di Stefania Frioni
Seoul è considerata la città con il trasporto pubblico meglio organizzato al mondo. Questo soprattutto grazie alle ventidue linee di metropolitana che la attraversano, alle relative settecento stazioni (!!) e alle sue circa novecento linee di autobus.
La TMoney è una prepagata a scalare che si può utilizzare in tutta la Corea. È facilmente ricaricabile sia nelle stazioni della metropolitana sia nei convenience stores ed è valida in tutte le città. Pensate, può essere utilizzata anche per pagare il taxi!
Come dicevo, è una carta a scalare, per cui ogni volta che si utilizza, è decurtato dal credito l’importo relativo alla tariffa del mezzo che si sta utilizzando. Se si effettua il cambio entro trenta minuti, la TMoney consente di non pagare il passaggio di linea o di mezzo. Perché ciò avvenga, è necessario ricordarsi di validare la carta, avvicinandola all’apposito lettore, sia quando si sale – passaggio comunque obbligatorio – che quando si scende da ogni mezzo.
La T-Money – Foto di Stefania Frioni – Korean Drama & World ©
È possibile ottenere la Tmoney Children – 6-12 anni – o la Tmoney Youth – 13-18 anni -presentando il passaporto del minore all’acquisto della tessera. Qualora, alla fine del viaggio, sulla tessera ci fosse ancora un importo, ci sono due soluzioni tra le quali optare. La prima è che conserviate la TMoney per un altro eventuale viaggio in Corea del Sud. La tessera non scade mai, mentre l’importo residuo resta valido per cinque anni. La seconda soluzione è quella di richiedere il rimborso dell’importo residuo. In questo caso dovrete rivolgervi agli uffici Tmoney presenti in alcune stazioni metropolitane. Non sarà rimborsato il valore della tessera e ci sarà una cifra trattenuta pari a 500 Won. Cifra questa che, nel momento in cui scrivo,corrisponde a 0,35 cent. di Euro.
A Seoul, sui mezzi pubblici scritte e annunci sono sempre in hangul, inglese, cinese e giapponese.
La metropolitana è in funzione sino a mezzanotte, ma gli autobus viaggiano fino a notte fonda. Per questo c’è sempre un modo per tornare a casa, anche per i nottambuli, soprattutto contando che i taxi sono reperibili ventiquattro ore su ventiquattro.
Segnaletica multilingua -Foto di Stefania Frioni – Korean Drama & World ©
Ci tengo a dirvi, però, che la regola numero uno per muoversi nelle grandi città coreane è: essere pronti a camminare tanto, anzi, tantissimo! Spessissimo, infatti, le distanze sono lunghe.
Per raggiungere scuola, lavoro o semplicemente un luogo di svago, possono essere necessarie anche due ore. Bisogna, infatti, utilizzare più mezzi pubblici, con diversi cambi di linea tra i quali percorrere lunghi a tratti a piedi. Anche il transfer tra una linea e l’altra della metro, ad esempio, può implicare di dover camminare per alcuni minuti.
Ecco svelato uno dei motivi per cui i Coreani, soprattutto i Seouliti, utilizzano scarpe comodissime e con questo intendo anche ciabatte, sia d’estate sia d’inverno!
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È, infatti, rarissimo incontrare donne con tacchi vertiginosi e capita che uomini in giacca e cravatta si presentino con ai piedi un bel paio di ciabatte da doccia o zoccoli di gomma! La cosa che trovo ancora stramba è che nessuno ci fa caso.
Una volta un’amica coreana di mia figlia, ridendo ha detto: «Noi Coreani siamo pignoli nel vestire, ma poi quando arriviamo ai piedi ci perdiamo». La cosa mi ha fatto sorridere ma, pensandoci, suppongo che il motivo è anche da ricercare nel fatto che ai Coreani piacciono le comodità.
Autore: Stefania Frioni
Madre single di una ventitreenne e Milanese imbruttita da sempre. È orgogliosamente di sangue misto, metà lombarda e metà siciliana. Ama definirsi una lettrice seriale, adora ballare il latino-americano ed è, a tempo perso, cantante dilettante. Cosa quest’ultima che ha fatto con suo padre, finché l’ha avuto vicino. È fortemente appassionata di viaggi e di tutto ciò che è arte. Dopo essersi diplomata presso il Liceo Linguistico Internazionale Oxford di Milano, sceglie di iscriversi alla Facoltà di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Milano La Statale. Il suo sogno era diventare commissario di Polizia, ma il desiderio d’indipendenza la porta a cercare subito un lavoro. Impiego che la appassiona a tal punto da farle lasciare l’università a metà percorso per dedicarsi alla carriera. Ormai Sales Manager per una multinazionale di elettronica, nel 2022 decide di mollare tutto, anche il suo Paese, e di trasferirsi in Corea del Sud per raggiungere la figlia. “A ogni problema c’è una soluzione” è il motto che la accompagna da sempre. Vedi tutti gli articoli di Stefania Frioni