Moon Lovers 2 (Alla Conquista della Felicità) – Capitolo 4

di Donatella Perullo

Attenzione 

Il racconto contiene spoiler per coloro che non hanno visto il Drama Moon Lovers: Scarlet Ryeo.

Capitolo  4

Nascosto dietro un angolo del corridoio, Wang–so vide un uomo entrare in una stanza e uscirne poco dopo in abiti ospedalieri. Senza esitare s’intrufolò e si ritrovò in un ambiente con le pareti ricoperte di armadietti incasellati come le celle di un alveare. La stanza era umida di vapor acqueo. Voci maschili attutite da uno scroscio d’acqua provenivano da un ambiente attiguo. Si sporse appena oltre il varco e vide una fila di docce. Due uomini si stavano lavando. Guardò di nuovo verso gli armadietti e vide che un paio erano aperti. Capì che erano dei tipi sotto la doccia e si affrettò a vederne il contenuto. In uno c’era delle braghe blu, di una stoffa che sembrava resistente, dei jeans, avrebbe detto Hae- soo.

Provò a indossarli, ma erano troppo larghi per lui, tanto da scivolargli dai fianchi asciutti. Nell’altro armadietto trovò invece un completo più adatto alla sua misura. Il pantalone aveva l’elastico in vita e la lunghezza era giusta. Sopra aveva una maglia dello stesso colore, con un cappuccio ampio. La indossò, sollevò il cappuccio per nascondere il volto, poi lasciò la stanza in fretta, prima che i due si potessero accorgere della sua presenza.

Percorse a grandi passi un tratto del corridoio e imboccò una scalinata, scendendola in fretta nella speranza che lo conducesse il prima possibile all’uscita più vicina dell’edificio. Era affannato e il cuore gli batteva ovunque quando finalmente raggiunse l’aria aperta. Si fermò per un attimo all’ingresso dell’ospedale e si appoggiò a una colonna per riprendere fiato. Un uomo che aveva indosso una maglia con scritto sicurezza, gli si avvicinò e gli poggiò una mano su una spalla:

«Si sente male signore?»

Affannando, Wang So scosse il capo: «Sto bene grazie. Ho solo fatto le scale di corsa.»

L’altro lo guardò scettico, ma non insisté oltre: «Se ha bisogno di qualcosa, sono qui.»

«Grazie» Wang So gli rivolse un sorriso forzato e si avviò lungo il viale d’ingresso al nosocomio.

Aveva appena oltrepassato la soglia del grande cancello, quando sentì qualcuno chiamarlo: «Signor Kim, Kim Sun-hyun!»

Si voltò verso il punto dal quale proveniva la voce e vide un giovane sbracciarsi nel tentativo di attirare la sua attenzione. Il giovane gli si avvicinò e lo afferrò per le spalle, palesemente commosso: «Signor Kim! Cosa ci fa qui fuori? Stavo venendo a trovarla credevo sarebbe stato ricoverato per più tempo! Mi ha fatto spaventare tanto. Ci ha impauriti tutti!»

Wang So si corrucciò e osservò le mani del giovane strette intorno alle sue spalle. Resistette alla tentazione di ordinargli di non toccarlo, poi sollevò gli occhi sul suo viso. Aveva meno di trent’anni ed era incredibilmente somigliante a…

«Wang Eun!?» mormorò incredulo.

«Cosa?» si bloccò perplesso il giovane, ma l’altro non gli diede il tempo di capire e lo strinse in un abbraccio spasmodico.

Wang So sentiva il cuore esplodergli per l’emozione. Quante volte aveva rivissuto il tragico momento della morte del decimo principe? Quanto si era maledetto per ciò che gli era capitato, che lui stesso gli aveva fatto e ora lui era lì, incredibilmente vivo e con la stessa aria da eterno ragazzino. Persino la sua voce era identica e gli occhi, ora corrucciati, lo avevano guardato con la medesima adorazione dei tempi andati.

«Signor Kim …» la voce sconvolta del giovane lo riportò al presente e alla realtà che stava vivendo. Quello non era il suo fratello minore e lui non era più Wang So. Non erano a Goryeo ma in una città chiamata Seoul, in un anno che ne distava mille e ottanta da quello dal quale proveniva. Cercò di ricomporsi e lasciò andare il giovane, poi si schiarì la voce e disse:

«Chiedo scusa, sono ancora sconvolto dall’incidente e i medici hanno detto che ho problemi di memoria. Tu mi conosci?»

