La metropolitana (지하철)

Dai treni alle stazioni, un mondo tutto da scoprire

Immagine di copertina : Mtattrain, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

di Stefania Frioni

Le stazioni della metropolitana di Seoul

Le stazioni della metropolitana di Seoul sono modernissime e molto pulite. Non è raro vedervi addetti alle pulizie lavare i pavimenti o lucidare i corrimani delle scale. Ovviamente lo stesso vale per i vagoni della metro e, ci tengo a dirlo, anche le toilette sono impeccabili. In alcune stazioni, nei bagni riservati alle donne, ci sono addirittura comode poltroncine, specchi per rifarsi il trucco e quadri alle pareti.

Ovunque, l’acceso ai treni è anti suicidio, quindi con doppia porta a vetri scorrevole.

L’entrata delle stazioni è ben visibile e contrassegnata dal nome della stazione e dal numero dell’entrata – che è poi anche l’uscita. C’è sempre l’ascensore e spessissimo è presente la scala mobile.

Le indicazioni sono sempre molto chiare. Pensate che a Gangnam, ad esempio, le informazioni riguardanti la stazione della metropolitana più vicina e l’eventuale presenza di fermate dell’autobus con i relativi numeri di linea sono anche sui marciapiedi.

Le stazioni della metropolitana più grandi e quelle che si trovano in zone più trafficate, poi, sono dei veri e propri centri commerciali sotterranei. In esse si trovano negozi di ogni genere e locali che possono soddisfare il palato di ogni viaggiatore. Sapete, per i Coreani – e non solo  – ogni momento è buono per uno snack. Inoltre non mancano dei comodissimi distributori di acqua ai quali ci si può dissetare gratuitamente. Una comodità non da poco.

Con l’aria condizionata d’estate e il riscaldamento d’inverno, sono spesso una comoda meta per lo shopping low cost.

I servizi principali come cibo, bevande e toilette sono, comunque, disponibili anche nelle stazioni minori.

Ogni stazione della metropolitana ha più uscite, alcune anche sino a sedici, che sono indicate molto chiaramente. Ognuna di esse è sempre corredata di cartelli che segnalano cosa troverete all’esterno o quali mete sono raggiungibili da quel punto.

Nelle stazioni più frequentate, come quelle di Gangnam o Hongdae, i cartelli sono touch screen. Sono consultabili in quattro lingue e mostrano anche la mappa della stazione stessa, le fermate degli autobus e le stazioni di bike renting più vicine.

Nella maggior parte delle stazioni della metropolitana non ci sono i tornelli, come li conosciamo noi. Non si vedono mai persone impegnate in salti mortali o voli acrobatici per evitare di pagare e nell’ora di punta si fa la fila, aspettando rispettosamente che tutti accedano. Quando si passa la tessera per pagare il pedaggio, sullo schermo viene visualizzata sia la somma scalata che il saldo residuo. Lo stesso avviene sugli autobus.

Se sei un turista di passaggio e hai con te le valigie o, semplicemente, se hai fatto acquisti e non vuoi passeggiare per la città carico di buste, in alcune stazioni puoi approfittare dei lockers. I lockers sono armadietti dove depositare i propri bagagli. Sono sicuri, si pagano con carta di credito e a ognuno di essi viene assegnato un codice per poterlo poi riaprire. Tutto molto semplice.

Un aspetto che adoro di Seoul, e delle altre grandi città coreane, sono le piste ciclabili e pedonali. Sono chilometriche e attraversano le città o corrono lungo i loro fiumi.

Per questo è molto frequente che in metro salgano anche ciclisti e chi ha progettato le stazioni, ha pensato anche a loro.

Infatti, laddove mancano gli ascensori per raggiungere i binari, lungo le scale c’è sempre un’apposita guida, dove inserire le ruote e accompagnare la propria bicicletta. Stessa cosa se si ha con sé una valigia pesante, ma questo solo in poche stazioni.

