Are you in love?-사랑하고 있습니까?

Un uomo bisbetico, una ragazza desiderosa d’amore e un libro magico creano l’alchimia giusta per un romance leggero.

di Donatella Perullo

Titolo: Are you in Love? –  사랑하고 있습니까?

Genere: Romance/Fantasy

Regia: Kim Jung-know

Sceneggiatura: Kim Jung-know

Paese di produzione: Corea del Sud

Durata: 107 minuti

Data di rilascio: 25 marzo 2020-05-29

Dove vederlo: Viki

Main Cast:

Kim So-eun (So-jeong)

Sung Hoon (Seung-jae)

Kim Sun-woong (Byeong-oh)

Kim So-hye (An-na)

Lee Pan-do (Gi-hyeok)

Pyun Bo-seung (Il vicino di casa)

La giovane So-jeong (Kim So-eun) ha una vita piuttosto complicata, ma cerca di affrontarla con dignità. Vive con sua madre che è malata di Alzheimer e durante il giorno, per lavorare, la affida alle cure di un’amorevole badante. La ragazza è una pasticciera e lavora presso la caffetteria di Seung-jae (Sung Hoon) dove cerca di impegnarsi al massimo. Nonostante ciò, a causa delle preoccupazioni e dello stress, i suoi risultati non sono sempre dei migliori. Seung-jae è molto esigente con lei e non proprio gentile.  Questo deprime non poco So-jeong che ha in segreto un debole per il suo datore di lavoro. Una sera nella quale la giovane è sola, nel locale entra una donna misteriosa. È anziana, vestita in modo eccentrico e ha un cappello che le copre il volto.

So-jeong ne è intimorita, ma fuori piove a dirotto e quando l’altra le chiede di restare nel locale per ripararsi, lei acconsente. Per ricambiare la sua gentilezza, l’anziana le dona un libro intitolato “Sei innamorata?” e le dice che potrà ottenere da esso qualsiasi risposta riguardo alla propria vita amorosa. La prima cosa che la ragazza chiede al libro è se troverà mai l’amore. La risposta che riceve è che presto avrà molti pretendenti. So-jeong non prende sul serio la cosa, ma il mattino seguente, quando esce per andare al lavoro, riceve attenzioni da più di uno sconosciuto.

Da questo momento la vita di So-jeong inizia a cambiare e anche l’atteggiamento del bel Seung-jae nei suoi confronti, non sarà lo stesso di prima. Quanto, le profezie del libro aiuteranno la ragazza? La sua vita sarà più semplice? Riuscirà a conquistare il cuore del suo capo?

“Un giorno mi sono ritrovato ad amare lei. Non posso farci nulla.” (Seung-jae)

Are you in Love? il cui titolo in rete è “Are we in love?”, è leggero, adatto per intervallare la visione tra due drama, soprattutto se impegnativi. La trama non è originalissima e ha più di una falla, ma se non si hanno grosse aspettative, nel complesso il film si lascia guardare.

Confesso che nel momento in cui So-jeong inizia a essere corteggiata da sconosciuti, per strada e sul posto di lavoro, ho provato un po’ di fastidio, come se quelle attenzioni fossero molestie, più che corteggiamento e forse è proprio così. Gli improvvisi pretendenti di So-jeong sono importuni e poco affascinanti e il loro comportamento trasmette allo spettatore il disagio provato dalla protagonista. Fatto sta che quel segmento del film sembra quasi voler spiegare agli uomini come non comportarsi con una donna, soprattutto se sconosciuta.

Per quanto riguarda i due protagonisti… avevo visto Kim So-eun in Boys over the flover e mi era piaciuta, qui invece non mi ha convinta. Anche Sung-hoon, la cui interpretazione avevo apprezzato in Oh my Venus e un po’ meno in My secret romance, qui non mi ha persuasa. Da un certo punto in poi, però, ho trovato il suo personaggio più convincente di quello di So-jeong. Forse la colpa è della scarsa chimica tra i due, ma anche della trama che sotto più di un aspetto è piuttosto carente.

In questo contesto, incredibile ma vero, neanche il fulcro della storia, il libro magico, riesce a trovare la giusta contestualizzazione e l’ipotesi sulla sua origine e sulla sua uscita di scena, resta affidata alla libera interpretazione dello spettatore. Io ho tratto le mie conclusioni che per ovvie ragioni non posso riferirvi, ma è probabile che ognuno avrà la propria teoria alla fine del film.

Are you in Love? è, insomma, un film poco impegnativo,  dal quale non aspettarsi che un po’ di distrazione e al quale approcciare senza troppe pretese.