«Signor Kim, certo che la conosco, sono Lee Baek-hyuk, il suo segretario!»

Wang-so sospirò e cercando di mantenere un tono rassicurante disse: «Sono confuso, ma presto starò meglio e ricorderò ogni cosa. Per ora voglio solo andare via da qui, prima che i medici si accorgano che ho lasciato la stanza.»

«Signor Kim, ma come!?»

“Wang So sentiva il cuore esplodergli per l’emozione. Quante volte aveva rivissuto il tragico momento della morte del decimo principe?”

Wang-so fissò di nuovo il giovane, e ancora una volta si sentì muovere da un senso di affetto e di dolorosa colpa nei suoi confronti: «Devo andare via da qui. Ti spiegherò dopo, ora aiutami, ti prego.»

Il ragazzo non se lo fece ripetere. La sua espressione divenne d’un tratto determinata e annuì solenne: «Venga con me signor Kim. Salga in auto e mi dica dove vuole che la porti.»

******

Wang So si lasciò sfuggire un sorriso sbilenco. Una doccia era ciò che ci voleva per togliergli un po’ di stanchezza da dosso e dissolvere l’odore che impregnava i vestiti presi in ospedale. Il suo nuovo corpo all’inizio lo aveva sorpreso, ma ora faticava a distogliere lo sguardo dalla propria immagine riflessa. Si strinse l’asciugamano intono ai fianchi e si passò una mano tra i corti capelli corvini, ancora umidi. I fili bianchi che l’avevano incanutito dopo i quarant’anni non c’erano più e neanche la cicatrice che gli aveva devastato il viso sin da bambino. L’uomo del quale ora aveva il corpo, il CEO Kim Sun-hyun, era identico al Wang So trentenne. Era più muscoloso, però, di quanto non fosse stato lui e non aveva la cicatrice a deturpargli il viso.

Wang So si toccò la mascella spigolosa e si lisciò la guancia sinistra finalmente perfetta, soddisfatto. Lasciò il bagno e si diresse verso il guardaroba. Qualche ora prima Wang Eun, anzi, Baek-hyuk lo aveva accompagnato nell’attico di Kim Sun-hyun e gli aveva mostrato ogni cosa, credendo all’amnesia conseguente l’incidente.

«Ora vado via, signore. Cerchi di riposare e se dovesse avere bisogno di qualcosa non esiti a chiamarmi.» gli aveva detto poi.

«Aspetta.» lo aveva fermato lui «Devi fare qualcosa per me.»

«Dica capo, la prego.»

«Devo trovare una persona, una donna.»

«Una donna!?» aveva sgranato gli occhi l’altro.

«Esatto.»

«È qualcuno che ha a che fare con l’incidente?»

«No» rispose secco Wang So, poi aggiunse «Si chiama Go Ha-jin, vive a Seoul e dovrebbe avere circa ventisei anni.»

«Il nome è piuttosto comune. Potrebbe dirmi qualche altro dettaglio? Un numero di telefono, il posto dove lavora …»

Wang So aveva alzato gli occhi al cielo, insofferente: «Se avessi saputo queste cose, non avrei avuto bisogno del tuo aiuto, non credi?»

Il ragazzo era arrossito e si era profuso in un inchino di scuse «Mi dispiace capo. Go Ha-jin, ventisei anni e vive a Seoul. Non sarà facile, ma la troverò per lei.» aveva detto allontanandosi verso la porta di casa.

«Aspetta!» Lo aveva fermato il re «Lei fa la truccatrice e conosce molto bene i cosmetici.»

Gli occhi del segretario si erano illuminati: «Questo mi aiuta moltissimo, grazie!» ed era andato via.

Strofinandosi i capelli con un asciugamano, Wang So guardò tra gli abiti presenti nell’armadio e scelse un completo blu notte. Era affamato, si vestì in fretta e andò in cucina. Stava guardando in giro in cerca di cibo quando Lee Baek-hyuk tornò.

«Ho buone notizie!» Esclamò entusiasta «È stato più facile di quando credessi. C’è una Go Ha-jin di ventisette anni che vive qui a Seoul e indovini un po’?»

«Cosa?» rispose impaziente lui.

«È una delle esperte di cosmesi alle dipendenze della Goryeo Skincare. Lavora presso la sua azienda da cinque anni. Circa due anni fa è quasi annegata per salvare un bambino ed è rimasta in coma per un anno. È tornata al lavoro da pochi mesi.»