In alcune stazioni ci sono indicazioni sulla corsia da seguire, cosa utile soprattutto nelle ore di punta durante le quali l’afflusso di persone che attraversa il sottosuolo di Seoul è enorme. In questi frangenti, in una città di oltre dieci milioni di abitanti la disciplina e l’ordine sono indispensabili.

Ciò che sto per dirvi ora, sono certa che vi sorprenderà. Se durante il tragitto che porta ai treni incontrerete il tapis roulant che si trova in alcune stazioni e deciderete di non utilizzarlo, camminando avrete il piacere di sapere quante calorie state bruciando.

È noto che i Coreani tengono alla forma fisica, ma anche che sono un popolo fondamentalmente abbastanza pigro. Per questo messaggi di questo tipo si trovano anche sugli scalini delle stazioni della metro o lungo i muri di alcune piste pedonali. Insomma, un incitamento al movimento!

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Arrivati ai treni, spesso si trovano grandi riquadri luminosi che indicano su quali carrozze si può entrare con la bici o le valigie. Identificano anche il vagone con l’aria più fresca e finanche la tipologia di sedili disponibili. Siete sorpresi? Eppure è proprio così!

I vagoni della metropolitana

Sulla metropolitana, e molto spesso anche sugli autobus, i sedili hanno colori diversi, a secondo chi ci si può sedere. Inoltre, per le donne in dolce attesa in alcune carrozze sul sedile c’è anche un simpatico pupazzo. Se poi la futura mamma non ha ancora il pancione, ha la possibilità di appendere alla propria borsetta una targhetta rosa che indica il suo stato.

Se trovaste libero solo uno dei posti dedicati agli anziani, potreste occuparlo, ma tenendovi pronti a scattare in piedi qualora dovesse arrivarne uno. In ogni caso una halmeoni 할머니 (nonna) o un hal-abeoji 할아버지 (nonno) non farebbero troppi complimenti nell’ordinarvi di alzarvi e cedere il posto. Qui gli anziani non scherzano!

A volte una stessa linea può avere la versione Express, che fa meno fermate, o standard. La differenza è indicata da un simpatico personaggio e dai suoi fumetti e dalla segnaletica sul pavimento che ricorda anche dove mettersi in fila.

In alcune stazioni, poi, possiamo vedere in tempo reale sui monitors, dove si trova il treno che aspettiamo e quanto manca perché arrivi alla nostra stazione. Sul video un trenino avanza mostrando l’incedere del convoglio. L’arrivo di ogni treno è sempre annunciato da una simpatica musichetta, così anche i più distratti non rischiano di rimanere a piedi.

Su alcune linee possiamo trovare maniglie appiglio o portabagagli adeguati alle diverse altezze dei passeggeri. Spesso, durante il viaggio, sui monitors scorre il video del personaggio dei cartoni animati Pororo 뽀로로. Il simpatico pinguino ricorda le norme di comportamento che si devono seguire sui mezzi pubblici, aiutato anche da un interprete del linguaggio dei sordomuti.

Ho una chicca finale per questo racconto dedicato alla metropolitana coreana. Su alcuni sedili potete trovare l’indicazione che quei posti in estate sono meno raggiunti dall’aria condizionata rispetto gli altri. Sapete, qui in Corea l’aria condizionata fa invidia al Polo Nord. Per questo, sapere che su quei sedili la temperatura sarà maggiore di un paio di gradi rispetto agli altri, può essere molto utile.

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L’etichetta in Corea del Sud

Piccolo vademecum per non trovarsi in difetto con le abitudini del Paese del Calmo Mattino

di Stefania Frioni

Quando sono arrivata per la prima volta in Corea, mia figlia, che già ci viveva, mi ha fatto una vera e propria lezione di etichetta. Pensate, nei primi livelli del corso di Coreano per stranieri che ha frequentato alla SNU, questo era persino argomento di lezione. Ciò la dice lunga su quanto le tradizioni e le regole siano importanti in Corea. Onestamente, devo dire che ci si abitua quasi subito e personalmente trovo giusto adeguarmi al Paese che mi ospita e dove ho deciso di vivere. È anche meglio per me stessa, mi fa sentire più a mio agio e, da straniera, anche più accettata e rispettata. Premetto che agli stranieri arrivati da poco qualche imprecisione o mancanza è perdonata, ma se si è residenti da un po’, storcono il naso, soprattutto gli anziani.

