.”

Per fortuna, oserei dire, perché pochi mesi dopo, arriva la svolta decisiva. È il 2013, l’anno di Empress Ki. Chang-wook ne è coprotagonista accanto a Ha Ji-won e la sua recitazione gli vale il premio MBC per il miglior attore maschile. Empress Ki ebbe un enorme successo sia in patria che all’estero. Accrebbe la sua popolarità e gli concesse molti riconoscimenti per le sue capacità recitative. Da qui, passando per il  web drama Kara: Secret Love, arriva finalmente il ruolo, finora, per eccellenza. Il drama che davvero lo imprimerà nei cuori di tutti gli spettatori: Healer. Qui Chang-wook è uno spericolato agente segreto in lotta per scoprire chi abbia ucciso suo padre e per salvare la donna che ama. Grazie a Healer vince sia il premio come attore più popolare al 2014 KBS dramma Awards  sia di quello come miglior coppia. In più lo rende incredibilmente popolare anche all’estero.

Dopo l’uscita di Healer, in una simpatica video intervista rilasciata a MBC entertainment, Ji Chang-wook parla a sorpresa dei suoi baci con il collega Ha-neul. La giornalista gli chiede a un certo punto della chimica tra lui e la co-protagonista in Healer, Park Min-young. Fa domande sui loro baci di scena e vuol sapere se ci fosse stata una collega che avesse baciato più di Min-young. A quel punto Chang-wook, ridendo, rivela di aver baciato molto di più Ha-neul in Thrill me: “Ci siamo davvero baciati molto. E non era solo un bacio. Erano tutti baci appassionati molto profondi.” ha detto.

L’enorme popolarità internazionale lo induce a girare, nel 2016, il drama cinese The Whirlwind Girl 2 nel quale l’attore sfoggia la sua conoscenza del mandarino. Lo stesso fa nel minialbum Be whit you, contenente tre brani, cantati in questa lingua. Durante una delle interviste rilasciate per promuovere The Whirlwind Girl 2, Chang-wook ammise che imparare il mandarino non era stato facile. Disse che la sfida più difficile erano state le quattro intonazioni della lingua. Rivelò che spesso sul set c’erano stati dei malintesi perché lui diceva le cose nel tono sbagliato.

Il 2016 è anche l’anno del drama The K2 e del web drama 7 first kisses. È, però,soprattutto l’anno in cui Ji Chang-wook è stato scelto per doppiare Taki, il protagonista del film d’animazione giapponese Your Name. Con lui c’è l’attrice Kim So-yun che doppia Mitsuha, la protagonista femminile. Il film includeva sullo schermo sottotitoli in coreano così da poter essere compreso anche dalle persone con problemi di udito. In quell’occasione Ji Chang-wook e Kim So-yun donarono i loro proventi alla Korea Barrier-Free Film Commission, che promuove le opere cinematografiche coreane per gli spettatori non udenti e ipovedenti.

Un’altra cosa interessante da sapere è che durante le riprese dell’action drama The K2 Ji Chang-wook non utilizzò controfigure. Per interpretare al meglio il suo ruolo di guardia del corpo, seguì uno speciale allenamento nelle arti marziali. The K2 è stato il primo K Drama a utilizzare il Bullet Time. L’effetto speciale Bullet time è  realizzato con numerose fotocamere che scattano fotografie in contemporanea, da diversi punti di vista. Usato per la prima volta nel film Matrix, concede allo spettatore la sensazione di vivere in prima persona la scena riprodotta nell’immagine in movimento. In The K2 Chang-wook si esibì anche in diverse tecniche di combattimento, come il ju-jitsu, l’aikidō e il taekwondo. Parlando di questo, in un’intervista a Sports Chosun, disse che girare the K2 era stato quanto di più faticoso avesse fatto fino a quel momento. Sostenne, poi, che per questo si sarebbe preso una pausa dalle scene d’azione.