Wang So impallidì, si avvicinò alla grande vetrata che affacciava sull’Han River e guardò la luna il cui colore ora era più sbiadito: «È lei … sta bene?»

«Credo di sì, signore. È una delle dipendenti che seguirà il Goryeo Era Makeup Culture, l’evento organizzato dall’Azienda che avrà inizio domattina.»

«Quindi dovrò aspettare domani per vederla?»

«Signore sono le due del mattino. Per nessuna ragione potremmo recarci a casa di una donna a quest’ora. In più credo che lei non si sia ripreso ancora del tutto e che abbia bisogno di riposare, se le dovesse succedere qualcosa, non me lo perdonerei.»

Wang So strinse gli occhi e annuì. Una notte, pensò, posso aspettare ancora una notte. Devo farlo. In quel momento un suono acuto lo fece sobbalzare. Si voltò di scatto verso Baek-hyuk, lo vide prendere dalla tasca un oggetto rettangolare e portarselo all’orecchio: «Signora Kim! No, non dormivo, tranquilla. Come mai mi chiama a quest’ora, è successo qualcosa?»

Wang So strinse gli occhi, mentre Baek-hyuk si portava una mano alla fronte e cercava di mantenere la calma.

«Cosa?» gridò il ragazzo «Il signorino Kim Sun-hyun è fuggito dall’ospedale? No, certo che non lo sapevo. Sta andando a casa sua? Crede che possa essere andato lì?»

Wang So s’irrigidì.

«Avete chiamato anche la polizia? Certo capisco, è importante che torni al più presto in ospedale. Sì, lo so che ha perso la memoria.» Baek-hyuk si morse un pugno, cercando ci mantenere la calma «Il tempo di vestirmi e andrò a cercarlo anch’io! La terrò aggiornata.»

Appena interrotta la comunicazione, il giovane raggiunse una sedia e vi si lasciò cadere, pallido.

«Chi era?» volle sapere Wang So.

«Era sua madre, la signora Kim. L’ospedale ha dato l’allarme sulla sua fuga e sta venendo qua per cercarla.»

«Qui?» gridò lui.

Baek-hyuk annuì «È già per strada, arriverà tra poco.»

«Non voglio vedere nessuno prima di aver ritrovato Hae Soo!»

«Hae Soo?»

«Volevo dire Go Ha-jin. Portami via da qui, subito!»

«E dove? Hanno avvisato anche la polizia. Vogliono che lei torni in ospedale.»

«Portami a casa tua.» Decise perentorio Wang So.

Il segretario fu tentato di opporsi. Una cosa del genere sarebbe stata troppo rischiosa per lui e poi sua madre non voleva che portasse gente a casa senza prima essere avvisata. D’altro canto, come avrebbe potuto dire di no al suo datore di lavoro? Così, invece di gridare il neanche per sogno che stava per sgorgargli spontaneo dal petto, sussurrò un più remissivo: «Si Signore.»

Fine quarto capitolo

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Moon Lovers 2 (Alla ricerca della Felicità) – Fanfiction

Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved

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Go Ahead (以家人之名)

Una storia che esplora la natura umana e racconta l’amore in tutte le sfaccettature

di Maria De Riggi

Titolo: Go Ahead  (以家人之名 – Yi jiaren zhi ming)

Genere: familiare, drammatico, sentimentale

Dove vederlo: Viki

Sceneggiatura: Shui Qianmo e Wang Xiongcheng

Paese di produzione: Cina

Numero di episodi: 40 da 45 minuti circa

Anno di trasmissione: 2020

Main Cast:

Tan Songyun  (Li Jianjian)

Song Weilong (Ling Xiao)

Zhang Xincheng (He Ziqiu)

Tu Songyan (Li Haichao)

Zhang Xilin (Ling Heping)

He Ruixian (Tang Can)

Sun Yi (Qi Mingyue)

“Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.” (incipit di “Anna Karenina di Lev Tolstoj)

Go Ahead è un drama che ha un posto speciale nel mio cuore. Una storia della quale consiglio assolutamente la visione.

Il titolo originale in cinese è  以家人之名, In nome della famiglia, che racchiude il senso dell’intera narrazione. Per apprezzare i drama fantasy, Xanxia o Wuxia, bisogna essere degli appassionati, poiché non tutti amano le spade volanti o i salti mortali, ma Go Ahead non è nulla di tutto ciò. Questo drama rappresenta, infatti, uno spaccato di vita coinvolgente e commovente. Pone l’attenzione su un aspetto molto importante della nostra realtà e lo fa in modo cauto e delicato.