Detto ciò e visto che con voi voglio condividere ogni mia esperienza, perché non darvi qualche dritta per essere super preparati al vostro prossimo arrivo sul suolo coreano? Ecco allora una lista di quelle che sono le regole principali e di cui faccio tesoro ogni giorno anch’io:

Salutare o ringraziare con un inchino.

Il Cast del Drama Goblin ringrazia il pubblico a una conferenza stampa nel 2016

Com’è noto e avrete sicuramente notato nei Drama, in Corea – come in Giappone – quando si saluta o si ringrazia, l’inchino è segno di educazione e rispetto. Soprattutto quando il confronto avviene tra generazioni o status sociali diversi, ad esempio capo e impiegato, negoziante e cliente, giovane e più anziano. È una regola ormai insita in questo popolo e devo dire che da subito mi è venuto naturale rispettarla. Gli inchini sono diversi a seconda che il legame sia più o meno formale. Perciò l’impiegato al proprio capo, il negoziante al cliente o il giovane al più anziano s’inchinerà in modo più profondo e senza mai guardare l’altro negli occhi. Questo denoterebbe, infatti, mancanza di fiducia e quindi di rispetto.

In rapporti meno formali, come quelli tra studenti, colleghi o amici di diversa età, sarà sufficiente chinare solo la testa. Se vi dovesse capitare anche, ad esempio, che qualcuno vi dia la precedenza per salire sulle scale mobili o su un mezzo pubblico, un semplice gesto della testa sarà perfetto e educato.

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Quando si paga, mai lasciare i soldi sul banco e usare sempre entrambe le mani.

Anche questa è una regola di etichetta molto importante da ricordare. Confesso che ogni tanto me ne dimentico e mia figlia me lo ricorda con una gomitata ;). Quando si è alla cassa, i soldi o la carta di credito vanno sempre consegnati con entrambe le mani e con un leggero inchino. Lo stesso faranno la cassiera o il cassiere quando vi renderanno carta, resto o scontrino e voi li riceverete in egual modo. Medesima regola varrà qualora, per esempio, dobbiate consegnare o ricevere un biglietto da visita. Mi è capitato al lavoro e, onestamente, fra inchini e non saper come coordinare il dare e l’avere il biglietto, la cosa si è rivelata buffa. Mi sa che dovrò allenarmi.

La stessa regola vale anche per altri oggetti, sempre in condizione di status diverso per età, anche un solo anno di differenza, o posizione sociale.

Mai lasciare la mancia

In Corea del Sud, se si è soddisfatti del servizio, è sufficiente ringraziare e fare un bell’inchino. Qui elargire la mancia è segno di maleducazione, oltre che essere illegale.  Soddisfare il cliente è, infatti, un dovere e fa parte del proprio lavoro.

Rispettare chi è più anziano di noi

Lo avrete notato nei Drama: in Corea è fondamentale mostrare rispetto verso gli anziani o chi è maggiore di età, anche solo di un anno. Questo è addirittura evidenziato dai termini specifici riservati dal proprio interlocutore a ogni persona in una conversazione, a seconda che sia donna o uomo, ma anche un ragazzo o una ragazza. Da straniero che non parla ancora bene il Coreano, basterà semplicemente ricordarsi di rispettare chi è più anziano.

Togliersi le scarpe

Anche questa è un’abitudine che abbiamo visto più volte nei Drama. Sin dall’antichità, infatti, in Corea, come in Giappone, ci si toglie le scarpe per entrare in casa, nei templi, in molti uffici o in alcuni locali.