La mia valutazione
3/10
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Chocolate

Una storia intensa ed emozionante che parla di malattia, abbandono e morte, ma soprattutto di rinascita, fede, amicizia e amore.

di Maria De Riggi

Titolo: Chocolate – 초콜릿

Genere: Drammatico/ romance

Sceneggiatura: Lee Kyung-hee

Regia: Lee Hyung-min

Paese di produzione: Corea del Sud


Numero episodi: 16 di 60  minuti circa

Anno di trasmissione in patria: 2019


Dove vederlo: Netflix

Main Cast:

Ha Ji-Won (Moon Cha-Young)

Yoon Kye-Sang (Lee Kang)

Jang Seung-Jo (Lee Joon)

Yoo Teo: (Kwon Min-Sung)

Min Jin-Woong (Moon Tae-Hyun)

Kang Bu-Ja (Han Yong-Seol)

Lee kang (Yoon Kye-sang) e Moon Cha-young (Ha Ji-won) s’incontrano da piccoli a Wando, una cittadina balneare. Lei è affamata e lui, figlio di una ristoratrice che gestisce il ristorante Bada, le offre un gustoso pasto caldo.  I due bambini simpatizzano subito, tanto che lui promette che il giorno seguente le preparerà dei dolcetti al cioccolato. Sfortunatamente, problemi familiari impediranno a Cha-young di tornare al Bada per assaggiare i dolci. Potrà farlo solo l’anno successivo, ma troverà il ristorante chiuso. Un evento drammatico e inaspettato si abbatte sulle vite dei due ragazzi. In modi diversi verranno coinvolti nel crollo di un centro commerciale (si fa riferimento al crollo del Centro Commerciale Sampoong realmente avvenuto nel 1995 a Seul).  La sciagura lascerà cicatrici profonde nei loro animi e li cambierà. Il ricordo della bontà del cibo che aveva gustato quel giorno, però, spingerà Moon Cha-Young a diventare una chef.

“A un certo punto ci perderemo di nuovo e momenti di sconforto ci faranno cadere lungo il cammino. Ma finché avremo speranza, niente al mondo potrà sconfiggerci.”

Trascorrono molti anni prima che i due ragazzi, ormai adulti, si rincontrino. Divenuto neurochirurgo, Lee Kang lavora nell’ospedale di proprietà della sua famiglia con Lee Joon (Jang Seung-jo), il cugino con cui è in forte competizione.

Quando si rivedono, Moon Cha-Young riconosce quasi subito Lee Kang, grazie alla cicatrice di una bruciatura che lui si era procurato il giorno in cui le aveva preparato i dolci al cioccolato, episodio di cui era venuta a conoscenza quando era ritornata a Wando.

 Il destino però tornerà a dividerli e poi a farli rincontrare, in un susseguirsi di eventi travolgenti che rischieranno di spezzare il filo rosso che unisce le loro anime.

Chocolate è intenso ed emozionante. È un drama in cui confluiscono temi diversi come l’amicizia, l’amore, la malattia, l’abbandono, la morte, la rinascita, la fede…

Ho iniziato la visione pensando che la storia fosse tratta, come l’omonimo film con Juliette Binoche e Johnny Depp, dal romanzo Chocolat di Joanne Harris. Le due storie sono, però, totalmente diverse. Il solo elemento in comune tra loro è, appunto, il richiamo al cioccolato.

Il cibo in questo drama riveste un ruolo molto importante, diventa quasi un simbolo, un rito. Unisce le persone, dà conforto al corpo e lenisce le ferite dell’anima. Lo stesso atto della preparazione delle pietanze è un susseguirsi di gesti che conducono in una dimensione diversa. C’è una cura nelle immagini e una delicatezza nella gestualità della protagonista che affascina e fa venir voglia di assaggiare ogni singolo piatto.

Il cioccolato è la bussola che guida Cha-young. Una bussola che la porterà a realizzare ciò che si era ripromessa da piccola: essere più altruista e aiutare chi ne avesse avuto bisogno. 

Mentre, però, per Cha-young il cioccolato simboleggia la rinascita, per Lee Kang è emblema della perdita. Per questo motivo lo rifiuta e non ne mangia più.

La trama è scorrevole, emoziona e commuove, anche perché molte delle vicende della seconda parte di Chocolate si svolgono in una clinica per malati terminali.

Intorno ai due protagonisti ruotano molti personaggi, ognuno con un proprio vissuto, tutti portatori di un’umanità profonda e toccante. Non amo molto le storie nelle quali aleggia la morte, mi addolorano e non riesco a guardarle con il giusto distacco.