Così fece e tornò a teatro per una nuova edizione di The days, che andò in scena dall’undici marzo al venticinque agosto di quell’anno. Con lui in scena c’erano anche, tra gli altri, Son Seung Won, Oh Jong-hyuk  e il bravissimo Lee Hong Ki dei F.T. Island.

Il 2017 è per Ji Chang-wook l’anno della leva obbligatoria. Parte il 14 agosto, ma prima è protagonista del drama Suspicioiu partner, accanto a Nam Ji-hyun e del film d’azione Fabricated City. Anche questo drama ha un buon successo e permette all’attore di partire sereno.

Nell’esercito Ji Chang-wook viene assegnato alla terza divisione di fanteria a Cheorwon, provincia di Gangwon. Al completamento del tirocinio, gli è riconosciuto un premio per le alte prestazioni fornite. Dopo questa prima fase, per completare il resto del suo servizio militare, si unisce alla quinta brigata di artiglieria dell’esercito.

Durante questo periodo è nominato Capo Plotone e promosso Caporale. È poi di nuovo promosso come sergente prima del ritorno a casa, avvenuto il 27 aprile 2019. Ji Chang-wook ha condiviso il periodo di leva obbligatorio con Kang Ha-neul. In quell’occasione entrambi  ebbero modo di dimostrare ancora una volta la loro bravura, esibendosi nello spettacolo Shinheung Military Academy Musical.

Il  musical fu messo in scena dall’esercito della repubblica di Corea, in occasione del settantesimo anniversario della fondazione. In un’intervista di luglio 2019 Chang-wook parlò della leva appena conclusa e dell’esperienza nel  Shinheung Military Academy Musical.

Disse di essersi sentito molto ispirato dai suoi compagni soldati durante le esibizioni, anche se non era stato semplice. Aveva dovuto, infatti, esibirsi in parallelo con l’addestramento militare, svolgendo entrambi i compiti senza dare segno di stanchezza. Nell’intervista, l’attore fu sincero e rivelò di essersi sentito, a volte, frustrato durante il servizio militare:

Ero abituato a essere una celebrità. Quando sono divenuto un soldato tirocinante, all’inizio mi sono sentito depresso. Mi sentivo come se stessi perdendo la mia identità, ma col passare del tempo mi è piaciuta la vita militare[…], ci sono molte cose da imparare da essa. Penso di essermi gradualmente adattato, ricordandomi che dovevo adempiere ai miei obblighi per la difesa,”. In un’altra intervista, ammise poi: “La leva mi ha dato il tempo di riflettere profondamente su me stesso e su chi sono. Le volte che ho indugiato su pensieri profondi mi hanno aiutato a crescere e maturare.”

Al rientro dalla leva, Ji Chang-wook trova ad accoglierlo giornalisti, orde di fan entusiasti, ma soprattutto la sua mamma. Con lei, come rivelò nell’episodio del cinque ottobre 2019 del reality show Labourhood on hire, vive ancora. Faccio del mio meglio per essere un buon figlio, ma la cosa migliore da fare per una madre non è comprarle regali, ma condividerne il tempo. Però, anche se viviamo insieme, non ci riesco sempre. Quando lavoro parto la mattina presto e torno a casa a tarda notte e nei giorni liberi vado a trovare i miei amici e resto fuori. Quindi provo a fare le cose insieme a mia madre, ma penso che sia la cosa più difficile”.

La mamma era con lui anche durante il primo incontro con i fan dopo la leva. Al giornalista che gli chiese cosa pensasse la donna dell’affetto dimostratogli dal pubblico, lui rispose: Mia madre viene sempre ai miei fan meeting. È grata e riconoscente verso di loro.”