Cos’è la famiglia? Una famiglia è data dal legame di sangue o è qualcosa di più profondo? Il richiamo del sangue può essere più forte della relazione emozionale? Queste e altre domande troveranno una giusta risposta durante la visione. Go Ahead esplora la natura umana, tocca temi come la paura, l’insicurezza, l’abbandono, la salute mentale e,  soprattutto, l’amore in tutte le sfaccettature.

L’incipit è bellissimo. La storia cattura dai primi minuti anche grazie alla meravigliosa interpretazione dei tre piccoli attori.

Siamo in Cina, nell’estate del 1999. Un camioncino bianco ricolmo di mobili arranca lungo una stradina dissestata della periferia di Xiamen. All’improvviso dal cassone cade una sedia che sfiora una bimba dai lunghi codini, intenta a disegnare sull’asfalto con i gessetti colorati.

Per niente spaventata, la piccola Li Jianjian alza il visetto e sorride a Ling Xiao, il bimbo imbronciato che fa capolino dal finestrino del furgone. Ling Hepig, un agente di polizia che si sta trasferendo nel nuovo quartiere, scende dal camioncino spaventato. Accorre anche il padre della bimba, che è il titolare del vicino ristorante di noodles. Entrambi tirano un sospiro di sollievo. Per fortuna la bimba è tranquilla, non si è ferita. Gli adulti si presentano, mentre Jianjian inizia a sbirciare nel camioncino. Già dai primi minuti si evidenzia la differenza caratteriale dei piccoli protagonisti.

“Se ti senti in colpa, puoi farcela solo se sei vivo. Se muori, tutto si ferma. Le cose sbagliate, le cose brutte e i ricordi miserabili rimarranno lì per sempre.”

Jianjian è allegra, estroversa, giocherellona e pasticciona mentre Ling Xiao è introverso, chiuso e silenzioso. Il bimbo è segnato da una tragedia che si porterà dietro come una pesante ombra. Questo dolore dividerà ben presto anche i suoi genitori. Ling Xiao comincerà a passare del tempo nell’androne del palazzo fino a che verrà accolto da Li Haichao e da sua figlia. Al trio ben presto si unirà un nuovo componente.

Infatti Li Haichao, che è vedovo, spinto dalle vicine, inizia a frequentare una giovane donna che ha già un bambino. Inspiegabilmente questa donna gli lascerà in affido suo figlio, He Ziqiu. Di lei non si saprà più nulla per molto tempo.

I tre ragazzini hanno anime spezzate che, insieme, iniziano a ricomporsi. Uniti creeranno una nuova famiglia, doneranno calore l’uno all’altro, sanando la sofferenza reciproca tra sorrisi e problemi quotidiani.

I bambini cresceranno, dunque, accuditi dai due papà, soprattutto dal padre di Li Jianjian, che non farà mai mancare il suo appoggio ai ragazzi. Offrirà loro tempo e comprensione, ma soprattutto cibo, elemento che ha un ruolo importantissimo in questa storia.

Sarà attraverso il cibo che Li Haichao esprimerà il suo profondo amore per i suoi ragazzi, che egli accoglie e ama davvero come figli suoi, senza distinzione alcuna. Per loro desidera solo il meglio. Un padre amorevole e comprensivo, che diverrà il pilastro che reggerà le loro vite.

Janjian fin dall’inizio adorerà il fratello introverso e musone, mentre avrà un rapporto conflittuale con He Ziqui, che con pazienza e attenzione saprà conquistarsi il proprio posto all’interno della famiglia.

La caratterizzazione di He Ziqui emerge forte tra le altre, prima bimbo e poi ragazzo sempre responsabile, dotato di una maturità naturale, empatico e sensibile. La storia si sviluppa in un lungo arco temporale. Janjan sarà il sole attorno al quale ruoteranno i ragazzi, entrambi innamorati di lei.

In questa storia, le madri sono figure assenti. Un mancanza che segnerà in maniera dolorosa il percorso di crescita dei rispettivi figli.

Madri che si sentono “sbagliate” che prendono decisioni errate, ferendo inevitabilmente le persone a loro più care.

Go Ahead è un viaggio nei sentimenti. È la storia di due papà e tre bambini che si incontrano, si uniscono e insieme ritrovano il loro posto nel mondo… grazie alla Famiglia.

La mia valutazione
9.5/10
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