In questo drama le perdite alle quali si assiste nel corso delle puntate sono tante. A Cha-young accadano disgrazie a profusione e finisce in ospedale un giorno sì e l’altro pure.

Nonostante tutto questo Chocolate mi ha lasciato un messaggio positivo, di tenacia e della necessità di non mollare mai.

Forse dal punto di vista di noi occidentali, molte delle scelte compiute da Moon Cha-young potrebbero sembrare assurde. Se si prova, però, a considerare la loro cultura, la lotta quotidiana che intraprendono per contrastare “l’avidità” e l’egoismo, si riuscirà ad apprezzare fino in fondo ogni singolo fotogramma

Un personaggio che ho amato moltissimo è Lee Joon, il cugino di Lee Kang. Lungo il corso della storia la sua personalità evolve, permettendoci di assistere alla sua maturazione. Costretto fin da piccolo a essere l’antagonista di Lee Kang, alla fine si scopre intimamente legato a lui da affetto e ammirazione.

Alcuni episodi del drama sono girati nella bellissima Grecia. Le inquadrature sono come istantanee che arricchiscono l’intero quadro.

Anche le Ost come sempre più spesso accade, sono meravigliose.  Always be here è la mia preferita e la ritroviamo in due versioni, una cantata da Jung Ji Woo e l’altra dalla stessa Ha Jin, l’attrice protagonista, che conferma la sua bravura anche nel canto.

Chocolate è irresistibile per chi ama il melodramma romantico.

La mia valutazione
8.5/10
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Itaewon Class – 이태원 클라쓰

Una storia di rivalsa e riscatto. Il racconto di un uomo che lotta per la libertà di restare fedele ai suoi principi, senza scendere a compromessi.

di Donatella Perullo

Genere: Drammatico/Romance

Sceneggiatura:  Gwang Jin 

Regia: Kim Sung-yoon 

Paese di Produzione: Corea del sud

Numero episodi: 16 – durata per episodio: 60 minuti circa.

Anno di messa in onda: 2020

Dove vederlo: in streaming su Netflix

Main Cast:

Park Seo-joon (Park Sae-ro-yi)

Kim Da-mi (Jo Yi-seo)

Yoo Jae-myung (Jang Dae-hee)

Kwon Nara (Oh Soo-ah)

Kim Dong-hee (Jang Geun-soo)

Ryu Kyung-soo (Choi Seung-kwon)

Lee Joo-young (Ma Hyeon-yi)

Chris Lyon (Kim To-ni)

Ahn Bo-hyun (Jang Geun-won)

Il diciannovenne Park Seo-ro-yi (Park Seo-joon) è un ragazzo piuttosto chiuso, ma pieno di progetti e speranze per il futuro. Suo padre Sung-yoel è tutta la sua famiglia e i due vivono in simbiosi. L’uomo ha inculcato al figlio valori positivi e grande senso di giustizia e responsabilità. Lavora da oltre vent’anni per il Gruppo Jangga, un’azienda alimentare a capo della catena di pub e ristoranti più importante della Corea del Sud. Il CEO del Gruppo Jangga è il suo fondatore, Jang Dae-hee, un uomo privo di scrupoli, che mette l’interesse della sua azienda dinanzi a tutto.

Durante le vacanze estive, Seo-ro-yi conosce Oh Soo-ah (Kwon Nara), un’orfana sua coetanea, e inizia a provare qualcosa per lei.

“Il forte sfrutta il debole, è la legge su cui è basato il mondo” (Jang Dae-hee)

Seo-ro-yi sogna di entrare in polizia subito dopo il diploma e suo padre, per aiutarlo a migliorare il curriculum, decide di fargli frequentare l’ultimo anno di liceo in una scuola rinomata. Il futuro si prospetta roseo per Seo-ro-yi, ma l’ingresso al nuovo liceo romperà ogni equilibrio.

L’istituto è frequentato anche dall’erede della Jangga, Jang Geun-won (Ahn Bo-hyun). Sicuro dell’immunità conferitagli dal fatto che suo padre è uno dei maggiori benefattori della scuola, il rampollo opprime e bullizza i compagni.  

All’arrivo in classe, Park Seo-ro-yi vede Geun-won aggredire un compagno e per porre fine al sopruso, gli sferra un pugno. I due giovani vengono convocati in presidenza insieme ai loro padri. Lì il preside incolpa Seo-ro-yi e concede al magnate di imporgli di inginocchiarsi al cospetto del suo primogenito, per evitare l’espulsione.

È qui, a poco più di venti minuti dall’inizio, che scopriamo la forza e il carattere di Park Seo-ro-yi.  