Il primo impegno lavorativo dopo il servizio militare è il drama “Melting me softly”, seguito da “Backstreet Rookie” le cui prime puntate stanno andando in onda in Corea del Sud, mentre scrivo questo articolo. A oggi il calendario degli impegni lavorativi di Ji Chang-wook è già fitto di impegni. L’attore ha in programma, infatti, un nuovo drama cinese, intitolato Right  le cui riprese inizieranno subito dopo quelle di Backstreet Rookie. Nel 2021, tornerà poi in Corea come protagonista del drama intitolato City of stars, insieme a Byun Yo-han. Secondo Asianwiki, il ruolo da protagonista era stato offerto a Hyun Bin che però l’ha rifiutato.

Sì ma, a parte la sua carriera e il rapporto con la mamma, chi è davvero  questo ragazzo dallo sguardo dolce e il sorriso luminoso?

Le foto di quest’ultima galleria sono state tratte dal profilo instagram di JCW  (credit)

Si dice che Ji Chang-wook da bambino fosse estremamente pauroso, tanto da guadagnarsi tra i compagni di scuola il soprannome di Wookwook. Quando andava a pescare si spaventava persino del pesce pescato, tanto da non riuscire a toccarlo. Non è mai stato pieno di sé, anzi. La sua insicurezza l’ha espressa più volte, parlando delle proprie perfomance da attore. Qualche anno fa, parlando della sua recitazione la definì goffa. Disse anche, però, che era stata la sua goffaggine ad averlo spinto a essere più passionale e a impegnarsi di più per migliorarsi.

È molto generoso. Ji Chang-wook di recente ha collaborato con la MIRAL Welfare Foundation, un’organizzazione non governativa, per una campagna denominata “How you see me?”. La campagna promuove l’accettazione dei diritti civili dei cittadini sudcoreani disabili e punta a ridurre i pregiudizi nei loro confronti. Il 28 febbraio 2020, inoltre, ha donato più di cento milioni di won alla Croce Rossa coreana per sostenerla nella lotta al COVID19. I fan filippini conoscono la sua gioia nel donare, tanto che, proprio in occasione del suo trentatreesimo compleanno, hanno raccolto e donato per lui alla MIRAL ben seicentocinquantamila won. Chang-wook ne è stato felicissimo e ha condiviso su instagram il certificato di donazione.

Ama molto i suoi fan  e lo dimostra. Ji Chang-wook Si occupa personalmente di controllare che i fan meeting siano organizzati alla perfezione e che i fan non abbiano disagi. In uno degli ultimi incontri ha donato un braccialetto a ognuno degli intervenuti e da allora ne indossa anche lui uno identico. A chi gli ha chiesto il perché di questo gesto, ha risposto: “Ho pensato che sarebbe stato bello avere una sorta di appartenenza. Un punto di connessione tra loro e me che sarebbe stato bello indossare con loro”.

Una volta un suo fan ha perso uno zaino e Chang-wook glielo ha fatto restituire, insieme a una lettera scritta a mano da lui.

Ha dimostrato di sentirsi molto responsabile del suo pubblico anche quando ha scoperto il prezzo dei biglietti di The Days e in un’intervista ha dichiarato: ” Quando ho scoperto il prezzo dei biglietti di The Days, ho sentito un onere enorme. Ho pensato che ci fosse una sola cosa che potevo fare con tutti i membri del cast: offrire una performance che non fosse uno spreco di denaro.”

Sin da ragazzo è stato un grande fan di Cho Seung-woo. Qualche tempo fa dietro le quinte dello spettacolo Jekyll e Hyde gli ha anche chiesto un autografo.

Ji Chang-wook ha desideri semplici. A chi dopo il servizio militare gli ha chiesto cosa desiderasse per il suo compleanno lui ha risposto: “Non desidero nulla, ma se dovessi farlo, sarebbe rimanere in salute, continuare ciò che sto facendo e che il mio nuovo drama andasse bene.”

In un’intervista a Marieclaire, ha anche ammesso: “Un giorno vorrei poter prendere uno zaino, camminare tanto  e viaggiare molti giorni senza riuscire neanche a lavarmi.”