Questo innanzitutto per una questione igienica, poi perché in Corea del Sud tutte le case hanno il pavimento di legno e sin dal passato più remoto, si usa sedersi a terra anziché su un divano. Oggi, come in passato, in molte case ci sono tavolini bassi ai quali è prassi accomodarsi, per esempio, per condividere il cibo. Anche in molti ristoranti o caffè, dove il pavimento è in legno, di solito si mangia seduti per terra. Chi ha letto il mio primo articolo sui mezzi pubblici, comprenderà ora perché moltissimi coreani indossano ciabatte, molto più comode da togliere e mettere, per andare in giro.

Tre semplici regole da rispettare a tavola

Anche a tavola, come noi del resto, i coreani rispettano alcune regole e tre di queste sono semplici da ricordare. La prima è che quando serviamo da bere è buona cosa farlo tenendo la mano sotto il gomito del braccio che allunghiamo, come per sorreggerlo. Questo dettame arriva sin dai tempi dell’era Joseon. Allora, chi serviva da bere, per non intingere nei piatti la lunga manica del braccio che allungava verso i bicchieri, la tratteneva con una mano. Interessante come si tramandino le usanze nei secoli, vero? Un’altra abitudine e regola è quella di mangiare con un braccio sotto il tavolo e non sul tavolo come, invece, siamo educati a fare noi. Qui è segno di rispetto e educazione, soprattutto se a tavola con noi c’è una persona anziana o di status superiore al nostro. La terza norma da ricordare a tavola è di non avvicinare mai la ciotola alla bocca se vogliamo servirci il riso o il brodo con bacchette o cucchiaio. Saremo noi, piuttosto, ad abbassarci verso la ciotola che rimarrà sul tavolo.

Mai accavallare le gambe di fronte a una persona anziana

Ciò è considerato gesto di grande maleducazione! Per questo sarà bene ricordarsi di sedere con le gambe e le ginocchia unite.

Non parlare ad alta voce o al telefono se si è tra la gente

Questa è una regola che ahimè da noi in Italia pochissimi osservano. Qui in Corea del Sud, soprattutto sui mezzi pubblici o negli uffici, è invece molto osservata. È raro vedere persone al telefono e se accade, queste parlano sotto voce, tanto che a volte mi chiedo se dall’altra parte riescano a sentire ciò che dicono. La medesima regola è osservata se si conversa in presenza di altre persone.  Si fa a un tono molto misurato, per non dar fastidio ai vicini. C’è da dire che a volte le persone anziane non rispettano questa consuetudine e per questo ricevono sguardi di disapprovazione, anche se comunque la cosa viene loro perdonata.

Non “risucchiare” rumorosamente quando si mangia.

Contrariamente a quanto si pensi, anche in Corea il risucchio rumoroso è segno di maleducazione. Quando si mangiano ramyeon o zuppe molto calde il risucchiare è tollerato perché sarebbe impossibile non farlo, ve lo garantisco. È buona norma, però, cercare di fare il minor rumore possibile. Ancora una volta, agli anziani, soprattutto agli uomini, si concedono strappi alla regola e così, vi assicuro, si subiscono dei veri e propri concerti.

Al contrario di come facciamo noi…

Non stupitevi o infastiditevi se, al contrario di come prevede la nostra educazione, le persone non tengono la porta per farvi passare, se si accorgono che siete dietro di loro; tossiscono senza mettere la mano davanti alla bocca e, in questo caso, il fatto che indossino la mascherina se sono malaticci è un’ottima cosa; vi travolgono nella folla senza chiedere permesso; si tolgono le scarpe e si mettono con le gambe incrociate sulla sedia, soprattutto i giovanissimi, anche dove non è previsto, come nei caffè; vi fanno domande molto personali all’inizio di una conoscenza, soprattutto sull’età. Queste domande riguardanti l’età, vengono fatte per capire com’è più giusto rivolgersi a voi in termini di formalità.

Bene, le cose da dire erano tante! Spero però che abbiate trovato interessanti queste informazioni, che vi avvicinano ancor di più alla cultura coreana. Mi auguro che le troverete anche utili, com’è successo a me, per sentirvi sul pezzo quando verrete in Corea.