Forte dei propri principi, il ragazzo rifiuta di sottomettersi, rinunciando così al diploma e quindi anche al sogno di diventare poliziotto.

I guai per lui, però, sono solo agli inizi. Per punirlo del comportamento di Seo-ro-yi, infatti, il CEO licenzia Sung-yoel che tuttavia non si scoraggia e confida al figlio di aver sempre desiderato avere un pub suo. Gli rivela, così, che approfitterà di quest’occasione per realizzare il suo progetto, così che anche Seo-ro-yi possa prendervi parte.  Quando tutto sembra riavviarsi verso la serenità, però, di nuovo la situazione precipita: Park Sung-yoel muore tragicamente, investito da un pirata della strada. Disperato, Seo-ro-yi aggredisce il colpevole ed è condannato a tre anni di carcere. Anni durante i quali in lui cresce il desiderio di rivalsa nei confronti  di Jang Dae-hee, che ritiene origine di ogni suo male.

Il piano di Seo-ro-yi è di realizzare il sogno di suo padre, ma non solo. Vuole creare una catena di pub che surclassi la Jangga. Per fare ciò è disposto a costruire tassello dopo tassello il mosaico che ha in mente. Così, appena libero, dopo aver cercato Oh Soo-ah e rivelato le sue intenzioni, s’imbarca come marinaio per guadagnare i soldi necessari al suo disegno.

È a questo punto che le premesse hanno fine e la storia di Itaewon Class ha realmente inizio.

Seo ro-yi torna a Seul dopo sette anni, è un uomo quasi trentenne, ha le idee ben chiare e ha fortificato i suoi principi. Scopre che Oh So-ah è diventata dirigente del gruppo Jangga, ma questo non lo fa recedere dai suoi propositi, anzi.

“La mia vita è un po’ amara. È molto amara. La notte non riposo bene, mi sento malinconico, solo e turbato. Vorrei solo poter addolcire tutta l’amarezza che provo nella vita.”(Park Seo –ro-yi)

Il pub più rinomato della Jangga è a Itaewon, il quartiere della movida, ed è lì che Seo-ro-yi decide di aprire il DanBam – Sweet Night.

Lo aiutano un suo compagno di cella, Seung-kwon e Joo-young ex collega di lavoro. I tre sono armati di buona volontà, ma di scarsa esperienza nel settore della ristorazione e il loro progetto sembra destinato a fallire. Soprattutto a causa di Jang Dae-hee che vuole a tutti i costi impedire ogni progresso del giovane, che odia.

Siamo appena alla seconda puntata, eppure il racconto è così intenso da trascinare lo spettatore nel mondo di Seo ro-yi e coinvolgerlo all’ennesima potenza. Chi guarda non si sente un osservatore, ma parte di un universo nel quale nulla è scontato e tutto può sovvertirsi in qualsiasi  momento.

Un mondo nel quale, d’un tratto fa la sua comparsa Y-seo, la ragazza più strabiliante che si possa immaginare.

Non è bellissima, ma ha una mente geniale, lo spirito ribelle, il coraggio delle sue idee e sicurezza nelle proprie capacità. Tutto ciò la rende da subito unica e travolgente. Apparente terzo incomodo nel decennale amore in standby tra Seo-ro-yi e Oh So-ah, sarà lei a rendere la storia di Itaewon Class, già adrenalinica, straordinaria. Dopo pochi fotogrammi, una voce fuoricampo la definisce sociopatica ed è questo suo essere insolita e politicamente scorretta a fare di lei un essere speciale. Vi assicuro che fino all’ultima scena di Itaewon Class, Y-seo contribuirà a renderlo il capolavoro che è, perché è un modello da imitare. È quello che avrei voluto essere alla sua età, coraggiosa e capace di difendere i miei sogni. È davvero sociopatica? Forse, ma a questo mondo bisogna esserlo un po’ per non farsi sopraffare.

Insomma, Y-seo rappresenta l’elemento d’incognita: cosa farà ora? Cosa dirà? Come risolverà questa situazione?

Molto probabilmente la risposta non sarà quella che vi aspettavate perché lei è coerente nella sua imprevedibilità e l’ho adorata anche per questo.

Rimarrà una pietra miliare, per me, la scena in cui per incoraggiare Ma Hyeon-yi a non demordere, legge la poesia Io sono diamante. «Perché lo hai fatto?» Le chiede Ma Hyeon-yi. «Perché sono una stronza», risponde Y-seo. Non posso spiegare di più di questa scena, perché voglio la gustiate appieno.