Adora il profumo e lo usa molto. Sceglie il suo profumo in base al clima e all’umore del giorno e non crede esistano profumi che siano simbolo di virilità. Per lui “ogni profumo dà sensazioni diverse, ma non è il profumo, l’elemento chiave dell’essere virile”.

Ji Chang-wook è pallido. La tonalità della sua pelle è così chiara che durante le riprese di The K2, per scurirla è stato fatto abbronzare tre volte. Secondo Namu.Wiki, Ji Chang Wook è alto 174,9 cm che diventano 177,9 centimetri indossando le scarpe da combattimento, lo stesso sito riferisce anche cha al momento del suo arruolamento pesava 66,4 Kg. Dice di stare bene anche senza cibo, ma che ama il riso e non mangia carote.

Ha un cane, un Bedlington Terrier  che ama moltissimo e che ha chiamato ragazzino , in hagul 꼬마  (kkoma). Parlando di lui ha ammesso che all’inizio non aveva idea di come avrebbe potuto addestrarlo. Ora pubblica spesso su instagram sue foto o video con didascalie affettuose.

Ama i videogiochi online. Dice di giocare dal telefono e non dal PC perché non ha un computer a casa ed è da molto tempo che non ne usa uno. Poiché è molto impegnato con il lavoro, gioca sul telefono durante le pause sul set. Gli piace però anche fare esercizio fisico, uscire con gli amici e andare in moto. A suo dire, andare in motocicletta lo aiuta, infatti, a stemperare le emozioni e le preoccupazioni accumulate. Il suo amore per le moto è dimostrato anche dalle diverse foto che pubblica sul suo account instagram.

Quando gli hanno chiesto cosa sarebbe stato di lui se non avesse fatto l’attore, Ji Chang-wook ha risposto: “Probabilmente sarei un normale lavoratore che lavora in un’azienda, ricevendo il mio stipendio … Inoltre, alla mia età probabilmente mi sarei sposato. Penso che avrei vissuto una vita molto ordinaria.”

Cosa dire, quando ho iniziato le ricerche per scrivere questo articolo, mai mi sarei aspettata di trovarmi dinanzi a una persona tanto sensibile e complessa. L’umanità e, in un certo senso, la fragilità di questo ragazzo mi hanno spiazzata. Lo osserverò con occhi diversi d’ora in poi, andando oltre il suo aspetto fisico e guardando più a fondo in quello sguardo sorridente, ma anche un po’ triste.

FILMOFRAFIA

DRAMA

You Stole My Heart – 2008

My too Perfect Sons – 2009

Hero -2009

Smile, Dong Hae – 2010

Warrior Baek Dong Soo-2011

Bachelor’s Vegetable Store -2011

Five Fingers- 2012

Empress Ki-2013

Secret Love -2014

Healer -2014

The Whirlwind girl 2 – 2016

The K2-2016

7 first kisses – 2016

Suspicious Partner – 2017

Melting me softly – 2019

Backstreet Rookie  – 2020

Mr Right-2020

City Of stars – 2021



FILM

Days – 2006

The sleeping Beauty – 2008

The Weird Missing Case of Mr. J

Death bell 2:Bloody camp – 2010

Confession – 2011

How to use boys with secret tips – 2013

The long way home – 2015

Fabricated City -2017

Your Name – 2017 (doppiatore)