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Muoversi in città

I mezzi pubblici, ma non solo.

di Stefania Frioni

Seoul è considerata la città con il trasporto pubblico meglio organizzato al mondo. Questo soprattutto grazie alle ventidue linee di metropolitana che la attraversano, alle relative settecento stazioni (!!) e alle sue circa novecento linee di autobus.

La TMoney è una prepagata a scalare che si può utilizzare in tutta la Corea. È facilmente ricaricabile sia nelle stazioni della metropolitana sia nei convenience stores ed è valida in tutte le città. Pensate, può essere utilizzata anche per pagare il taxi!  

Come dicevo, è una carta a scalare, per cui ogni volta che si utilizza, è decurtato dal credito l’importo relativo alla tariffa del mezzo che si sta utilizzando. Se si effettua il cambio entro trenta minuti, la TMoney consente di non pagare il passaggio di linea o di mezzo. Perché ciò avvenga, è necessario ricordarsi di validare la carta, avvicinandola all’apposito lettore, sia quando si sale – passaggio comunque obbligatorio – che quando si scende da ogni mezzo.

La T-Money Foto di Stefania Frioni – Korean Drama & World ©

È possibile ottenere la Tmoney Children – 6-12 anni – o la Tmoney Youth  – 13-18 anni -presentando il passaporto del minore all’acquisto della tessera. Qualora, alla fine del viaggio,  sulla tessera ci fosse ancora  un importo, ci sono due soluzioni tra le quali optare. La prima è che conserviate la TMoney per un altro eventuale viaggio in Corea del Sud. La tessera non scade mai, mentre l’importo residuo resta valido per cinque anni. La seconda soluzione è quella di richiedere il rimborso dell’importo residuo. In questo caso dovrete rivolgervi agli uffici Tmoney presenti in alcune stazioni metropolitane. Non sarà rimborsato il valore della tessera e ci sarà una cifra trattenuta pari a 500 Won. Cifra questa che, nel momento in cui scrivo,corrisponde a 0,35 cent.  di Euro.

A Seoul, sui mezzi pubblici scritte e annunci sono sempre in hangul, inglese, cinese e giapponese.

La metropolitana è in funzione sino a mezzanotte, ma gli autobus viaggiano fino a notte fonda. Per questo c’è sempre un modo per tornare a casa, anche per i nottambuli, soprattutto contando che i taxi sono reperibili ventiquattro ore su ventiquattro.

Segnaletica multilingua -Foto di Stefania Frioni – Korean Drama & World ©

Ci tengo a dirvi, però, che la regola numero uno per muoversi nelle grandi città coreane è: essere pronti a camminare tanto, anzi, tantissimo! Spessissimo, infatti, le distanze sono lunghe.

Per raggiungere scuola, lavoro o semplicemente un luogo di svago, possono essere necessarie anche due ore. Bisogna, infatti, utilizzare più mezzi pubblici, con diversi cambi di linea tra i quali percorrere lunghi a tratti a piedi. Anche il transfer tra una linea e l’altra della metro, ad esempio, può implicare di dover camminare per alcuni minuti.

Ecco svelato uno dei motivi per cui i Coreani, soprattutto i Seouliti, utilizzano scarpe comodissime e con questo intendo anche ciabatte, sia d’estate sia d’inverno!

È, infatti, rarissimo incontrare donne con tacchi vertiginosi e capita che uomini in giacca e cravatta si presentino con ai piedi un bel paio di ciabatte da doccia o zoccoli di gomma! La cosa che trovo ancora stramba è che nessuno ci fa caso.

Una volta un’amica coreana di mia figlia, ridendo ha detto: «Noi Coreani siamo pignoli nel vestire, ma poi quando arriviamo ai piedi ci perdiamo». La cosa mi ha fatto sorridere ma, pensandoci, suppongo che il motivo è anche da ricercare nel fatto che ai Coreani piacciono le comodità.

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