L’amore? C’è amore in Itaewon Class? Desiderato, sussurrato, rifiutato, programmato, atteso… ma c’è, anche se non è il protagonista principale.

“Non seguo il sogno di un altro e non realizzerò nemmeno il tuo. Vivrò per me stessa. È la mia vita” (Jo Yi-seo)

Sarà lo stesso Seo-ro-yi, dichiarando il suo intento, a chiarire il leitmotiv della storia: «Voglio solo avere la libertà di essere me stesso, di essere fedele ai miei principi senza scendere a compromessi.» 

Park Seo-ro-yi… questo personaggio così introverso, di poche parole ma di animo buono, disposto a fare un passo indietro per aiutare le persone che ama. Un eroe buono, quasi d’altri tempi, che da solo dà valore al racconto. Lui è serafico, riesce a subire in silenzio pur di aspettare il momento giusto per reagire, ma non se a patire sono i suoi amici. Allora tira fuori tutta la sua forza, la rabbia e diventa incontenibile.

Quando incontra per la prima volta Park Seo ro-yi, Y-seo non è ancora maggiorenne. Nonostante la differenza d’età, s’innamora di lui, della sua forza e rettitudine, del coraggio con cui difende i propri amici che considera la sua famiglia. Ne percepisce il dolore vissuto, così come tutte le speranze spese per il progetto DanBam e decide di aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo.

A questo punto starete pensando che io abbia spoilerato gran parte del Drama. Vi assicuro che ho prudentemente omesso molti dettagli fondamentali, fornendovi solo un’infarinatura di quanto accade nelle prime due puntate. Vi ho raccontato lo stretto indispensabile perché possiate farvi un’idea di cosa sia Itaewon Class. Questo Drama è diverso dagli altri che ho visto finora. Non segue i soliti cliché, anzi li ribalta e non rispetta i canoni spesso frequenti nelle sceneggiature di genere.

È probabile che questo dipenda dal fatto che prende forza da un successo mondiale, quella dell’omonimo Webtoon cui è ispirato. La sceneggiatura è perfetta, forse anche perché è stata affidata alla penna del suo creatore, il fumettista Gwang Ji. Il drama parte perciò da una base solida, costruita con sapienza. È un racconto di amicizia, amore, testardaggine, riscatto e giustizia, ma anche di speranza e coraggio che arriva dritto al cuore dello spettatore.

In quella stradina affollata di Itaewon, si concentrano le vite e i sentimenti dei protagonisti che lottano per la propria libertà e i propri valori. In Itaewon Class tutti i personaggi sono coerenti, i cattivi sono cattivi, i buoni non deludono, la storia procede spedita su binari sicuri e porta con coerenza all’epilogo.

Nel cast spicca  (come potrebbe essere il contrario?) Park Seo-joon, che, perfetto come sempre, dona a Seo-ro-yi la profonda umanità che permea il suo personaggio. Non da meno il resto del Cast, tutti sono eccellenti, anche quelli di supporto.

È ancora troppo presto per elencare i premi vinti da questo drama o dai suoi attori, ma sono certa che presto potrò arricchire con un lungo elenco questa recensione. È un dato di fatto: finora Itaewon Class ha avuto un consenso trasversale ed è amato da tutte le fasce d’età.

In patria l’ultima puntata ha superato i diciotto punti percentuali di share. Una menzione particolare è d’obbligo alla colonna sonora originale, quella che in gergo chiamiamo OST. Quattro CD, ben settantasette brani, tra cui risaltano due pezzi straordinari: Start Over (시작) di Gaho e Sweet night, cantata magnificamente da V (BTS), con la sua voce inconfondibile.

Itaewon class non è stato certo il primo webtoon a essere trasposto in una serie televisiva. Se volete saperne di più e conoscere i titoli di altri drama ispirati a webtoon di successo, potrete leggere presto un mio articolo di approfondimento.

Una curiosità:

Per vestire i panni di Seo-ro-yi, il cui soprannome è Castagna, Park Seo-joon ha dovuto adeguare il suo taglio di capelli. Non deve essere stato facile per lui portare un’acconciatura tanto bislacca, eppure neanche quello è riuscito a fargli perdere fascino. L’attore ha fatto immortalare il momento della sua trasformazione in un video che è possibile vedere su youtube e che vi propongo QUI.

P.S.: Questa volta anziché il Trailer ufficiale, ho scelto di mostrarvi il videoclip di Start Over perché trovo che le sue immagini rendano meglio l’idea della storia 😉 

Credit Galleria fotografica dell’articolo: (1)

La mia valutazione
10/10
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