The Bros – 2017

Punishment – 2020

Musical

Fire and ice – 2007

Thrill Me  – 2010

The Days  – 2013

Jack the Ripper – 2013

Brothers Were Brave – 2013

The Days – 2016

Shinheung Military Academy Musical – 2018

Apparizioni in video musicali

Lena Park – Are you ready – 2007

Younha – We Broke Up Today – 2009

Young Gun – I Have to Let You Go – 2010

T-ara – Cry Cry – 2011

T-ara – Lovey-Dovey – 2012

K.Will – I Need You – 2012

Speed – That’s My Fault – 2013

Speed – It’s Over – 2013

Kara – Runaway –  2013

Eps

Be with you – 2016

OST

Meet Again – Warrior Baek Dong Soo – 2011

Oh-Sing-Sing-Men – Bachelor’s Vegetable Store -2011

Your Warmth –   Bachelor’s Vegetable Store – 2011

Fills up – Five Fingers – 2012

To the Butterfly – Empress Ki – 2014

I’ll Protect You – Healer – 2015

101 Reason Why I Love you – Suspicious Partner -2017

When Love Passes By – Melting m softly – 2011

Fonti: 1    2   3   4   5   6   7   8   9   10  11   12

Un frammento del musical “The days” 2016 – brano intitolato ‘My song’

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My Holo Love – 나 홀로 그대

Una donna sola, un uomo imperfetto e un’intelligenza artificiale empatica e sensibile, danno vita a una storia d’amore ricca di emozioni, diversa e toccante.

di Donatella Perullo

Titolo: My Holo Love – 나 홀로 그대 (Na Hollo Geudae)

Genere: Sci-Fi /Romance

Sceneggiatura: Ryu Yong-jae

Regia: Lee Sang-yeop

Paese di Produzione: Corea del sud

Anno di messa in onda: 2020

Numero episodi: 12 – durata per episodio: 50 minuti circa.

Dove vederlo: Netflix

Main Cast:

Yoo Hyun-min (Nan-do/ Holo)

Go Sung-hee (Han So-yeon)

Choi Yeo-jin (Go Yoo-jin)

Hwuang Chan-sung (Baek Chan-sung)

Go Yoo-jin (Choi Yeo-jin) è l’amministratrice delegata di un’azienda tecnologia all’avanguardia. Ha appena presentato un nuovo prodotto, un paio di occhiali che permettono di interfacciare con Holo, un ologramma dall’aspetto di un uomo. Holo sembra destinato a diventare indispensabile per gli utenti, poiché è in grado di risolvere qualsiasi problema, anche quelli interiori. Al ritorno dalla conferenza, Yoo-jin è inseguita dagli scagnozzi di una ditta avversaria che tentano di rubare il prototipo. Il creatore di Holo è Nan-do (Yoo Hyun-min), un giovane scienziato dal passato misterioso che vive rintanato nel suo laboratorio. Egli ha dato a Holo le sue sembianze e tiene all’invenzione quasi come a un virtuale gemello. Così, per salvarlo, ordina a Yoo-jin di dare gli occhiali a un passante e di far scegliere da Holo a chi essere affidato.

Tra la folla l’ologramma sceglie Han So-yeon (Go Sung-hee), e chiede a Yoo-jin di nascondere gli occhiali nella borsa dell’inconsapevole ragazza.

Han So-yeon è una giovane affetta da prosopagnosia e per questo è molto chiusa in se stessa. (NdA: la prosopagnosia è una patologia colpisce il 2% della popolazione. È detta anche cecità facciale poiché provoca l’incapacità di riconoscere le facce delle persone). La ragazza vive una vita piuttosto solitaria e per lei sono problematiche anche le interazioni con i colleghi. Per questo è considerata superba ed è spesso emarginata. Quando indossa per la prima volta gli occhiali e con sua grande sorpresa si trova dinanzi a Holo, di primo acchito lo crede un fantasma. Non impiega molto, però, a capirne l’immenso valore e, bisognosa di attenzioni e amicizia, si affeziona molto in fretta a Holo.

“Sono fatta così. Da fuori sembro normale, ma in realtà sono piena di difetti. Non merito di amare né di essere amata.” (Han So-yeon)

L’ologramma ha maniere gentili, un modo delicato di esserle vicino e inizia a sostenerla e aiutarla anche nelle piccole cose della vita quotidiana.

Grazie ai suggerimenti di Holo, presto Seo-yeon riesce anche a eludere il suo handicap, a integrarsi con i colleghi e a sentirsi meno sola.  Durante la convivenza, tra Holo e Seo-yeun nasce un rapporto speciale, di affinità di animi. Un sentimento che andrà oltre la semplice amicizia e che rivelerà aspetti dell’intelligenza artificiale che sorprenderanno persino Nan-do.

Chi aveva tentato di rubare Holo, torna però all’attacco. Nan-do sarà così costretto a uscire dall’ombra per proteggere la sua creatura e anche Seo-yeon, che ha imparato a conoscere attraverso gli occhi di Holo. Nan-do che per traumi passati si è chiuso al mondo e rifiuta i sentimenti, scopre, infatti, di sentirsi attratto da lei. Soprattutto, però, inizia a scoprire se stesso.

Riuscirà l’imperfetto Nan-do a competere per l’amore di Seo-yeon con l’animo artificiale eppure sensibile di Holo? Tra misteri del passato, colpi di scena e inseguimenti mozzafiato, My Holo love si candida per essere, nella mia classifica personale, uno dei drama più accattivanti della prima parte del 2020.

My Holo Love è leggero, divertente, emozionante e parte da un’idea diversa dal solito. Allo stesso tempo, però, mantiene una delle caratteristiche peculiari dei drama Coreani, fornendo diversi spunti di pensiero.

Quanto siamo soli a questo mondo? Quanto bisogno abbiamo di contatto umano e quanto la tecnologia può sopperire a queste nostre mancanze?  Inoltre: Usiamo in modo cosciente i mezzi a nostra disposizione? Siamo certi di essere noi ad avere il controllo e non, invece, di essere sorvegliati in ogni momento della nostra vita?

“Sono contento che tu sia fatta così perché sono come te. […]Sono sempre stato solo e non ho mai amato nessuno.[…] Tu forse odi i tuoi difetti, ma per me sono le cose che ti rendono speciale. È perché siamo imperfetti che ci siamo incontrati. ” (Nan-do)

Per quanto mi riguarda, queste domande me le sono poste tutte, ma riflessioni a parte, durante la visione mi sono divertita.

Ammetto, inoltre, di essere caduta nella trappola sentimentale di Holo. Non dimenticherò con facilità questa AI dall’animo generoso e gentile che in più di un’occasione si mostra più comprensiva degli umani. Riconosco anche, però, di essermi innamorata della fragilità di Nan-do e del suo lottare per mostrarsi inespugnabile alle sofferenze e ai sentimenti. Così come mi sono intenerita per la fragilità e il desiderio d’amore di So-yeon e, allo stesso tempo, compiaciuta per il suo coraggio.

Sta di fatto che, appena finita la visione, il mio primo pensiero è stato quello di desiderare di poter avere un Holo tutto per me. Ammetto che se esistesse un’innovazione così, sarei la prima cliente della GioLab. Insomma, non mi sorprende che su google My Holo Love abbia una valutazione del 98% di like.

Questo è di certo merito anche della splendida interpretazione del fascinoso Yoo Hyun-min, perfetto nei due ruoli così diversi tra loro e della bella e brava Go Sung-hee. Inizierò a seguire con attenzione entrambi e cercherò altri loro drama.

Un’ultima nota: nonostante le due storie siano completamente diverse, per alcuni aspetti e qualche scena, My Holo Love mi ha ricordato Healer. Quello è un altro drama che ho amato moltissimo e ritrovare sprazzi di emozioni simili, ha sicuramente contribuito a farmi amare My Holo Love.

Le Ost sono come sempre ottime e mantengono il ritmo della storia. Tra tutte la mia preferita è Love again – (Feat KLAZY) cantata da Ji Pyeong Kwon. È finita subito in playlist perché possa riportarmi ogni volta che ne avrò voglia, nelle atmosfere di My Holo Love.

La mia valutazione
9.5/10
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